La Repubblica Firenze 28.3.09
Testamento biologico, medici in rivolta
Il presidente Panti: "La legge dice il contrario del nostro codice"
Zuppiroli, fondatore di "Liberi di decidere": "Provo vergogna e indignazione"
di Gaia Rau
Una contraddizione insanabile. La legge sul testamento biologico appena approvata dal Senato «dice l´esatto contrario di quanto stabilito dal codice deontologico dei medici». A spiegarlo è Antonio Panti, presidente dell´ordine fiorentino: «Il codice prevede che il medico informi il paziente, ne acquisisca il consenso e solo sulla base di questo agisca, somministrando o interrompendo un trattamento. Ora, la legge dice l´esatto contrario, calpestando la volontà del cittadino che non è più giudicato in grado di stabilire da sé quanta sofferenza può sopportare: non è vero che sarà il medico a decidere, ma è il Parlamento che si è arrogato la facoltà di farlo per tutti, in deroga all´articolo 32 della Costituzione».
Questo, secondo Panti, è l´aspetto più grave della legge. Ma soprattutto la più evidente incompatibilità con il documento che da 2.500 anni indica le regole di condotta dei medici. «La legge non può cambiare il codice, solo i medici possono farlo: questo non significa che il Parlamento non possa legiferare in materia, ma noi abbiamo il dovere di rispettare il codice prima ancora della legge, come è avvenuto quando abbiamo deciso di disattendere la norma che imponeva di denunciare gli immigrati irregolari». Significa che i medici violeranno la legge sul testamento biologico? «E´ presto per dirlo. Tutta questa situazione ci mette in grave imbarazzo, e i vertici dell´ordine sono già stati convocati per discuterne». Grave è, per Panti, anche l´aspetto delle spese legate al «sostegno vitale», «un concetto - avverte il medico - che non riguarda soltanto l´alimentazione e l´idratazione, ma tutte quelle cure che permettono di limitare le sofferenze del malato. Se Eluana è rimasta in vita 17 anni, è perché ha goduto di un´assistenza meravigliosa. Ora la legge, all´articolo 5, prevede che siano le singole Regioni a stabilire le linee guida dell´assistenza, e questo implicherà che non tutti i cittadini italiani saranno trattati nello stesso modo».
«Vergogna e indignazione» sono le prime reazioni di Alfredo Zuppiroli, cardiologo, presidente della commissione regionale di bioetica e tra i fondatori dell´associazione "Liberi di decidere", che nelle scorse settimane ha raccolto 500 carte di autodeterminazione alle quali si aggiungono 3.500 moduli scaricati da internet: «Così si violano principi costituzionali fondamentali: l´articolo 2 sulla libertà personale e il 3 sul divieto di discriminazioni legate alle condizioni personali: perché una persona affetta da una grave insufficienza renale può decidere di andarsene in pace rinunciando alla dialisi mentre una in stato vegetativo permanente non può rifiutare il sondino?». Per lui, l´unica strategia possibile è quella indicata da Umberto Veronesi sulle pagine di Repubblica: «La legge non è ancora in vigore: approfittiamo del poco tempo che abbiamo prima che passi alla Camera per raccogliere più testamenti biologici possibile, e poi aprire un contenzioso di massa». Il prossimo appuntamento è domani dalle 20 al teatro Puccini, con il notaio Luigi Aricò che autenticherà i testamenti. Ospite d´onore della serata, Beppino Englaro. Il gazebo di "Liberi di decidere" sarà poi in piazza dei Ciompi il 4 aprile e in piazza della Repubblica l´11.
Testamento biologico, medici in rivolta
Il presidente Panti: "La legge dice il contrario del nostro codice"
Zuppiroli, fondatore di "Liberi di decidere": "Provo vergogna e indignazione"
di Gaia Rau
Una contraddizione insanabile. La legge sul testamento biologico appena approvata dal Senato «dice l´esatto contrario di quanto stabilito dal codice deontologico dei medici». A spiegarlo è Antonio Panti, presidente dell´ordine fiorentino: «Il codice prevede che il medico informi il paziente, ne acquisisca il consenso e solo sulla base di questo agisca, somministrando o interrompendo un trattamento. Ora, la legge dice l´esatto contrario, calpestando la volontà del cittadino che non è più giudicato in grado di stabilire da sé quanta sofferenza può sopportare: non è vero che sarà il medico a decidere, ma è il Parlamento che si è arrogato la facoltà di farlo per tutti, in deroga all´articolo 32 della Costituzione».
Questo, secondo Panti, è l´aspetto più grave della legge. Ma soprattutto la più evidente incompatibilità con il documento che da 2.500 anni indica le regole di condotta dei medici. «La legge non può cambiare il codice, solo i medici possono farlo: questo non significa che il Parlamento non possa legiferare in materia, ma noi abbiamo il dovere di rispettare il codice prima ancora della legge, come è avvenuto quando abbiamo deciso di disattendere la norma che imponeva di denunciare gli immigrati irregolari». Significa che i medici violeranno la legge sul testamento biologico? «E´ presto per dirlo. Tutta questa situazione ci mette in grave imbarazzo, e i vertici dell´ordine sono già stati convocati per discuterne». Grave è, per Panti, anche l´aspetto delle spese legate al «sostegno vitale», «un concetto - avverte il medico - che non riguarda soltanto l´alimentazione e l´idratazione, ma tutte quelle cure che permettono di limitare le sofferenze del malato. Se Eluana è rimasta in vita 17 anni, è perché ha goduto di un´assistenza meravigliosa. Ora la legge, all´articolo 5, prevede che siano le singole Regioni a stabilire le linee guida dell´assistenza, e questo implicherà che non tutti i cittadini italiani saranno trattati nello stesso modo».
«Vergogna e indignazione» sono le prime reazioni di Alfredo Zuppiroli, cardiologo, presidente della commissione regionale di bioetica e tra i fondatori dell´associazione "Liberi di decidere", che nelle scorse settimane ha raccolto 500 carte di autodeterminazione alle quali si aggiungono 3.500 moduli scaricati da internet: «Così si violano principi costituzionali fondamentali: l´articolo 2 sulla libertà personale e il 3 sul divieto di discriminazioni legate alle condizioni personali: perché una persona affetta da una grave insufficienza renale può decidere di andarsene in pace rinunciando alla dialisi mentre una in stato vegetativo permanente non può rifiutare il sondino?». Per lui, l´unica strategia possibile è quella indicata da Umberto Veronesi sulle pagine di Repubblica: «La legge non è ancora in vigore: approfittiamo del poco tempo che abbiamo prima che passi alla Camera per raccogliere più testamenti biologici possibile, e poi aprire un contenzioso di massa». Il prossimo appuntamento è domani dalle 20 al teatro Puccini, con il notaio Luigi Aricò che autenticherà i testamenti. Ospite d´onore della serata, Beppino Englaro. Il gazebo di "Liberi di decidere" sarà poi in piazza dei Ciompi il 4 aprile e in piazza della Repubblica l´11.
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