La famiglia di Eluana subisce, e patisce, un vergognoso, mortificante, linciaggio
Articolo 21 del 9 febbraio 2009
di Valter Vecellio
In queste ore in tanti lanciano infamanti accuse, anatemi e scomuniche (un cardinale è giunto a parlare di “mano assassina”; altri hanno scritto e parlato di “omicidio”, “delitto”, non sono mancate le insinuazioni nei confronti del padre), uno spettacolo insieme avvilente e terrificante. Da giorni, settimane, mesi, la famiglia di Eluana Englaro subisce, e patisce, un vergognoso, mortificante, linciaggio. Davvero tante persone che si dicono di chiesa e di fede dovrebbero recuperare un minimo di misericordia e di “pietas”, di misericordia.
Per fortuna c’è anche un mondo cristiano e credente diverso da quello che solitamente viene rappresentato dalle televisioni e dai giornali; è il mondo di quei sacerdoti friulani e toscani che si rifiutano di definire “omicidio” la sospensione delle cure a Eluana; è il mondo di quel parroco di Bagheria che invoca: basta con quell’accanimento doloroso e inutile; è il mondo dell’arcivescovo Giuseppe Casale: “Invece di fare campagne bisognerebbe accostarsi con pietà cristiana alla decisione di un padre…Alla fine anche Giovanni Paolo II ha richiesto di non insistere con interventi terapeutici inutili. Vedo quasi il gusto di accanirsi su una persona chiusa nella sua sofferenza irreversibile…Eluana non c’è più da tanto, da molto tempo prima della rimozione del sondino che simula un’esistenza definitivamente svanita”.
E’ il mondo di un sacerdote spesso chiacchierato, discusso, sicuramente contraddittorio, come don Luigi Verzé, l’autore di “Pelle su pelle”, dove chiede al “nuovo papa”, inutilmente, risposte sagge che non ci sono state a domande lasciate cadere; quel don Verzé che, straziato, ha rivelato di aver aiutato un amico, ormai condannato solo a sofferenze atroci senza scopo, a morire; è il mondo del cardinale emerito Carlo Maria Martini, con le sue laceranti domande e inquieti interrogativi nel bellissimo “Conversazioni notturne a Gerusalemme” con Georg Sporschill; il mondo di quelle “piccole” suore, che si accostano nella piazza dove si celebrano i funerali di Piergiorgio Welby, a cui sono stati rifiutati i funerali religiosi. Un mondo, insomma, che non è solo quello dei Barragan, dei Fisichella, dei Bagnasco e dei Martino, dei Poletto, degli Sgreccia e curia dicendo.
E’ il mondo, certamente diverso da quello in cui mostra di vivere la parlamentare PD-Opus Dei Paola Binetti, che a “Rea-Azione” dichiara: “Il punto chiave è stato il comportamento dei genitori. Il papà di Eluana soprattutto, che sta gestendo la cosa in maniera molto maschilista. A me piacerebbe tanto sentire cosa ne pensa la mamma”. Forse se la madre di Eluana non compare, se tace, forse una ragione ci sarà. Possibile che Paola Binetti non si sia chiesta la ragione di questa “assenza”? Ad ogni modo la risposta la si può trovare nell’articolo di Cristiano Gatti, sul “Giornale” del 6 febbraio. E speriamo che nessuno più ora disturbi la povera signora Englaro.
Un grazie, ancora una volta, a Federico Orlando, espressione di quel cattolicesimo liberale che affonda le sue radici in quell’Italia migliore a cui dobbiamo tanto. In una breve nota scrive: “Il presidente della Repubblica Italiana non è il Cardinal legato delle Romagne. Se lo mettano bene in testa nei palazzi vaticani che ordinano e nei palazzi romani che obbediscono. Napolitano ha esortato il Parlamento a legiferare sul testamento biologico, per colmare il vuoto legislativo, fin qui riempito dalla giurisprudenza della magistratura, e per ripulire l’atmosfera politica italiana dai morbi del clericalismo che, inevitabilmente, finirebbero col far divampare nel paese un’ondata anticlericale e una guerra di religione. Forse è proprio questo diversivo che vanno cercando sia i capi di una chiesa allo sbando tra negazionismo e sondini, sia i capi di una maggioranza politica incapace di trarre gli italiani fuori dalle ambasce economiche e sociali che travolgono giovani, anziani e famiglie. Purtroppo, a tali disegni eversivi sta dando una mano molto forte una parte irresponsabile dell’informazione radiotelevisiva e scritta che, invece di accogliere gli inviti al silenzio, alla meditazione e semmai alla preghiera, gettano benzina sul fuoco come incendiari della polis che dovrebbero difendere”.
Grazie, infine, a questo paese, che non se lo merita questo governo, questo presidente del Consiglio, questa maggioranza; un paese che, nonostante i mille condizionamenti e le mille manipolazioni, quando è messo in condizione di esprimersi, sa scegliere la cosa giusta. Ai tanti sondaggi che dicono come la posizione vaticanesca sia in netta minoranza, si aggiunge la rilevazione di SKTG24: “l’86 per cento è favorevole al testamento biologico che lasci al cittadino, al malato la libertà di decidere della sua vita e del suo destino, mentre il 14 per cento contrario; come il sondaggio pubblicato da “Panorama” la settimana scorsa, e tutti gli altri.
Un mondo mortificato, silenziato, cancellato; ma è un mondo che c’è, e che verrà fuori, prima o poi. Molto prima, che poi.
