mercoledì 15 settembre 2010

La favola delle cellule etiche. Le staminali e l’arte di negare i fatti

l’Unità 15.9.10
La favola delle cellule etiche. Le staminali e l’arte di negare i fatti
di Sergio Bartolommei
Università di Pisa, membro della Consulta di Bioetica

Il premio Balzan di quest’anno va a Yamanaka, lo scienziato giapponese che ha inaugurato una nuova tecnica per la riprogrammazione delle cellule adulte che vengono ricondotte a uno stadio simile a quello delle staminali embrionali. Secondo alcuni osservatori cattolici questa e solo questa sarebbe “vera” scienza e le cellule così ottenute le uniche e autentiche “cellule etiche”. Il cerchio verrebbe chiuso: gli embrioni, nuove incarnazioni del Sacro, sarebbero salvi, e la ricerca pure.
Sembravano lontani i tempi in cui, in Unione Sovietica, si discriminava con Lysenko tra vera e falsa scienza mettendo al bando la genetica e le sue teorie e suddividendo in buoni e cattivi gli scienziati in base alla tecnica da questi utilizzata per raggiungere certi risultati. Nonostante i disastri allora prodotti dalle pretese del controllo ideologico della scienza, la lezione non sembra essere servita a certi cattolici nostrani. Essi plaudono alla necessità di dettare norme morali per la ricerca sulle cellule staminali riducendo il numero delle opzioni disponibili solo a quella (le staminali “adulte”) che all’etica cattolica non certo alla comunità scientifica internazionale, peraltro raffigurata come esposta alle sirene del nihilismo etico appare la sola “promettente”.
Si dice: la vita dei vegetali su cui pontificavano i “materialisti dialettici” non aveva certo l’importanza che ha la vita degli embrioni umani. Il seme di una pannocchia non è “uno di noi”, un embrione sì. In verità, che l’embrione sia persona, una realtà spirituale, è solo il prodotto di una convinzione morale o di una credenza ideologica. Nessuna analisi di laboratorio potrà mai certificare il carattere di “persona” neppure di “persona in miniatura” di una blastocisti di quattro giorni e poche cellule. Chi fa uso della parola “embrione” per evocare una realtà “più che” biologica sta usando questo termine, non nel significato scientifico di “prima tappa dello sviluppo umano”, ma nel significato retorico che suscita pietà e commozione in chi legge o ascolta. Non c’è poi da meravigliarsi, dato l’uso disinvolto del linguaggio, che nel definire “etiche” le cellule ottenute dalla riprogrammazione delle adulte si trascuri di dire che lo stesso Yamanaka ha dovuto modificare geneticamente le adulte (“contaminando” così la purezza dell’ “Umano”), mettere a confronto queste con quelle embrionali e utilizzare le conoscenze di base conseguite con queste ultime per portare avanti la ricerca sulle prime. Che di ciò si taccia è una prova ulteriore del fatto che in Italia ideologia e teologia fanno aggio sulla scienza, imponendo autoritariamente proprio come Lysenko cosa cercare e come.
L’autore è membro della Consulta di Bioetica

domenica 5 settembre 2010

Lettera - «Il presidente mi denunciò come assassino di Welby»

Lettera - «Il presidente mi denunciò come assassino di Welby»

Articolo di pubblicato su da l'Unità, il 19/08/10

«Cara Unità, fra le tante gustose "esternazioni" del presidente emerito Francesco Cossiga, nessuno ha ricordato il suo esposto alla Procura di Roma il giorno seguente la morte di Piergiorgio Welby. L'esposto nel quale mi si indica come responsabile della morte di Welby è un "mix" di ideologia politica e religiosa , condita da alcune gravi imprecisioni di diritto penale (confusione tra sospensione delle cure vs eutanasia). Tutti contenuti poi ritrovatisi nella conseguente ordinanza di imputazione coatta del GIP. Ricordo che la vicenda mi suscitò profonda indignazione e timore.
Mi sorprese cioè che un rappresentante dello Stato al massimo livello - nonché massimo garante della Costituzione potesse scagliarsi con tali pesanti accuse contro un semplice cittadino, peraltro convinto semplicemente di aver permesso l'esercizio di un diritto costituzionale. Senza contare che in quel clima mediatico, la sua autorevolezza mi poteva esporre alla reazione di qualche esaltato. Ma la cosa che più mi aveva meravigliato, era stato che nessun esponente politico di rilievo avesse espresso alcuna perplessità in merito al suo comportamento. Mi chiedo cosa sarebbe successo in un paese normale - nella stessa situazione. Ad esempio, se negli Stati Uniti Bush padre avesse indicato come assassino un medico abortista.».
Mario Riccio (È il medico anestesista che nel dicembre del2006 interruppe la ventilazione meccanica all'esponente radicale Piergiorgio Welby, affetto da una grave forma di distrofia muscolare: fu prosciolto dall'accusa di omicidio del consenziente -J123 luglio del 2007 dal Gup di Roma Zaira Secchi).