giovedì 24 febbraio 2011

«È contro la scienza, se diventerà legge finirà alla Consulta»

l’Unità 22.2.11
Intervista a Maurizio Mori
«È contro la scienza, se diventerà legge finirà alla Consulta»
Il docente dell’università di Torino: da noi non si fa catechismo. Il master sulla bioetica è un confronto critico. E a frequentarlo sono soprattutto le donne
di F. Fan.

Maurizio Mori, presidente della Consulta di Bioetica e docente all’università di Torino, è tra gli organizzatori del Master biennale di primo livello in Bioetica che si occupa di formare in modo critico operatori del settore su temi sempre più importanti per l’attualità e la politica.
L’obiettivo è fornire informazioni di base ma soprattutto una chiave interpretativa per argomenti dal testamento biologico alla rinuncia a determinate terapie ai sentimenti degli animali ormai suscettibili di lambire la vita di molte famiglie. Giunto alla seconda edizione sotto la Mole, questo tipo di specializzazione è frequente negli atenei cattolici, molto meno in quelli pubblici. Qual è la finalità del master? «Iniziare alla bioetica gli operatori sanitari e chiunque ne abbia interesse. È interdisciplinare: promosso dalla facoltà di Lettere, coinvolge medicina, veterinaria, legge, agraria, in modo da abbracciare una visione complessiva».
Anche veterinaria?
«Sì. Gli animali sono esseri senzienti, dunque diventano pazienti morali. Hanno il diritto a non soffrire inutilmente, a non essere usati come cavie da laboratorio. Si dibatterà anche del loro diritto a non essere mangiati».
Esiste un’impostazione prevalente?
«C’è il pluralismo etico: visioni laiche, cattoliche, valdesi, qualunquiste... Siamo un’università pubblica che accetta il confronto. Non facciamo propaganda né catechismo di valori a cui aderire. Forniamo gli strumenti ad adulti che potranno poi scegliere la loro prospettiva». Chi sono i docenti?
«Professori e ricercatori del nostro ateneo. Ed ospiti internazionali, come Engelhardt l’anno scorso». E gli studenti?
«Medici, compresi primari, dentisti, infermieri, giornalisti scientifici e non, uffici stampa, giuristi, operatori del sociale. La scorsa edizione erano 48. Più della metà, donne. Provenienza diffusa: da Brescia a Campobasso».
Le lezioni sono influenzate dall’attualità? Se alla Camera si discute l’approvazione del biotestamento ne parlerete in classe?
«Non direttamente. Parleremo di staminali, fine vita, fecondazione assistita come elementi fondamentali della bioetica. Ma a prescindere da quello che succede in Parlamento e sui giornali».
Master di questo tipo sono diffusi in Italia?
«Ce ne sono molti nelle università cattoliche. Di impostazione laica, che io sappia, un paio. Alla Sapienza di Roma è diretto da Eugenio Lecaldano».
Lei era sul palco di Udine alla serata organizzata dall’associazione “Per Eluana” per promuovere un biotestamento rispettoso della libertà di scelta. Come giudica il ddl che sarà presto in discussione alla Camera?
«È una legge contro nuovi casi Eluana. Sbagliata nell’impianto. Antimoderna e antiscientifica che, imponendo l’alimentazione forzata, vanifica qualsiasi manifestazione di volontà. Se sarà confermata in questi termini, credo che finirà davanti alla Corte Costituzionale».

martedì 22 febbraio 2011

Si prevede un’approvazione rapida: chiamata alle armi per la maggioranza contro la freddezza del Vaticano dopo il Rubygate.

l’Unità 22.2.11
Biotestamento, Saviano a teatro «Illiberale il testo alla Camera»
Lo scrittore: «La tragedia è spacciare una battaglia di libertà come pro-morte»
Oggi il ddl sul biotestamento arriva in Commisisone Giustizia, ultimo passaggio prima dell’aula. Si prevede un’approvazione rapida: chiamata alle armi per la maggioranza contro la freddezza del Vaticano dopo il Rubygate.
di Federica Fantozzi

