venerdì 20 febbraio 2009

Englaro: ora tutti in piazza

La Repubblica 20.2.09
Testamento biologico, il padre di Eluana in campo. E la destra l’attacca
Englaro: ora tutti in piazza
Il padre di Eluana si collegherà con la manifestazione convocata domani da Micromega
di Caterina Pasolini

Primo sì al testamento biologico Englaro: "Barbarie, ora in piazza"
Il centrodestra lo attacca. Pd diviso nel voto sul testo

«Una vera e propria barbarie, una legge assurda e incostituzionale che nega le libertà fondamentali. La decisione sulla propria vita deve essere affidata a chi la vive» dice Beppino Englaro.
Il papà di Eluana continua così la sua battaglia e boccia senza mezzi termini il disegno di legge sul testamento biologico approvato ieri mattina in commissione Sanità del Senato con 13 voti di maggioranza e la spaccatura annunciata nel Pd: 6 contrari e 3 astenuti.
Beppino, che ha lottato 16 anni nelle aule di giustizia perché fosse rispettata la volontà di sua figlia, è nettamente contrario a questo disegno di legge appena approvato. Tanto che ha invitato «tutti i cittadini a far sentire la loro voce, a scendere in piazza contro un provvedimento incostituzionale, che mette in discussione i diritti fondamentali mettendo le basi per uno stato etico». Per questo parteciperà in collegamento telefonico alla manifestazione organizzata da Micromega che si terrà domani in piazza Farnese alle 15 «Per la vita e contro la tortura di stato», alla quale hanno aderito da Eco a Margherita Hack, da Camilleri a Rodotà e anche 17 sacerdoti. Cattolici in disaccordo con la linea del Vaticano che anche ieri è tornato a discutere «se si possa considerare morta una persona in coma irreversibile a cui batte il cuore».
Englaro e l´opposizione contestano - del ddl presentato dal senatore Pdl Calabrò - il fatto che non preveda la possibilità per la persona di rinunciare ai trattamenti di nutrizione e idratazione artificiale, e che considera comunque l´opinione del paziente non vincolante per il medico.
«Così rendono inutile una legge sul testamento biologico», sottolinea Ignazio Marino, medico chirurgo, senatore del Pd, che nella passata legislatura aveva presentato un testo che aveva raccolto 100 firme da colleghi di opposti schieramenti in nome della libertà di scelta. E aggiunge: «È un arretramento rispetto al testo approvato all´unanimità del 2005. Avevamo lavorato perché le persone potessero decidere preventivamente quali cure chiedere o rifiutare nel caso in cui si fossero trovate incoscienti. Con questo disegno di legge nessuno, neppure in piena lucidità, potrà decidere sul fine vita. Non solo, in contrasto con l´articolo 32 della Costituzione che dice che a nessuno si possono imporre cure o trattamenti sanitari, questo avverrà. Il testo rende impossibile ai medici di seguire le indicazioni dei malati, come Welby o la donna che preferì morire di cancrena piuttosto che farsi amputare una gamba. In questi due casi i sanitari sarebbero messi sotto accusa oppure obbligati a intervenire, a tagliare la gamba e a non togliere il respiratore. Disattendendo così le volontà del paziente».
Il via libera al ddl Calabrò è arrivato con la votazione che ha visto i 13 i sì della maggioranza, mentre il Pd si è diviso, con 6 senatori che hanno votato no e 3 astenuti, tra cui il capogruppo Dorina Bianchi che ha motivato il suo voto come «un atto di fiducia verso il relatore». Nel pomeriggio la frattura nel Pd si è ricomposta con la Bianchi che ha annunciato che voterà «contro nel caso il testo del disegno di legge resti uguale». Rispetto ad altri testi presentati mancano riferimenti alle cure palliative, agli aiuti alle famiglie con malati terminali e in difficoltà. Entro lunedì verranno presentati gli emendamenti - tra gli altri Buttiglione (Udc) chiederà che vengano consentite terapie anti dolore anche se queste rischiano di affrettare la morte il malato terminale - ed entro il 5 marzo andrà in votazione. Col voto a favore comunque di Paola Binetti, teodem del Pd, che contraria all´ipotesi del referendum lanciata da Marino nel caso passi questo testo, ha promosso invece una «battaglia per i veri valori della vita».
Difficili i cambiamenti al testo sostanziali visto che Raffaele Calabrò (Pdl) che lo ha presentato, si è detto disposto a valutare gli emendamenti «fatti salvi il no ad eutanasia, accanimento terapeutico e suicidio assistito». In serata Quagliarello e Gasparri del Pdl hanno accusato Beppino Englaro di aver «offeso gratuitamente il parlamento» con le sue affermazioni.

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