Corriere della Sera 28.3.09
Parte la campagna di disobbedienza civile dei radicali
Manifesto sulla bioetica Mobilitate le parrocchie
In piazza per il sì alla vita. I medici: pausa di riflessione
L'associazione Coscioni: da settembre 200 richieste di intervento di «soccorso civile» e 2.500 testamenti biologici online
di M.Antonietta Calabrò
ROMA — «Non possiamo decidere da soli» dicono i medici di famiglia. «Chiediamo una pausa di riflessione» afferma all'unanimità la Federazione degli Ordini dei medici commentando il disegno di legge approvato dal Senato sul testamento biologico. Mentre è al via una mobilitazione del laicato cattolico, con la pubblicazione di un'inserzione a pagamento di una pagina-manifesto su Avvenire contro l'eutanasia e l'abbandono terapeutico. I radicali dell'Associazione Coscioni intanto affermano di aver avuto dal settembre scorso duecento richieste di intervento «di soccorso civile» (sia legale che medico) in tema di fine vita e di aver raccolto oltre 2.500 testamenti biologici telematici.
Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) ha messo in evidenza in particolare che nel nuovo ddl si «attribuiscono forti responsabilità al medico di fiducia della persona e della famiglia, cioè al medico di medicina generale, che vanno ben al di là dei compiti attuali ». Mentre nel documento della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) si ribadisce che
Il corteo
La manifestazione di giovedì dei Radicali a Roma in favore dell'eutanasia e contro il Ddl Calabrò sul testamento biologico
«nutrizione e idratazione artificiali sono, come da parere pressoché unanime della comunità scientifica, trattamenti assicurati da competenze mediche e sanitarie».
Domani invece sul quotidiano della Cei comparirà il Manifesto- appello di tre associazioni cattoliche (Scienza e Vita, il Forum delle associazioni familiari e Retinopera) che lanciano una mobilitazione capillare su tutto il territorio, a cominciare dalle parrocchie, sui temi del fine vita. Il Manifesto si intitola «Liberi per vivere-Amare la vita sino alla fine» e contiene «tre sì» (alla vita, alla medicina palliativa, ad accrescere e umanizzare l'assistenza ai malati e agli anziani) e «tre No» (all'eutanasia, all'accanimento terapeutico e all'abbandono di chi è più fragile). Sono previsti incontri e pubblici dibattiti che si intensificheranno dopo le festività pasquali.
Sul fronte opposto, i radicali di «Soccorso Civile» — che come ha annunciato da Emma Bonino, metteranno in atto «una vera e propria campagna di disobbedienza civile», con autodenunce e ricorsi alla magistratura — rendono noto di aver ricevuto, a partire da settembre scorso, circa duecento tra email e telefonate, su testamento biologico e eutanasia. Con richieste di assistenza legale e medica. Come una signora che si lamenta della «situazione disperata» di suo padre in stato vegetativo permanente «senza alcuna prospettiva (a detta dei medici) di ripresa (...)» di cui «non riesco a far rispettare la volontà, non riesco a far esercitare il suo "diritto a morire" (per usare sue parole) poiché i medici dell'ospedale sono tutti molto timorosi(...) Vi chiedo solo di mettermi in contatto con un medico anestesista per "un consulto" (...)». Dal momento che la donna ritiene «che l'eutanasia sia davvero "un atto di carità" così come dice il prof. Veronesi, un atto dovuto per non ledere la dignità di ogni uomo».
Parte la campagna di disobbedienza civile dei radicali
Manifesto sulla bioetica Mobilitate le parrocchie
In piazza per il sì alla vita. I medici: pausa di riflessione
L'associazione Coscioni: da settembre 200 richieste di intervento di «soccorso civile» e 2.500 testamenti biologici online
di M.Antonietta Calabrò
ROMA — «Non possiamo decidere da soli» dicono i medici di famiglia. «Chiediamo una pausa di riflessione» afferma all'unanimità la Federazione degli Ordini dei medici commentando il disegno di legge approvato dal Senato sul testamento biologico. Mentre è al via una mobilitazione del laicato cattolico, con la pubblicazione di un'inserzione a pagamento di una pagina-manifesto su Avvenire contro l'eutanasia e l'abbandono terapeutico. I radicali dell'Associazione Coscioni intanto affermano di aver avuto dal settembre scorso duecento richieste di intervento «di soccorso civile» (sia legale che medico) in tema di fine vita e di aver raccolto oltre 2.500 testamenti biologici telematici.
Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) ha messo in evidenza in particolare che nel nuovo ddl si «attribuiscono forti responsabilità al medico di fiducia della persona e della famiglia, cioè al medico di medicina generale, che vanno ben al di là dei compiti attuali ». Mentre nel documento della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) si ribadisce che
Il corteo
La manifestazione di giovedì dei Radicali a Roma in favore dell'eutanasia e contro il Ddl Calabrò sul testamento biologico
«nutrizione e idratazione artificiali sono, come da parere pressoché unanime della comunità scientifica, trattamenti assicurati da competenze mediche e sanitarie».
Domani invece sul quotidiano della Cei comparirà il Manifesto- appello di tre associazioni cattoliche (Scienza e Vita, il Forum delle associazioni familiari e Retinopera) che lanciano una mobilitazione capillare su tutto il territorio, a cominciare dalle parrocchie, sui temi del fine vita. Il Manifesto si intitola «Liberi per vivere-Amare la vita sino alla fine» e contiene «tre sì» (alla vita, alla medicina palliativa, ad accrescere e umanizzare l'assistenza ai malati e agli anziani) e «tre No» (all'eutanasia, all'accanimento terapeutico e all'abbandono di chi è più fragile). Sono previsti incontri e pubblici dibattiti che si intensificheranno dopo le festività pasquali.
Sul fronte opposto, i radicali di «Soccorso Civile» — che come ha annunciato da Emma Bonino, metteranno in atto «una vera e propria campagna di disobbedienza civile», con autodenunce e ricorsi alla magistratura — rendono noto di aver ricevuto, a partire da settembre scorso, circa duecento tra email e telefonate, su testamento biologico e eutanasia. Con richieste di assistenza legale e medica. Come una signora che si lamenta della «situazione disperata» di suo padre in stato vegetativo permanente «senza alcuna prospettiva (a detta dei medici) di ripresa (...)» di cui «non riesco a far rispettare la volontà, non riesco a far esercitare il suo "diritto a morire" (per usare sue parole) poiché i medici dell'ospedale sono tutti molto timorosi(...) Vi chiedo solo di mettermi in contatto con un medico anestesista per "un consulto" (...)». Dal momento che la donna ritiene «che l'eutanasia sia davvero "un atto di carità" così come dice il prof. Veronesi, un atto dovuto per non ledere la dignità di ogni uomo».
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