giovedì 19 febbraio 2009

Testamento biologico: il trionfo della menzogna sulla verità

da radicali.it
Testamento biologico: il trionfo della menzogna sulla verità

di Maria Antonietta Farina Coscioni

E’ stato a un “Porta a porta” della fine di novembre, che mi sono resa conto di come la verità sul caso di Eluana Englaro, e la più generale questione del testamento biologico, del fine vita, sarebbe stata brutalmente cancellata, con un uso cinico e sistematico della menzogna.



A quel “Porta a porta” quello che a tutti gli effetti si può definire il “partito vaticano”, ha fatto ricorso a espressioni che poi sono diventate tristemente comuni: si voleva far morire di fame e di sete Eluana; si trattava di un delitto, un assassinio; Eluana doveva continuare a rimanere prigioniera in un corpo che vegeta per chissà quanto tempo, perché diciassette anni non erano una tortura sufficiente…



Alla mia semplice osservazione che si deve garantire a tutti quel diritto che era stato riconosciuto a papa Giovanni Paolo II, quando ha chiesto (e ottenuto) di esser lasciato “andare alla casa del Padre”, monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la vita, con un’espressione torva e seccata, mi ha chiesto dove mai avessi letto queste affermazioni, chi le avesse mai fatte; il tono e l'atteggiamento era quello di chi lascia intendere che avessi detto una falsità.



Era sufficiente recarsi alla libreria vaticana, e procurarsi gli "Acta Apostolicae Sedis", la raccolta ufficiale degli atti della Santa Sede. Nel supplemento del 17 aprile 2005, a pagina 460, si legge:"Giovedì 31 marzo…veniva rispettata l'esplicita volontà del Santo Padre di rimanere nella sua abitazione, ove era peraltro assicurata una completa ed efficiente assistenza". Nella successiva pagina 461 poi si può leggere: "Sabato 2 aprile…verso le ore 15,30, con voce debolissima e parola biascicata, in lingua polacca, il Santo Padre chiedeva "lasciatemi andare alla casa del padre". Poco prima delle 19 entrava in coma".



Ecco la mia fonte, la raccolta ufficiale degli Atti della Santa Sede. Eppure, davanti a milioni di telespettatori, sono stata trattata come una bugiarda, come una che si inventava affermazioni mai fatte…



Falsificazioni e menzogne, che poi sono continuate. Eccone un florilegio.



“Fermate quella mano assassina. Interrompere alimentazione e idratazione equivarrebbe ad un abominevole assassinio” (cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del pontificio consiglio per gli operatori sanitari)



“Fra pochi giorni l’Italia, che in nome della inviolabilità della vita umana propugna nel mondo l’abolizione della pena di morte per i colpevoli anche dei più efferati delitti, eseguirà la prima condanna a morte dopo il 1948; la condanna di una innocente cui, attraverso una lunga agonia, verrà negato il fondamentale diritto all’alimentazione e all’idratazione” (Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno).



“Il boia si è messo il cappuccio: la morte per fame e per sete, che sta per essere comminata alla cittadina italiana Eluana Englaro. E’ una atrocità non degna di un paese civile come l’Italia, questo delirio nichilista deve essere fermato” (Isabella Bertolini, direttivo del PdL alla Camera dei Deputati).



“E’ iniziato l’omicidio di Eluana che rischia di avvenire impunemente e senza turbare convenzioni e erogazioni di pubblico denaro. Si protesta per salvare un albero. Si è invece ignorato l’appello delle suore di Lecco, che si erano offerte per proseguire la loro opera di assistenza; la protervia di alcuni magistrati ha scandito i tempi di una tragedia”(Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del PdL).



“C’è un disegno volto a imporre un modello culturale per cui la ‘pietas’ consiste nell’eliminare il malato anziché curarlo” (Paola Binetti, deputata PD).



“Adesso serve un’azione perentoria se vogliamo che non si abbia in Italia una forma di eutanasia atroce” (Paolo Scarpa Bonazza Buona, senatore PDL).



“Non credo che ci si possa lavare la coscienza affermando che si tratta di una questione etica e non politica. Anche un tale che si chiamava Ponzio Pilato fece più o meno così” (Roberto Menia, sottosegretario all’ambiente).



“Se le strutture sanitarie, pubbliche e private, si trasformano in luoghi dove si procura la morte si perverte il ruolo del medico e della struttura stessa” (don Antonio Sciortino, direttore di “Famiglia Cristiana”).



“Sono sicuro che troveremo il modo di fermare quella che si configura come una vera e propria eutanasia” (Maurizio Lupi, vice-presidente della Camera, PdL).



“Bisogna a tutti i costi fermare il boia pronto ad eseguire la condanna a morte di Eluana Englaro” (Gabriella Carlucci, PdL).



“Non è possibile che in assenza di una normativa si proceda ad un intervento che tutti sappiamo può paragonarsi a un vero e proprio omicidio” (Antonio Mazzocchi, presidente del Movimento dei Cristiano-Riformisti, deputato PdL).



“Quella parte della magistratura che ha aperto la porta al consumarsi di un’ingiustizia verso una disabile grave incapace di esprimere oggi la sua volontà porta una responsabilità immane. Grechi e le altre toghe che con tanta arroganza hanno piegato i fondamenti del diritto per creare il mostro giuridico dell’onnipotente volontà individuale, forse non hanno realizzato quale architrave si rischi di svellere con il loro consenso” (“Avvenire”, editoriale).