Articolo 21 del 9 febbraio 2009
di Valter Vecellio
In queste ore in tanti lanciano infamanti accuse, anatemi e scomuniche (un cardinale è giunto a parlare di “mano assassina”; altri hanno scritto e parlato di “omicidio”, “delitto”, non sono mancate le insinuazioni nei confronti del padre), uno spettacolo insieme avvilente e terrificante. Da giorni, settimane, mesi, la famiglia di Eluana Englaro subisce, e patisce, un vergognoso, mortificante, linciaggio. Davvero tante persone che si dicono di chiesa e di fede dovrebbero recuperare un minimo di misericordia e di “pietas”, di misericordia.
Per fortuna c’è anche un mondo cristiano e credente diverso da quello che solitamente viene rappresentato dalle televisioni e dai giornali; è il mondo di quei sacerdoti friulani e toscani che si rifiutano di definire “omicidio” la sospensione delle cure a Eluana; è il mondo di quel parroco di Bagheria che invoca: basta con quell’accanimento doloroso e inutile; è il mondo dell’arcivescovo Giuseppe Casale: “Invece di fare campagne bisognerebbe accostarsi con pietà cristiana alla decisione di un padre…Alla fine anche Giovanni Paolo II ha richiesto di non insistere con interventi terapeutici inutili. Vedo quasi il gusto di accanirsi su una persona chiusa nella sua sofferenza irreversibile…Eluana non c’è più da tanto, da molto tempo prima della rimozione del sondino che simula un’esistenza definitivamente svanita”.
E’ il mondo di un sacerdote spesso chiacchierato, discusso, sicuramente contraddittorio, come don Luigi Verzé, l’autore di “Pelle su pelle”, dove chiede al “nuovo papa”, inutilmente, risposte sagge che non ci sono state a domande lasciate cadere; quel don Verzé che, straziato, ha rivelato di aver aiutato un amico, ormai condannato solo a sofferenze atroci senza scopo, a morire; è il mondo del cardinale emerito Carlo Maria Martini, con le sue laceranti domande e inquieti interrogativi nel bellissimo “Conversazioni notturne a Gerusalemme” con Georg Sporschill; il mondo di quelle “piccole” suore, che si accostano nella piazza dove si celebrano i funerali di Piergiorgio Welby, a cui sono stati rifiutati i funerali religiosi. Un mondo, insomma, che non è solo quello dei Barragan, dei Fisichella, dei Bagnasco e dei Martino, dei Poletto, degli Sgreccia e curia dicendo.
E’ il mondo, certamente diverso da quello in cui mostra di vivere la parlamentare PD-Opus Dei Paola Binetti, che a “Rea-Azione” dichiara: “Il punto chiave è stato il comportamento dei genitori. Il papà di Eluana soprattutto, che sta gestendo la cosa in maniera molto maschilista. A me piacerebbe tanto sentire cosa ne pensa la mamma”. Forse se la madre di Eluana non compare, se tace, forse una ragione ci sarà. Possibile che Paola Binetti non si sia chiesta la ragione di questa “assenza”? Ad ogni modo la risposta la si può trovare nell’articolo di Cristiano Gatti, sul “Giornale” del 6 febbraio. E speriamo che nessuno più ora disturbi la povera signora Englaro.
Un grazie, ancora una volta, a Federico Orlando, espressione di quel cattolicesimo liberale che affonda le sue radici in quell’Italia migliore a cui dobbiamo tanto. In una breve nota scrive: “Il presidente della Repubblica Italiana non è il Cardinal legato delle Romagne. Se lo mettano bene in testa nei palazzi vaticani che ordinano e nei palazzi romani che obbediscono. Napolitano ha esortato il Parlamento a legiferare sul testamento biologico, per colmare il vuoto legislativo, fin qui riempito dalla giurisprudenza della magistratura, e per ripulire l’atmosfera politica italiana dai morbi del clericalismo che, inevitabilmente, finirebbero col far divampare nel paese un’ondata anticlericale e una guerra di religione. Forse è proprio questo diversivo che vanno cercando sia i capi di una chiesa allo sbando tra negazionismo e sondini, sia i capi di una maggioranza politica incapace di trarre gli italiani fuori dalle ambasce economiche e sociali che travolgono giovani, anziani e famiglie. Purtroppo, a tali disegni eversivi sta dando una mano molto forte una parte irresponsabile dell’informazione radiotelevisiva e scritta che, invece di accogliere gli inviti al silenzio, alla meditazione e semmai alla preghiera, gettano benzina sul fuoco come incendiari della polis che dovrebbero difendere”.
Grazie, infine, a questo paese, che non se lo merita questo governo, questo presidente del Consiglio, questa maggioranza; un paese che, nonostante i mille condizionamenti e le mille manipolazioni, quando è messo in condizione di esprimersi, sa scegliere la cosa giusta. Ai tanti sondaggi che dicono come la posizione vaticanesca sia in netta minoranza, si aggiunge la rilevazione di SKTG24: “l’86 per cento è favorevole al testamento biologico che lasci al cittadino, al malato la libertà di decidere della sua vita e del suo destino, mentre il 14 per cento contrario; come il sondaggio pubblicato da “Panorama” la settimana scorsa, e tutti gli altri.
Un mondo mortificato, silenziato, cancellato; ma è un mondo che c’è, e che verrà fuori, prima o poi. Molto prima, che poi.
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