Liberazione 10.2.09
Maurizio Mori: «Lo scopo è bloccare il testamento biologico»
intervista di Romina Velchi
La Consulta di bioetica esiste dal 1989 e sta lì a dimostrare che la vicenda di Eluana non è la prima e non sarà l'ultima. Le scoperte scientifiche e mediche, infatti, specie nell'ultimo ventennio, sono tali e tante da metterci di fronte a continui nuovi problemi, mentre tecniche innovative, sempre più sofisticate, rendono ormai difficile persino stabilire cosa sia vita e cosa morte. Non a caso la finalità della Consulta di bioetica non è quella di convincere su una tesi o sull'altra, ma di «promuovere lo sviluppo del dibattito laico e razionale sui problemi etici nel campo della medicina e delle scienze biologiche, in un'ottica pluralistica di rispetto delle diverse concezioni di valore». In quest'ottica, la Consulta è dal 1990 che sostiene «il riconoscimento della "Carta di autodeterminazione", un documento che mira a garantire il rispetto dell'autonomia delle persone, consentendo di disporre anticipatamente in merito all'accettazione o al rifiuto delle cure anche quando sia venuta meno la capacità di formulare ed esprimere le proprie scelte». Ma la politica (nel senso del Palazzo) si è accorta solo oggi che esiste un problema, mentre per anni le proposte di legge sul testamento biologico sono state lasciate a prendere polvere in qualche cassetto. Ultimo in ordine di tempo è arrivato il governo, che ha preparato un disegno di legge di un solo articolo, nel quale si vieta la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione a tutte le persone «non in grado di provvedere a se stesse».
Con il che la nutrizione diventa un trattamento sanitario obbligatorio. Secondo Maurizio Mori, che della Consulta di bioetica è presidente dal 2006, «quest'unico articolo del disegno di legge del governo più che rispondere all'emergenza risponde alla proposta dell'anno scorso di Carlo Casini (Movimento per la vita, ndr), il quale sosteneva che non serve una legge sul testamento biologico, ma è sufficiente una legge che stabilisca che alimentazione e idratazione sono obbligatorie».
E qual è il motivo?
Il motivo è semplice e spiega anche perché finora non si è fatto nulla: i cattolici una legge sul testamento biologico non la vogliono, perché proprio come un testamento - cioè all'inglese un living will - poi lo devi rispettare. E' un problema di principio: con il testamento si ammette che il soggetto possa decidere in modo chiaro e senza dipendere dalle decisioni altrui. Dal loro punto di vista, se passa questo principio diventa poi difficile bloccare i processi storici. E' evidente, invece, che con una legge come quella presentata dal governo, che impone nutrizione e idratazione forzate, tutto il resto, qualsiasi altra manifestazione di volontà diventa inutile.
Ma un simile obbligo non viola la dignità umana?
A mio parere si tratta di una disposizione manifestamente antimoderna e antiscientifica, che ci fa deridere dal mondo intero e che, oltretutto, produrrà disastri nelle case di riposo perché obbliga a prassi contrarie alle terapie mediche in corso e sperimentate. E' ideologica; è come dire che il sole gira introno alla terra solo per difendere la sacralità della vita. E' l'antiscientismo viscerale tipico della cultura italiana. Mi spiace che, in questo frangente, la sinistra si dimostri così tiepida: non ci si può limitare al voto di coscienza, quando gli altri ne fanno una bandiera politica.
Secondo lei, una legge siffatta è impugnabile davanti alla Corte costituzionale?
Io credo di sì. Ciò non toglie che i politici, quando si occupano di queste materie, si mostrano "distratti", non sanno guardare agli aspetti più generali. Basta pensare alla legge sulla fecondazione artificiale: tutti sembrano dimenticarsi che tra non molto la Corte costituzionale sarà chiamata a valutare la legge 40 perché la corte d'appello di Firenze ha sollevato la questione di Costituzionalità. Per non dire che sulla vicenda Englaro ci sono state tante sentenze (Cassazione, Consulta, corti d'appello, persino corte europea di giustizia) e che sono state tutte concordi e convergenti. Si vuole forse dire che tutti questi giudici sono degli sprovveduti? La verità è che, già ai tempi dell'Ulivo, abbiamo proposto a vari partiti della sinistra di dare la nostra collaborazione. Non ci hanno neanche risposto.
Come dovrebbe essere, invece, una buona legge sul testamento biologico?
Dovrebbe essere snella e in grado di garantire la libertà sulla propria salute, nel rispetto della costituzione. Anche prevedendo delle misure per prevenire eventuali abusi. Una buona legge è quella che favorisce e rende agile l'esercizio dei diritti civili. Questo diritto non deve essere appesantito da norme che prevedano, ad esempio, che ogni due anni si torna dall'avvocato o dal notaio per ribadire la propria volontà. Tutt'al più, siccome i casi sono sempre nuovi, è giusto nominare un fiduciario che agisca quando l'interessato non può farlo.
