domenica 22 febbraio 2009

Englaro: così la legge non passerà

La Repubblica 22.2.09
Englaro: così la legge non passerà
Testamento biologico migliaia in piazza
"Con questa legge si torna al medioevo" Fine vita, migliaia in piazza per dire no
di Caterina Pasolini

Roma, manifestazione gremita contro il ddl. "Se passa, referendum"

"Una legge da medioevo" Fine vita, la piazza dice no
Sotto il palco tanta gente comune, giovani, anziani e famiglie senza bandiere di partito

ROMA - «Il commissario Montalbano sarebbe sicuramente qui, anche se è già chiaro chi è il colpevole: una maggioranza, con un Berlusconi prono ai voleri del Vaticano, che ha preparato una legge per impedire a ciascuno di vivere e morire come vuole. Io sono qui perché non voglio avere la vergogna di andarmene lasciando ai miei nipoti un´Italia senza libertà devastata nella morale pubblica e privata. Una qualsiasi legge che limiti la libertà di scelta sarà usata come grimaldello per leggi sempre più restrittive».
Un lungo applauso accoglie lo scrittore Andrea Camilleri in una piazza Farnese stracolma di gente. A migliaia sono venuti alla manifestazione indetta da Micromega contro il disegno di legge sul testamento biologico voluto dal centro destra, un ddl «medievale» spiega il suo direttore Paolo Flores d´Arcais. «Perché la vita non è della chiesa né dello Stato, è di chi la vive. Noi siamo per la libertà di scelta, c´è chi vorrà le macchine staccate come Welby e chi no». E da più parti arriva la promessa, l´impegno: «se passa questo disegno di legge si farà il referendum».
Sotto il palco tanta gente comune. Giovani, pensionati, impiegati, dipendenti di call center, amiche in gruppo, genitori con i figli ancora in carrozzina. Non hanno bandiere di partito, solo qualche cartello in difesa della laicità dello Stato e contro il Vaticano. Sono genitori con bambini, come Roberto Ledda e la moglie convinti di «voler decidere noi della nostra fine perché l´unico comandamento è non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te». Cattolici e pensionati come Angela Vita, professoressa di Lettere persuasa «che l´esistenza non è un valore assoluto senza la dignità e la libertà di scelta». O femministe d´antan come Andreina Andreotti, 60 anni, col suo cartello «giù le mani dalla mia vita e dalla mia morte», che non pensava di ritrovarsi in piazza tanti anni dopo per dire ancora «io sono mia», né della chiesa né dello stato.
E sono forti gli applausi quando il costituzionalista Stefano Rodotà parla di legge truffa «perché non è vincolante il parere del cittadino ed è incostituzionale visto che nega il diritto a rifiutare le cure», quando palesa i suoi timori per «una deriva autoritaria fondamentalista contraria quel 75 % di italiani che vuole decidere di persona o in famiglia sulla propria fine». Il succo del problema lo sottolinea Furio Colombo, senatore Pd: «Il Vaticano parla ma negli altri paesi europei fanno leggi secondo la loro coscienza. Da noi riesce invece ad imporsi grazie al caos nella maggioranza e ad un´ opposizione spaccata». Dal congresso del Pd arriva Marino, ex presidente della commissione sanità. Lunedì presenterà gli emendamenti al ddl «perché ognuno possa decidere, perché ci si occupi di terapie del dolore, aiuti alle persone in difficoltà». E il nuovo segretario Franceschini, assicura, è sulla stessa linea. In piazza Paolo Ferrero di Rifondazione - «no ad una legge che è tortura di stato» e anche Antonio di Pietro, dell´Idv: «Questa manifestazione è la risposta a tanti mister tentenna e ad un governo che anche sulla morte vuole decidere lui sostituendosi ai cittadini. Io sono cattolico e non se se avrei il coraggio di decidere di farmi staccare la spina, ma se c´è qualcuno che vuole farlo io non ho il diritto di decidere per lui. Questo è un momento caldo per la laicità dello stato e va affrontato con gli antibiotici». Poi chiama Beppino Englaro, e quando sente la sua voce la folla lo abbraccia con dieci minuti di applausi.

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