A teatro il volto di Beppino Englaro immerso nel silenzio che è mancato durante gli ultimi giorni di Eluana. Il video di Roberto Saviano per spiegare la battaglia di un uomo che alla morte in ipocrita clandestinità ha preferito rivolgersi alle istituzioni, l’«illiberalità» del disegno di legge sul biotestamento in discussione in Parlamento, la «tragedia» del raccontare una scelta di libertà come «pro morte».
Fuori, per strada, la raccolta di firme della campagna «Io non costringo, curo» della Cgil, l’appello dei medici per la libertà di scelta, la disobbedienza civile annunciata dal 75% dei chirurghi, gli appuntamenti in tutta Italia dell’associazione Per Eluana, da ultimo il manifesto degli intellettuali (Rodotà, Eco, Zagrebelsky, Galasso, Scognamiglio) su Repubblica.
È cominciata la mobilitazione contro il progetto di biotestamento che il centrodestra vuole fortemente approvare. Sloggiato dal Milleproroghe, il ddl arriverà nell’aula di Montecitorio ai primi di marzo. Oggi è in Commissione Giustizia, dalla fliniana Bongiorno, ultimo parere prima che la Affari Sociali licenzi il testo. Nella maggioranza in fibrillazione per la freddezza delle gerarchie ecclesiastiche dopo il Rubygate è già scattata la chiamata alle armi. Salvo colpi di scena, sarà un’approvazione rapida, con però nuovo passaggio in Senato.
Il sottosegretario Roccella, grande sponsor del ddl, sostiene che gli attacchi sono «pretestuosi e ideologici» confondendo la rinuncia alle terapie (codificata dalle sentenze nel caso Englaro) con l’eutanasia. Dal PdL provocano i cattolici del Pd che «contano meno di zero», ma Largo del Nazareno punta a contenere i maldipancia dei singoli.
Intanto, l’obiettivo è coinvolgere per convincere. Ieri sera al Teatro Sala Umberto di Roma è andato in scena l’happening «Le ragioni del cuore. Biotestamento. Sentimenti e diritti a confronto». Spettacolo che si propone di fornire «una cornice di valori e diritti sul fine vita che ognuno riempirà con la propria coscienza. Sul palco la consegna del silenzio di Englaro.
Saviano spiega perché il padre di Eluana ha combattuto una battaglia «di libertà e democrazia compiuta» anziché lasciarla morire «in clandestinità, come è tollerato negli ospedali». Mentre il disegno di legge sul testamento biologico è un testo illiberale che «complica le cose, le burocratizza, non va in direzione della libera scelta». Il senatore Nania ribatte allo scrittore: «Illiberale sarà lei».
E Ignazio Marino, chirurgo di fama e senatore del Pd, in prima linea contro una legge che impone l’alimentazione artificiale e consideri non vincolanti le Dat, racconta l’«arroganza» di un Parlamento che legifera «non per il bene del Paese ma per puntellare una traballante maggioranza». C’era Simona Marchini, battagliera: «Quando si tratta di difendere diritti: presente!». Il regista Elio De Capitani, l’attore Francesco Siciliano, i musicisti Davide Tedesco e Alberto Turra, Monica Fabbri della commissione di Bioetica valdese. Una testimonianza della Casa dei Risvegli attraverso il racconto dello scrittore Fabio Cavallari della vita di un malato della sindrome locked-in (quella de Lo scafandro e la farfalla, un battito di ciglia per esprimersi). La dichiarazione in cui l’oncologo Veronesi chiede, in caso di invalidità permanente, di non venire sottoposto ad alcun trattamento.
Regista dello spettacolo, Corrado Accordino. Mille richieste per la metà dei posti, e l’intenzione di girare il Paese per far conoscere i diritti senza provocare conflitti. Combattendo la mistificazione di un atto di libertà veicolato come «pro morte». Invece questa battaglia «accende una luce» anche su chi fa la scelta opposta. E sui familiari delle persone in stato vegetativo, abbandonati dallo Stato senza soldi né assistenza.

lunedì 7 febbraio 2011

Ricordo di Eluana «MicroMega» rilancia: ora la giornata della «libera scelta»

Ricordo di Eluana «MicroMega» rilancia: ora la giornata della «libera scelta»

Il Giornale, il 02/12/10

É di nuovo scontro su Eluana Englaro. Il governo infatti ha deciso di istituire la «Giornata nazionale degli stati vegetativi» per il 9 febbraio, giorno della morte della donna in stato vegetativo. Decisione contestata da MicroMega, che rilancia: il 9 febbraio sia «Giornata nazionale della libera scelta sulla propria vita», in memoria di Eluana, Piergiorgio Welby e Luca Coscioni.

sabato 5 febbraio 2011

Il testo a Montecitorio: mantenere la nutrizione

Corriere della Sera 10.1.11
Il testo a Montecitorio: mantenere la nutrizione
ROMA— Già approvata dal Senato, dal 16 giugno sembrava finita su un binario morto alla Camera, in attesa di un parere della commissione Bilancio. Ma ora, dopo che i temi «eticamente sensibili» sono tornati ad essere uno dei fronti aperti nello scontro tra maggioranza e opposizione, la legge sul testamento biologico torna alla ribalta della cronaca parlamentare. Già domani infatti, nella conferenza dei capigruppo di Montecitorio, si potrebbe decidere di calendarizzarla riavviando quindi il suo iter. A premere per un’accelerazione è la maggioranza, convinta che sul testo— che prevede il mantenimento di idratazione e alimentazione, in quanto «forme di sostegno vitale» — si possa incassare la convergenza di buona parte del Terzo Polo e di una minoranza del Pd. In effetti, tra i parlamentari più attivi nel sostegno alla legge compare l’udc Paola Binetti e, all’interno del Partito Democratico, Giuseppe Fioroni ha già dichiarato che non seguirà l’orientamento della sua formazione politica, in gran parte contraria all’approvazione del testo.