"Sia fatta la nostra volontà"
Il Manifesto del 17 febbraio 2009, pag. 2/3
di Eleonora Martini
Sarà una manifestazione senza bandiere di partito, almeno così la vorrebbero gli otto intellettuali ed esponenti della società civile che l`hanno promossa lanciando, tramite la rivista Micromega, un appello (pubblicato in queste pagine) ad opporsi alla «legge komeinista» del centrodestra sul testamento biologico. L`imito a partecipare sabato prossimo a Roma, in Piazza Farnese, all`iniziativa è rivolto «ai singoli cittadini e non alle organizzazioni sociali e politiche in quanto tali», spiega il direttore della testata Paolo Flores D`Arcais, uno degli otto firmatari. Inizialmente era stata scelta Piazza Navona, dichiarata subito disponibile dai funzionari del gabinetto del sindaco che però ieri all`improvviso hanno negato l`autorizzazione (per un contemporaneo corteo di carri allegorici carnevaleschi) dirottando l`appuntamento su Piazza Farnese, L`idea è nata poco prima della morte di Eluana Englaro, nei giorni agitati del conflitto istituzionale aperto da Silvio Berlusconi e del suo attacco al Capo dello Stato e alla Costituzione, Ma il passa parola, «totalmente artigianale», - entrato nel vivo solo ieri attraverso i siti e le mailing Est - ha già raccolto migliaia di adesioni. Nell`universo virtuale, poi, il contatore gira a vista d`occhio e su Facebook, il social network più in voga al momento, ieri in poche ore si è passati da 10 mila a quasi 12 mila. E sono già circa cinquanta i professori di diritto civile che, in un lungo e articolato documento, «contestano punto per punto le aberrazioni della proposta di legge governativa». Anche se forse uno dei dati più rilevanti sta in quelle venti firme (per ora) di sacerdoti «preti di frontiera», li chiamano, perché vivono ai margini delle società - che sfidando i diktat delle gerarchie ecclesiastiche si schierano contro una legge che, se dalla Commissione Sanità del Senato uscirà nelle prossime settimane il testo inalterato del "ddl Calabrò" del Pdl, imporrà i valori della maggioranza a tutto il Paese facendo carta straccia di molti principi costituzionali.
“Affermare, come fa l`articolo 1 del ddl Calabrò, che "la vita è indisponibile`- argomenta Flores D`Arcais - significa soltanto dire che la vita non appartiene alle persone ma è a disposizione di una gerarchia che pretende di interpretare Dio. E una pretesa piuttosto sacrilega di chi pensa di sapere qual è la volontà di Dio”. L`appello è stato anche spedito personalmente a ogni singolo deputato e senatore dell`opposizione. non ai gruppi, né ai dirigenti dei partiti extraparlamentari. Ma sembra che solo l`Italia dei valori abbia raccolto subito e prontamente l`invito. Nel Pd invece anche i più "laici" nicchiano. Vittoria Franco, ad esempio, il ministro ombra delle Pari opportunità, plaude all`iniziativa ma per il momento non si sbilancia «Bene che ci sia una manifestazione, ne condivido gli intenti, ma valuterò con calma se parteciparvi. In un altro momento lo avrei fatto senza dubbio ma in questo frangente mi sono impegnata a mantenere aperto un canale di comunicazione con la maggioranza per riuscire a strappare il più possibile dalla legge che sta per essere licenziata dalla Commissione Sanità del Senato». Venerdì prossimo, infatti, alla vigilia della manifestazione, scadranno i termini di presentazione degli emendamenti dell`opposizione, e il Pd sta tentando di trasformare il ddl Calabrò in un testo il più vicino possibile alla mozione presentata e bocciata dall`Aula di Palazzo Madama. In quella mozione, che considera la nutrizione e l`idratazione forzate come una cura e non un trattamento medico, da garantire a tutti fino alla fine della vita tranne a chi non le rifiuti esplicitamente nel testamento biologico, «sta la posizione del Pd ed è già la mediazione possibile», fa notare Vittoria Franco. Ma nemmeno l`autorevole chirurgo Ignazio Marino, primo firmatario di un ddl molto condiviso in Parlamento, che con il suo «piano B» di un eventuale referendum abrogativo proposto sabato durante un convegno dei radicali ha fatto saltare i nervi a mezzo Pd, non ha ancora confermato la sua presenza in Piazza Farnese. Forse per paura di entrare in una «contrapposizione frontale», prendendo in prestito una definizione della senatrice Franco.
I radicali considerano la manifestazione «da sostenere», come conferma l`europarlamentare Marco Cappato impegnato in questi giorni, assieme all`associazione Luca Coscioni, a raccogliere le firme per l`istituzione a Roma di un registro telematico dei testamenti biologici. E a rendere più corposo l`appello lanciato da Rodotà, Umberto Eco, Margherita Hack e gli altri, c`è il documento stilato da cinquanta civilisti italiani che fanno appello al Parlamento affinché eviti di «espropriare la persona del diritto elementare di accettare la morte che la malattia ha reso inevitabile, di combattere il male secondo le proprie misure, senza rimanere prigioniera, per volontà di legge, di meccanismi artificiali di prolungamento della vita biologica».
