sabato 14 febbraio 2009

Nel nome del corpo

l’Unità 13.2.09
Nel nome del corpo
di Lella Ravasi Bellocchio

Passa dalle suore Misericordine il corpo-reliquia, il corpo feticcio di bambola trafitta della amata Eluana.
Amata da chi? Dalle suore che volevano trattenere per sempre, contro la volontà dei genitori, la reliquia? Che scambiavano per messaggi e sorrisi gli spasmi incontrollati?
Amata da chi? Dai genitori, da una madre che si porta nel proprio corpo la ferita, da un padre che la ama di una asciutta dolorosa verità, in una ricerca di senso che ha voluto dire per questi lunghi anni liberarla dall'essere diventata (contro tutti i suoi voleri) una reliquia. Che cosa è il feticcio e che cosa unisce questa storia dolorosa all'uso che Berlusconi ne ha fatto all'interno di una "strategia feticista" da cui è pervaso? Il principio di base della strategia feticista è di trasformare qualcosa di strano e intangibile in qualcosa di familiare e tangibile. Il termine "feticcio" nasce dal portoghese feitiço che vuol dire "falso". La venerazione si sposta su un oggetto dotato di poteri magici, un "falso" che diventa "vero", un corpo feticcio. La perversione non va intesa come pratica sessuale, non si tratta di usare fruste e tacchi a spillo, ma chi è animato come Berlusconi da una strategia feticista sa bene come usare il falso per trasformarlo in vero. L'uso perverso che fa del potere assomiglia sempre più al feticcio del suo proprio corpo. Usa il parlamento come una protesi; il suo mito faustiano di vita eterna passa dal capello falso al tenere in vita l'immagine squallida del grande seduttore, con le sue ciniche e volgari battute. Tutto in lui è reality non realtà. Cioè il falso per il vero. Ma questa volta ha veramente fatto troppo. L'uso del corpo-feticcio di Eluana nella sua fantasia libero di fare un figlio racconta un delirio e una perversione su cui lui non ha più il controllo. I pochi testimoni a cui il padre ha concesso di vedere quel che restava della figlia perduta tanti anni fa ci hanno mostrato con le parole la devastazione. E questo ci ha toccato in corpo anima e psiche, cioè nell'intero di cui siamo fatti. Va da sé che nella sua onnipotenza al signor B. tutto è dovuto e l'attacco a Napolitano gli spetta. Fa parte del suo "pensiero magico". L'onnipotenza maschera l'impotenza e l'angoscia di morte, come sappiamo. Come la strategia feticista maschera la perdita di contatto con la realtà inventando un falso come se fosse vero. Ma l'Italia si sta ribellando, civilmente, e si identifica in buona parte in un suo Presidente che tiene il controllo e la misura, e anche in un padre eroico che è un uomo perbene, che ha una parola e questa spende: dignità e rispetto, sottraendo il corpo della figlia a mani che lo hanno toccato, per anni, lo libera dall'essere reliquia, feticcio, "altro" da un corpo intero fatto di materia e di psiche. Lo lascia andare, nella legge, con rispetto e pudore. Abbiamo a che fare con padri nobili e altri ignobili. A ciascuno il suo.

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