da radicali.it
Caso Englaro: il nuovo “Martello delle streghe” si arricchisce di altri avvilenti capitoli. I significativi silenzi e le indifferenze di CSM e Associazione Nazionale Magistrati.
di Valter Vecellio
“Fermate quella mano assassina. Interrompere alimentazione e idratazione equivarrebbe ad un abominevole assassinio” (cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del pontificio consiglio per gli operatori sanitari).
“Fra pochi giorni l’Italia, che in nome della inviolabilità della vita umana propugna nel mondo l’abolizione della pena di morte per i colpevoli anche dei più efferati delitti, eseguirà la prima condanna a morte dopo il 1948; la condanna di una innocente cui, attraverso una lunga agonia, verrà negato il fondamentale diritto all’alimentazione e all’idratazione” (Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno).
“Il boia si è messo il cappuccio: la morte per fame e per sete, che sta per essere comminata alla cittadina italiana Eluana Englaro. E’ una atrocità non degna di un paese civile come l’Italia, questo delirio nichilista deve essere fermato” (Isabella Bertolini, direttivo del PdL alla Camera dei Deputati).
“E’ iniziato l’omicidio di Eluana che rischia di avvenire impunemente e senza turbare convenzioni e erogazioni di pubblico denaro. Si protesta per salvare un albero. Si è invece ignorato l’appello delle suore di Lecco, che si erano offerte per proseguire la loro opera di assistenza; la protervia di alcuni magistrati ha scandito i tempi di una tragedia”(Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del PdL).
“C’è un disegno volto a imporre un modello culturale per cui la ‘pietas’ consiste nell’eliminare il malato anziché curarlo” (Paola Binetti, deputata PD).
“Adesso serve un’azione perentoria se vogliamo che non si abbia in Italia una forma di eutanasia atroce” (Paolo Scarpa Bonazza Buona, senatore PDL).
“Non credo che ci si possa lavare la coscienza affermando che si tratta di una questione etica e non politica. Anche un tale che si chiamava Ponzio Pilato fece più o meno così” (Roberto Menia, sottosegretario all’ambiente).
“Se le strutture sanitarie, pubbliche e private, si trasformano in luoghi dove si procura la morte si perverte il ruolo del medico e della struttura stessa” (don Antonio Sciortino, direttore di “Famiglia Cristiana”).
“Sono sicuro che troveremo il modo di fermare quella che si configura come una vera e propria eutanasia” (Maurizio Lupi, vice-presidente della Camera, PdL).
“Bisogna a tutti i costi fermare il boia pronto ad eseguire la condanna a morte di Eluana Englaro” (Gabriella Carlucci, PdL).
“Non è possibile che in assenza di una normativa si proceda ad un intervento che tutti sappiamo può paragonarsi a un vero e proprio omicidio” (Antonio Mazzocchi, presidente del Movimento dei Cristiano-Riformisti, deputato PdL).
“Quella parte della magistratura che ha aperto la porta al consumarsi di un’ingiustizia verso una disabile grave incapace di esprimere oggi la sua volontà porta una responsabilità immane. Grechi e le altre toghe che con tanta arroganza hanno piegato i fondamenti del diritto per creare il mostro giuridico dell’onnipotente volontà individuale, forse non hanno realizzato quale architrave si rischi di svellere con il loro consenso” (Avvenire, editoriale).
“Se nessuno può togliere la vita a un altro, togliere la vita ad una persona totalmente indifesa è una barbarie” (SIR, agenzia dei Vescovi, editoriale).
“Si sta per compiere un vero e proprio omicidio. Si fermino, hanno ancora il tempo per riflettere e valutare le conseguenze della loro azione. Nessuno ha il diritto di interrompere una vita privandola dell’alimentazione e dell’idratazione” (Enrico La Loggia, vice-presidente del gruppo PdL alla Camera).
Sono una manciata di dichiarazioni tra le tante che sono state rilasciate in queste ore. Hanno tutte una caratteristica, in comune: sono prive di misericordia. Il catalogo degli orrori, questo moderno “Martello delle streghe”, si arricchisce, giorno dopo giorno, ora dopo ora, di nuovi capitoli. Affermazioni, come quella del cardinale Barragan che – ci assume la piena responsabilità di quello che si scrive – sono malvagie: in quale altro modo si può definire un uomo di chiesa che con tanta leggerezza parla di “mano assassina” e di “abominevole assassinio”? E ancora: “Boia”, “omicidio”, “condanna a morte”, “lunga agonia”, “barbarie”, “vero e proprio delitto…”.
Un’osservazione: in queste ore i magistrati della Cassazione, della Corte d’Appello di Milano, del TAR della Lombardia, sono stati offesi, aggrediti, sfregiati. Non una parola, non una reazione, dal pur sempre vigile Consiglio Superiore della Magistratura, dalla pur sempre loquacissima Associazione Nazionale dei Magistrati o da una qualsiasi corrente della magistratura associata: come mai, perché questo silenzio, questa indifferenza, questa inerzia?
C’è un sacerdote, don Francesco Michele Stabile parroco a Bagheria, che esprime quei sentimenti di misericordia che sembra si sia smarriti: “Penso che sia giusto lasciare andare Eluana Englaro con dolcezza. Sono contro l’eutanasia, credo che nessuna autorità possa stabilire cosa è la vita e cosa è la morte per decreto generale. Le valutazioni devono essere fatte caso per caso. In questa storia c’è stato un eccessivo scontro. In questo caso, con qualche perplessità che deve essere propria di un giudizio così complesso, mi pare di poter dire che siamo davanti ad accanimento terapeutico, senza certi accorgimenti tecnici, Eluana sarebbe già morta”.
Gliela faranno pagare, a don Francesco.