Il Manifesto del 17 febbraio 2009, pag. 2/3
di Eleonora Martini
Sarà una manifestazione senza bandiere di partito, almeno così la vorrebbero gli otto intellettuali ed esponenti della società civile che l`hanno promossa lanciando, tramite la rivista Micromega, un appello (pubblicato in queste pagine) ad opporsi alla «legge komeinista» del centrodestra sul testamento biologico. L`imito a partecipare sabato prossimo a Roma, in Piazza Farnese, all`iniziativa è rivolto «ai singoli cittadini e non alle organizzazioni sociali e politiche in quanto tali», spiega il direttore della testata Paolo Flores D`Arcais, uno degli otto firmatari. Inizialmente era stata scelta Piazza Navona, dichiarata subito disponibile dai funzionari del gabinetto del sindaco che però ieri all`improvviso hanno negato l`autorizzazione (per un contemporaneo corteo di carri allegorici carnevaleschi) dirottando l`appuntamento su Piazza Farnese, L`idea è nata poco prima della morte di Eluana Englaro, nei giorni agitati del conflitto istituzionale aperto da Silvio Berlusconi e del suo attacco al Capo dello Stato e alla Costituzione, Ma il passa parola, «totalmente artigianale», - entrato nel vivo solo ieri attraverso i siti e le mailing Est - ha già raccolto migliaia di adesioni. Nell`universo virtuale, poi, il contatore gira a vista d`occhio e su Facebook, il social network più in voga al momento, ieri in poche ore si è passati da 10 mila a quasi 12 mila. E sono già circa cinquanta i professori di diritto civile che, in un lungo e articolato documento, «contestano punto per punto le aberrazioni della proposta di legge governativa». Anche se forse uno dei dati più rilevanti sta in quelle venti firme (per ora) di sacerdoti «preti di frontiera», li chiamano, perché vivono ai margini delle società - che sfidando i diktat delle gerarchie ecclesiastiche si schierano contro una legge che, se dalla Commissione Sanità del Senato uscirà nelle prossime settimane il testo inalterato del "ddl Calabrò" del Pdl, imporrà i valori della maggioranza a tutto il Paese facendo carta straccia di molti principi costituzionali.
“Affermare, come fa l`articolo 1 del ddl Calabrò, che "la vita è indisponibile`- argomenta Flores D`Arcais - significa soltanto dire che la vita non appartiene alle persone ma è a disposizione di una gerarchia che pretende di interpretare Dio. E una pretesa piuttosto sacrilega di chi pensa di sapere qual è la volontà di Dio”. L`appello è stato anche spedito personalmente a ogni singolo deputato e senatore dell`opposizione. non ai gruppi, né ai dirigenti dei partiti extraparlamentari. Ma sembra che solo l`Italia dei valori abbia raccolto subito e prontamente l`invito. Nel Pd invece anche i più "laici" nicchiano. Vittoria Franco, ad esempio, il ministro ombra delle Pari opportunità, plaude all`iniziativa ma per il momento non si sbilancia «Bene che ci sia una manifestazione, ne condivido gli intenti, ma valuterò con calma se parteciparvi. In un altro momento lo avrei fatto senza dubbio ma in questo frangente mi sono impegnata a mantenere aperto un canale di comunicazione con la maggioranza per riuscire a strappare il più possibile dalla legge che sta per essere licenziata dalla Commissione Sanità del Senato». Venerdì prossimo, infatti, alla vigilia della manifestazione, scadranno i termini di presentazione degli emendamenti dell`opposizione, e il Pd sta tentando di trasformare il ddl Calabrò in un testo il più vicino possibile alla mozione presentata e bocciata dall`Aula di Palazzo Madama. In quella mozione, che considera la nutrizione e l`idratazione forzate come una cura e non un trattamento medico, da garantire a tutti fino alla fine della vita tranne a chi non le rifiuti esplicitamente nel testamento biologico, «sta la posizione del Pd ed è già la mediazione possibile», fa notare Vittoria Franco. Ma nemmeno l`autorevole chirurgo Ignazio Marino, primo firmatario di un ddl molto condiviso in Parlamento, che con il suo «piano B» di un eventuale referendum abrogativo proposto sabato durante un convegno dei radicali ha fatto saltare i nervi a mezzo Pd, non ha ancora confermato la sua presenza in Piazza Farnese. Forse per paura di entrare in una «contrapposizione frontale», prendendo in prestito una definizione della senatrice Franco.
I radicali considerano la manifestazione «da sostenere», come conferma l`europarlamentare Marco Cappato impegnato in questi giorni, assieme all`associazione Luca Coscioni, a raccogliere le firme per l`istituzione a Roma di un registro telematico dei testamenti biologici. E a rendere più corposo l`appello lanciato da Rodotà, Umberto Eco, Margherita Hack e gli altri, c`è il documento stilato da cinquanta civilisti italiani che fanno appello al Parlamento affinché eviti di «espropriare la persona del diritto elementare di accettare la morte che la malattia ha reso inevitabile, di combattere il male secondo le proprie misure, senza rimanere prigioniera, per volontà di legge, di meccanismi artificiali di prolungamento della vita biologica».
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