Maurizio Mori: «Lo scopo è bloccare il testamento biologico»
intervista di Romina Velchi
La Consulta di bioetica esiste dal 1989 e sta lì a dimostrare che la vicenda di Eluana non è la prima e non sarà l'ultima. Le scoperte scientifiche e mediche, infatti, specie nell'ultimo ventennio, sono tali e tante da metterci di fronte a continui nuovi problemi, mentre tecniche innovative, sempre più sofisticate, rendono ormai difficile persino stabilire cosa sia vita e cosa morte. Non a caso la finalità della Consulta di bioetica non è quella di convincere su una tesi o sull'altra, ma di «promuovere lo sviluppo del dibattito laico e razionale sui problemi etici nel campo della medicina e delle scienze biologiche, in un'ottica pluralistica di rispetto delle diverse concezioni di valore». In quest'ottica, la Consulta è dal 1990 che sostiene «il riconoscimento della "Carta di autodeterminazione", un documento che mira a garantire il rispetto dell'autonomia delle persone, consentendo di disporre anticipatamente in merito all'accettazione o al rifiuto delle cure anche quando sia venuta meno la capacità di formulare ed esprimere le proprie scelte». Ma la politica (nel senso del Palazzo) si è accorta solo oggi che esiste un problema, mentre per anni le proposte di legge sul testamento biologico sono state lasciate a prendere polvere in qualche cassetto. Ultimo in ordine di tempo è arrivato il governo, che ha preparato un disegno di legge di un solo articolo, nel quale si vieta la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione a tutte le persone «non in grado di provvedere a se stesse».
Con il che la nutrizione diventa un trattamento sanitario obbligatorio. Secondo Maurizio Mori, che della Consulta di bioetica è presidente dal 2006, «quest'unico articolo del disegno di legge del governo più che rispondere all'emergenza risponde alla proposta dell'anno scorso di Carlo Casini (Movimento per la vita, ndr), il quale sosteneva che non serve una legge sul testamento biologico, ma è sufficiente una legge che stabilisca che alimentazione e idratazione sono obbligatorie».
E qual è il motivo?
Il motivo è semplice e spiega anche perché finora non si è fatto nulla: i cattolici una legge sul testamento biologico non la vogliono, perché proprio come un testamento - cioè all'inglese un living will - poi lo devi rispettare. E' un problema di principio: con il testamento si ammette che il soggetto possa decidere in modo chiaro e senza dipendere dalle decisioni altrui. Dal loro punto di vista, se passa questo principio diventa poi difficile bloccare i processi storici. E' evidente, invece, che con una legge come quella presentata dal governo, che impone nutrizione e idratazione forzate, tutto il resto, qualsiasi altra manifestazione di volontà diventa inutile.
Ma un simile obbligo non viola la dignità umana?
A mio parere si tratta di una disposizione manifestamente antimoderna e antiscientifica, che ci fa deridere dal mondo intero e che, oltretutto, produrrà disastri nelle case di riposo perché obbliga a prassi contrarie alle terapie mediche in corso e sperimentate. E' ideologica; è come dire che il sole gira introno alla terra solo per difendere la sacralità della vita. E' l'antiscientismo viscerale tipico della cultura italiana. Mi spiace che, in questo frangente, la sinistra si dimostri così tiepida: non ci si può limitare al voto di coscienza, quando gli altri ne fanno una bandiera politica.
Secondo lei, una legge siffatta è impugnabile davanti alla Corte costituzionale?
Io credo di sì. Ciò non toglie che i politici, quando si occupano di queste materie, si mostrano "distratti", non sanno guardare agli aspetti più generali. Basta pensare alla legge sulla fecondazione artificiale: tutti sembrano dimenticarsi che tra non molto la Corte costituzionale sarà chiamata a valutare la legge 40 perché la corte d'appello di Firenze ha sollevato la questione di Costituzionalità. Per non dire che sulla vicenda Englaro ci sono state tante sentenze (Cassazione, Consulta, corti d'appello, persino corte europea di giustizia) e che sono state tutte concordi e convergenti. Si vuole forse dire che tutti questi giudici sono degli sprovveduti? La verità è che, già ai tempi dell'Ulivo, abbiamo proposto a vari partiti della sinistra di dare la nostra collaborazione. Non ci hanno neanche risposto.
Come dovrebbe essere, invece, una buona legge sul testamento biologico?
Dovrebbe essere snella e in grado di garantire la libertà sulla propria salute, nel rispetto della costituzione. Anche prevedendo delle misure per prevenire eventuali abusi. Una buona legge è quella che favorisce e rende agile l'esercizio dei diritti civili. Questo diritto non deve essere appesantito da norme che prevedano, ad esempio, che ogni due anni si torna dall'avvocato o dal notaio per ribadire la propria volontà. Tutt'al più, siccome i casi sono sempre nuovi, è giusto nominare un fiduciario che agisca quando l'interessato non può farlo.
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