domenica 1 febbraio 2009

Testamento biologico chiedo al PD porte aperte

Testamento biologico chiedo al PD porte aperte
Il Riformista del 31 gennaio 2009, pag. 4

di Maria Antonietta Farina Coscioni*
Caro direttore, ho letto anche io il bel pezzo di Claudia Mancina sul testamento biologico pubblicato sul Riformista, e le successive riflessioni di Anna Finocchiaro e Marina Sereni. Loro chiedono come mai non sia risultato chiaro il percorso scelto dai gruppi parlamentari per definire la posizione del Pd sulla dichiarazione anticipata di trattamento. Proprio per aiutare la comprensione, e data l`importanza della questione affrontata, avevo chiesto formalmente ai presidenti Soro e Finocchiaro che al dibattito venisse assicurata la massima pubblicità: ritenevo e ritengo giusto che le posizioni di dissenso e contrasto fossero esplicitate e conosciute dall`opinione pubblica, e non restassero confinate nel chiuso degli addetti ai lavori. La scelta è stata invece tenere le riunioni a porte chiuse; peccato, un`occasione persa per dimostrare nei fatti come si poteva e si sapeva essere diversi. Non si è neppure votato un documento, preferendo una formula, che può voler dire tante cose, e per questo è vaga: quella dell`opinione prevalente. Finocchiaro e Sereni nel loro intervento sul Riformista scrivono che la settimana prossima il gruppo del Pd al Senato definirà, con un voto, la posizione da assumere nel corso del dibattito prima in Commissione, poi in Aula; e naturalmente fatta salva la possibilità del singolo di seguire la propria coscienza, se la decisione del gruppo dovesse confliggere. Lo considero un fatto positivo; credo sia il risultato anche del paziente e tuttavia caparbio impegno dei parlamentari della delegazione radicale nel Pd: nell`ambito del gruppo di lavoro paritetico di cui ho fatto parte, che aveva il compito di cercare di definire per quanto possibile una piattaforma politica condivisa; e nella quotidiana azione parlamentare dei miei compagni e colleghi. Lealmente, ma chiaramente, abbiamo sempre comunicato qual era la nostra posizione in materia; e, mi si conceda che l`unico punto rimasto controverso, relativo alla disciplina riguardante idratazione e nutrizione artificiali, è questione essenziale: noi li consideriamo trattamenti medici che si possono interrompere, se il paziente lo richiede. Per la maggioranza di centro-destra e alcuni parlamentari di centro-sinistra, no. Su questo non ci si può che contare; ci sono di fatto due "filosofie": quella del centro-destra è fatta di divieti e
di "non si può"; quella nostra, pur rispettosa di opinioni differenti, mira ad assicurare una facoltà: se il paziente vuole, se il malato ritiene, garantire la libertà di scelta del malato e il suo indiscutibile diritto a essere curato. Una posizione confortata dai risultati di pressoché tutti i sondaggi demoscopici.

NOTE

* Deputata Radicali-PD, Membro della Commissione Affari Sociali

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