mercoledì 11 marzo 2009

L’appello: ora si discuta di eutanasia e suicidio assistito

l’Unità 11.3.09
L’appello: ora si discuta di eutanasia e suicidio assistito

È arrivato il momento di parlare apertamente di eutanasia. Una pubblica dichiarazione - tra i primi firmatari Maurizio Mori, Mario Riccio, Carlo Flamigni, Carlo Augusto Viano, Sergio Bartolommei... - lo rivendica, dopo la conclusione del caso Englaro. Eutanasia e suicidio assistito sono vietati dal codice penale, ragionano i firmatari del testo (che pubblichiamo integralmente sul nostro sito: www.unita.it) ora è giunto il momento di iniziare a discuterne le modifiche, stabilendo comunque che suicidio assistito e eutanasia vanno consentiti solo in condizioni «rigorosamente definite e con tutte le opportune garanzie per tutti».
«L’avvio di discussione in Parlamento sul testamento biologico - dice il documento - senza dubbio precipitato dal caso (ed anzi reso possibile da esso, se è vero che fino a pochi mesi fa la linea del movimento e della Chiesa cattolica stessa era contraria ad una legge ad hoc), mostra come questo risentimento si esprima nel tentativo di approvare una legge-manifesto farraginosa, ideologica, di difficile applicazione e tale da far arretrare di molto le attuali garanzie giuridiche – se non essere contraria alla Costituzione. È vero infatti che non esiste oggi in Italia una specifica legge in proposito, ma vi sono precisi riferimenti normativi (Costituzione, Convenzione di Oviedo, Codice deontologico dell’Ordine dei medici, ecc.) che impongono il consenso informato e di fatto consentono già oggi una prassi di rispetto delle dichiarazioni anticipate di volontà».
Sì a una buona legge sul testamento biologico e allo sviluppo delle cure palliative, «passaggi essenziali per raggiungere l’obiettivo della buona morte». Non esiste inconciliabilità «fra cure palliative ed eutanasia e/o suicidio assistito. Crediamo anzi che i due approcci - palliazione e autodeterminazione - non solo possano integrarsi ma siano complementari nel rispetto della volontà dell’individuo».

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