Il pasticcio della nutrizione obbligatoria per tutti
Laura Eduati
Liberazione del 10/02/2009
Una legge pasticcio, ambigua, da correggere perché altrimenti costringerebbe centinaia di migliaia di italiani - anche quelli temporaneamente non autosufficienti ma sicuramente coscienti - alle sacche nutrizionali via cannula. Anche ora che Eluana smette di essere l'obiettivo unico del disegno di legge voluto dal governo. Ecco il testo in via di approvazione al Senato, tre righe contestatissime che potrebbero essere modificate nelle prossime ore: «In attesa dell'approvazione di una completa e organica disciplina legislativa in materia di fine vita, l'alimentazione e l'idratazione, in quanto forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze, non possono in alcun caso essere sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi». Proprio per colpire Eluana Englaro, Maurizio Sacconi voleva cambiare la dicitura sulla sospensione visto che alla donna ricoverata a Udine era già stata interrotta la nutrizione. E dunque il testo, se rimarrà formulato in questa maniera, obbligherà alla nutrizione e idratazione tutti coloro che «non sono in grado di provvedere a se stessi»: una categoria che include certo i pazienti in stato vegetativo permanente ma anche i paralizzati coscientissimi e vigili che non possono mangiare e lavarsi autonomamente ma certamente possono esprimere il rifiuto delle cure. Rifiuto delle cure che viene garantito dall'art. 32 della Costituzione e dall'articolo 53 del codice di deontologia medica e per questo anestesisti e rianimatori di tutta Italia stanno rivolgendo accorati appelli al Parlamento per fermare un ddl giudicato gravemente sbagliato e poco rispettoso dei criteri scientifici.
«Se un paziente non è autosufficiente ma può manifestare la propria volontà, il medico è tenuto al consenso informato e non può imporre alcun trattamento sanitario» ricorda Lina Pavanelli, l'anestesista vicina ai Radicali che ripercorse la malattia di Wojtyla scrivendo che il papa aveva rifiutato la nutrizione artificiale per abbandonarsi alla malattia e dunque alla morte. E quindi perché non possono farlo i malati nella condizione di Eluana, tramite una dichiarazione di volontà anticipate? «Una legge senza senso e ambigua, noi medici sappiamo che alimentazione e idratazione non sempre sono tollerate e positive per l'organismo di certi pazienti». La verità, sostiene Pavanelli, è che se la legge così come è formulata diventasse effettiva, discriminerebbe soltanto i malati incapaci di intendere e volere creando una divisione insopportabile e incostituzionale tra pazienti di serie A e pazienti di serie B.
«Ciò significa che se prima di cadere nell'incoscienza avevo espresso la volontà di sospendere alimentazione e idratazione, con questa legge non lo potrò più fare», conclude la dottoressa. In realtà già oggi, prima che il caso Eluana invadesse le istituzioni e la politica, i pazienti non coscienti devono sottostare al parere dei medici che nei casi gravi e terminali possono sospendere l'alimentazione artificiale, o la escludono dal principio, in quanto l'organismo sta andando incontro ad un naturale deperimento che la nutrizione non può comunque contrastare. Diverso il caso dell'idratazione, spesso fornita non soltanto per dare sollievo al corpo ma anche per somministrare farmaci per via endovenosa. Ad ogni modo con la nuova legge gli operatori sanitari saranno obbligati a imporre nutrizione e idratazione, altrimenti potrebbero finire alla sbarra. Di converso i pazienti non potrebbero rifiutare l'intervento chirurgico per inserire il tubo nello stomaco che consente il passaggio del composto nutritivo; e quindi, come sottolinea il chirurgo Ignazio Marino (Pd), questo diventerebbe «trattamento sanitario obbligatorio» per ora previsto soltanto per chi è pericoloso per se stesso e per gli altri «e non credo che persone come Pier Giorgio Welby o Giovanni Nuvoli fossero pericolose perla società». Mario Riccio, l'anestesista di Piergiorgio Welby che venne prosciolto per omicidio di consenziente dal gup di Roma, commenta la legge con amara ironia: «Pare il vaticinio della sibilla cumana». O peggio: «Una terribile barzelletta». E spiega perché: «Se la legge entrerà in vigore gli ospedali dovranno ordinare camion di sacche nutrizionali da imporre a tutti i pazienti non autosufficienti. Una follia». Quello che viene eluso, spiega Riccio, è che nelle corsie il 63% dei malati terminali muore per interruzione delle terapie quando queste vengono ritenute inutili. «E spesso anche la nutrizione, nelle ultimissime fasi, è inutile» parla il medico dall'ospedale di Cremona. Dunque, conclude, il medico dovrà obbligare il paziente a nutrirsi e idratarsi anche quando ha espresso una volontà contraria: «Siamo alla violenza privata».