Caso Englaro: il nuovo “Martello delle streghe” si arricchisce di altri avvilenti capitoli. I significativi silenzi e le indifferenze di CSM e Associazione Nazionale Magistrati.
di Valter Vecellio
“Fermate quella mano assassina. Interrompere alimentazione e idratazione equivarrebbe ad un abominevole assassinio” (cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del pontificio consiglio per gli operatori sanitari).
“Fra pochi giorni l’Italia, che in nome della inviolabilità della vita umana propugna nel mondo l’abolizione della pena di morte per i colpevoli anche dei più efferati delitti, eseguirà la prima condanna a morte dopo il 1948; la condanna di una innocente cui, attraverso una lunga agonia, verrà negato il fondamentale diritto all’alimentazione e all’idratazione” (Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno).
“Il boia si è messo il cappuccio: la morte per fame e per sete, che sta per essere comminata alla cittadina italiana Eluana Englaro. E’ una atrocità non degna di un paese civile come l’Italia, questo delirio nichilista deve essere fermato” (Isabella Bertolini, direttivo del PdL alla Camera dei Deputati).
“E’ iniziato l’omicidio di Eluana che rischia di avvenire impunemente e senza turbare convenzioni e erogazioni di pubblico denaro. Si protesta per salvare un albero. Si è invece ignorato l’appello delle suore di Lecco, che si erano offerte per proseguire la loro opera di assistenza; la protervia di alcuni magistrati ha scandito i tempi di una tragedia”(Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del PdL).
“C’è un disegno volto a imporre un modello culturale per cui la ‘pietas’ consiste nell’eliminare il malato anziché curarlo” (Paola Binetti, deputata PD).
“Adesso serve un’azione perentoria se vogliamo che non si abbia in Italia una forma di eutanasia atroce” (Paolo Scarpa Bonazza Buona, senatore PDL).
“Non credo che ci si possa lavare la coscienza affermando che si tratta di una questione etica e non politica. Anche un tale che si chiamava Ponzio Pilato fece più o meno così” (Roberto Menia, sottosegretario all’ambiente).
“Se le strutture sanitarie, pubbliche e private, si trasformano in luoghi dove si procura la morte si perverte il ruolo del medico e della struttura stessa” (don Antonio Sciortino, direttore di “Famiglia Cristiana”).
“Sono sicuro che troveremo il modo di fermare quella che si configura come una vera e propria eutanasia” (Maurizio Lupi, vice-presidente della Camera, PdL).
“Bisogna a tutti i costi fermare il boia pronto ad eseguire la condanna a morte di Eluana Englaro” (Gabriella Carlucci, PdL).
“Non è possibile che in assenza di una normativa si proceda ad un intervento che tutti sappiamo può paragonarsi a un vero e proprio omicidio” (Antonio Mazzocchi, presidente del Movimento dei Cristiano-Riformisti, deputato PdL).
“Quella parte della magistratura che ha aperto la porta al consumarsi di un’ingiustizia verso una disabile grave incapace di esprimere oggi la sua volontà porta una responsabilità immane. Grechi e le altre toghe che con tanta arroganza hanno piegato i fondamenti del diritto per creare il mostro giuridico dell’onnipotente volontà individuale, forse non hanno realizzato quale architrave si rischi di svellere con il loro consenso” (Avvenire, editoriale).
“Se nessuno può togliere la vita a un altro, togliere la vita ad una persona totalmente indifesa è una barbarie” (SIR, agenzia dei Vescovi, editoriale).
“Si sta per compiere un vero e proprio omicidio. Si fermino, hanno ancora il tempo per riflettere e valutare le conseguenze della loro azione. Nessuno ha il diritto di interrompere una vita privandola dell’alimentazione e dell’idratazione” (Enrico La Loggia, vice-presidente del gruppo PdL alla Camera).
Sono una manciata di dichiarazioni tra le tante che sono state rilasciate in queste ore. Hanno tutte una caratteristica, in comune: sono prive di misericordia. Il catalogo degli orrori, questo moderno “Martello delle streghe”, si arricchisce, giorno dopo giorno, ora dopo ora, di nuovi capitoli. Affermazioni, come quella del cardinale Barragan che – ci assume la piena responsabilità di quello che si scrive – sono malvagie: in quale altro modo si può definire un uomo di chiesa che con tanta leggerezza parla di “mano assassina” e di “abominevole assassinio”? E ancora: “Boia”, “omicidio”, “condanna a morte”, “lunga agonia”, “barbarie”, “vero e proprio delitto…”.
Un’osservazione: in queste ore i magistrati della Cassazione, della Corte d’Appello di Milano, del TAR della Lombardia, sono stati offesi, aggrediti, sfregiati. Non una parola, non una reazione, dal pur sempre vigile Consiglio Superiore della Magistratura, dalla pur sempre loquacissima Associazione Nazionale dei Magistrati o da una qualsiasi corrente della magistratura associata: come mai, perché questo silenzio, questa indifferenza, questa inerzia?
C’è un sacerdote, don Francesco Michele Stabile parroco a Bagheria, che esprime quei sentimenti di misericordia che sembra si sia smarriti: “Penso che sia giusto lasciare andare Eluana Englaro con dolcezza. Sono contro l’eutanasia, credo che nessuna autorità possa stabilire cosa è la vita e cosa è la morte per decreto generale. Le valutazioni devono essere fatte caso per caso. In questa storia c’è stato un eccessivo scontro. In questo caso, con qualche perplessità che deve essere propria di un giudizio così complesso, mi pare di poter dire che siamo davanti ad accanimento terapeutico, senza certi accorgimenti tecnici, Eluana sarebbe già morta”.
Gliela faranno pagare, a don Francesco.
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