“Se nessuno può togliere la vita a un altro, togliere la vita ad una persona totalmente indifesa è una barbarie” (“SIR”, agenzia dei Vescovi, editoriale).



“Si sta per compiere un vero e proprio omicidio. Si fermino, hanno ancora il tempo per riflettere e valutare le conseguenze della loro azione. Nessuno ha il diritto di interrompere una vita privandola dell’alimentazione e dell’idratazione” (Enrico La Loggia, vice-presidente del gruppo PdL alla Camera).



Sono una manciata di dichiarazioni tra le tante che sono state rilasciate in questi giorni. Hanno tutte una caratteristica, in comune: sono prive di misericordia. Non so come definire compiutamente le affermazioni che ho appena letto: “mano assassina”, “abominevole assassinio”, “Boia”, “omicidio”, “condanna a morte”, “lunga agonia”, “barbarie”, “vero e proprio delitto…”. Il loro parlare è stato tutto così. Una continua, sistematica, brutale, cinica manipolazione della verità…



Poi monsignor Fisichella – ancora lui! – intervistato da “Repubblica” si è detto spiaciuto per gli “insulti violenti”, e dice “basta con quelle parole che pesano come macigni”.

Quello stesso giorno si potevano leggere le dichiarazioni del cardinale Ersilio Tonini: “Eluana è stata usata per affermare una cultura diversa, in cui i deboli valgono meno dei forti. E’ il tentativo dello scardinamento dell’umano…C’è l’allargarsi di una cultura nichilista, un gusto della potenza fisica, dell’efficienza; in sostanza un superomismo. Non è peraltro la prima volta che queste idee compaiono nella storia: l’eliminazione degli handicappati e dei malati di mente precede, nel nazismo, la persecuzioni degli ebrei…”.

Su “Avvenire” si insinuava: “Scatta l’ora della verità. Ora vogliamo sapere cos’è successo a Eluana. Il dubbio resta e deve essere chiarito. Serve trasparenza sulla morte di Eluana…”. E nella pagina seguente: “Solo l’autopsia fugherà le ombre. Forse”.

“SIR”, l’agenzia dei vescovi italiani scriveva: “Eluana è stata uccisa ed ora il caso non si può considerare chiuso”.

Il cardinale Barragan, a reti pubbliche unificate diceva: “Nel caso di Eluana Englaro è stato violato il quinto comandamento, quello che dice ‘non uccidere…In Italia ci sono 9.500 persone che vivono in stato vegetativo, come Eluana, speriamo che non si pensi di voler violare anche per loro il quinto comandamento”.

Il vescovo di San Marino-Montefeltro Luigi Negri, intervistato da una trasmissione della radio pubblica, diceva: “La verità è che è stato compiuto un gesto di violenta eliminazione della vita su una persona debole ed indifesa…Bisogna dire la verità e la verità è che è stato compiuto un gesto di violenta eliminazione della vita su una persona debole ed indifesa”.

Il rammarico di monsignor Fisichella è che “intorno al caso di Eluana Englaro si sia creato un enorme caso mediatico che ha portato a una radicalizzazione delle posizioni. Questa vicenda ha avuto una presenza pubblica gigantesca, credo che lo sbaglio iniziale sia stato proprio questo: sia stato quello di avere voluto una evidenza mediatica oltremisura…”.

Certamente monsignore avrebbe preferito che tutto si svolgesse nel silenzio, nella clandestinità, nella letterale ignoranza di quello che accadeva. Si preferiva quello che accade tutti i giorni negli ospedali e nelle cliniche, la morte pietosa e liberatrice di sofferenze senza speranza e scopo, affidata alla mano di un medico, di un’infermiera. Si preferiva che non si sapesse del dramma di Eluana e della sua famiglia, come non si doveva sapere di Luca Coscioni, di Piergiorgio Welby, di Giovanni Nuvoli. Così come monsignore evidentemente voleva non si sapesse dell’ultima invocazione di Giovanni Paolo II, “lasciatemi tornare alla casa del padre”.



Televisioni e giornali ci hanno spiegato che per la Chiesa Cattolica la nutrizione artificiale non è un trattamento medico, e sospenderla equivale all'eutanasia. Ce l’hanno detto e ripetuto. Peccato che non sia del tutto vero: c’è un documento ufficiale, naturalmente ben nascosto, ma mai sconfessato o smentito, la Carta degli Operatori Sanitari del 1995, del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli operatori sanitari, che il Vaticano si è guardato bene dal citare.

Al paragrafo 120 ultimo capoverso si legge: "L'alimentazione e l'idratazione, anche artificialmente amministrate, rientrano tra le cure normali dovute sempre all'ammalato quando non risultino gravose per lui: la loro indebita sospensione può avere il significato di vera e propria eutanasia".



Ripeto: “Quando non gravose per lui”. E non si dice nulla rispetto a chi debba stabilire la gravosità. Insomma, la Chiesa consente la sospensione della nutrizione artificiale in alcuni casi.



Dunque ecco quello che rischia di accadere: sulla morale – chiamiamola così -, su una posizione sbandierata dalla Chiesa, ma che in realtà è contraddetta dai documenti ufficiali, si sta costruendo una legge italiana sul testamento biologico, che, in realtà lo nega, se è vero che come dice il testo di legge governativo, "Alimentazione ed idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al paziente, sono forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze e non possono formare oggetto di Dichiarazione Anticipata di Trattamento". Non si potrà. insomma rifiutare né nutrizione, né sondino, né Peg. E’ sarà l’ulteriore trionfo della menzogna sulla verità.

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