Laura Eduati
Liberazione del 10/02/2009
Una legge pasticcio, ambigua, da correggere perché altrimenti costringerebbe centinaia di migliaia di italiani - anche quelli temporaneamente non autosufficienti ma sicuramente coscienti - alle sacche nutrizionali via cannula. Anche ora che Eluana smette di essere l'obiettivo unico del disegno di legge voluto dal governo. Ecco il testo in via di approvazione al Senato, tre righe contestatissime che potrebbero essere modificate nelle prossime ore: «In attesa dell'approvazione di una completa e organica disciplina legislativa in materia di fine vita, l'alimentazione e l'idratazione, in quanto forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze, non possono in alcun caso essere sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi». Proprio per colpire Eluana Englaro, Maurizio Sacconi voleva cambiare la dicitura sulla sospensione visto che alla donna ricoverata a Udine era già stata interrotta la nutrizione. E dunque il testo, se rimarrà formulato in questa maniera, obbligherà alla nutrizione e idratazione tutti coloro che «non sono in grado di provvedere a se stessi»: una categoria che include certo i pazienti in stato vegetativo permanente ma anche i paralizzati coscientissimi e vigili che non possono mangiare e lavarsi autonomamente ma certamente possono esprimere il rifiuto delle cure. Rifiuto delle cure che viene garantito dall'art. 32 della Costituzione e dall'articolo 53 del codice di deontologia medica e per questo anestesisti e rianimatori di tutta Italia stanno rivolgendo accorati appelli al Parlamento per fermare un ddl giudicato gravemente sbagliato e poco rispettoso dei criteri scientifici.
«Se un paziente non è autosufficiente ma può manifestare la propria volontà, il medico è tenuto al consenso informato e non può imporre alcun trattamento sanitario» ricorda Lina Pavanelli, l'anestesista vicina ai Radicali che ripercorse la malattia di Wojtyla scrivendo che il papa aveva rifiutato la nutrizione artificiale per abbandonarsi alla malattia e dunque alla morte. E quindi perché non possono farlo i malati nella condizione di Eluana, tramite una dichiarazione di volontà anticipate? «Una legge senza senso e ambigua, noi medici sappiamo che alimentazione e idratazione non sempre sono tollerate e positive per l'organismo di certi pazienti». La verità, sostiene Pavanelli, è che se la legge così come è formulata diventasse effettiva, discriminerebbe soltanto i malati incapaci di intendere e volere creando una divisione insopportabile e incostituzionale tra pazienti di serie A e pazienti di serie B.
«Ciò significa che se prima di cadere nell'incoscienza avevo espresso la volontà di sospendere alimentazione e idratazione, con questa legge non lo potrò più fare», conclude la dottoressa. In realtà già oggi, prima che il caso Eluana invadesse le istituzioni e la politica, i pazienti non coscienti devono sottostare al parere dei medici che nei casi gravi e terminali possono sospendere l'alimentazione artificiale, o la escludono dal principio, in quanto l'organismo sta andando incontro ad un naturale deperimento che la nutrizione non può comunque contrastare. Diverso il caso dell'idratazione, spesso fornita non soltanto per dare sollievo al corpo ma anche per somministrare farmaci per via endovenosa. Ad ogni modo con la nuova legge gli operatori sanitari saranno obbligati a imporre nutrizione e idratazione, altrimenti potrebbero finire alla sbarra. Di converso i pazienti non potrebbero rifiutare l'intervento chirurgico per inserire il tubo nello stomaco che consente il passaggio del composto nutritivo; e quindi, come sottolinea il chirurgo Ignazio Marino (Pd), questo diventerebbe «trattamento sanitario obbligatorio» per ora previsto soltanto per chi è pericoloso per se stesso e per gli altri «e non credo che persone come Pier Giorgio Welby o Giovanni Nuvoli fossero pericolose perla società». Mario Riccio, l'anestesista di Piergiorgio Welby che venne prosciolto per omicidio di consenziente dal gup di Roma, commenta la legge con amara ironia: «Pare il vaticinio della sibilla cumana». O peggio: «Una terribile barzelletta». E spiega perché: «Se la legge entrerà in vigore gli ospedali dovranno ordinare camion di sacche nutrizionali da imporre a tutti i pazienti non autosufficienti. Una follia». Quello che viene eluso, spiega Riccio, è che nelle corsie il 63% dei malati terminali muore per interruzione delle terapie quando queste vengono ritenute inutili. «E spesso anche la nutrizione, nelle ultimissime fasi, è inutile» parla il medico dall'ospedale di Cremona. Dunque, conclude, il medico dovrà obbligare il paziente a nutrirsi e idratarsi anche quando ha espresso una volontà contraria: «Siamo alla violenza privata».
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