Fermatevi la moratoria riprende quota
Il Manifesto del 19 marzo 2009, pag. 4
«Bisogna togliere alla legge sul testamento biologico ogni riferimento elettorale. Mi auguro che, dopo l`approvazione al senato, ci sia una pausa di riflessione, che appunto consenta a tutti di compiere scelte così serie lontano da interessi e scadenze di voto». Ieri Marina Sereni, vicepresidente dei deputati Pd, ragionava così a proposito del prossimo approdo alla camera del ddl Calabrò, previsto per fine marzo. Nonostante i 3mila emendamenti e l`ostruzionismo dei radicali, l`aula di Palazzo Madama ha ingranato la quarta e già in una settimana, giovedì prossimo, licenzierà il testo. A questo punto la palla tocca a Montecitorio, dove il calendario d`aula prevede l`approvazione dei provvedimenti sulle quote latte, sulle intercettazioni e sulla sicurezza. Ma l`appello di Massimo D`Alema, «Fermate il parlamento. Facciamo una pausa di riflessione e apriamo un dibattito nel paese», lanciato martedì sera al convegno di Italianieuropei e diretto soprattutto ai molti malpancisti del Pdl (ce n`è ancora molti: non a caso ieri il premier ha inviato ai suoi un avvertimento a`votare bene`) non è caduto nel vuoto. Intanto fra i democratici. Meglio sarebbe stato, per il Pd, scegliere da subito di rallentare la corsa del ddl Calabrò. Aderendo alla moratoria firmata, a fine febbraio, da Pietro Ichino e Emma Borino, a cui avevano detto sì anche alcuni esponenti del Pdl e della Lega. Ma l`iniziativa è stata stroncata sul nascere: perché in una turbolenta riunione dei capigruppo svoltasi la notte stessa della morte di Eluana, il 10 febbraio, la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro aveva ottenuto il ritiro del decreto Englaro solo grazie alla promessa di una rapida approvazione di un ddl. Del resto, con rara cecità politica, proprio i senatori Pd avevano proposto e fatto approvare, nell`agosto 2008 in piena via crucis del caso Englaro una mozione che impegnava il governo a legiferare sul fine vita. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, scritti nero su bianco sul ddl oggi al senato. Ma ieri, in aula, Umberto Veronesi ha rilanciato «Meglio nessuna legge. O come in Germania, dove il medico deve tener conto delle volontà precedentemente chieste». Stessa cosa Emma Bonino, «Fermatevi». Stessa cosa stavolta anche Anna Finocchiaro.
Il Manifesto del 19 marzo 2009, pag. 4
«Bisogna togliere alla legge sul testamento biologico ogni riferimento elettorale. Mi auguro che, dopo l`approvazione al senato, ci sia una pausa di riflessione, che appunto consenta a tutti di compiere scelte così serie lontano da interessi e scadenze di voto». Ieri Marina Sereni, vicepresidente dei deputati Pd, ragionava così a proposito del prossimo approdo alla camera del ddl Calabrò, previsto per fine marzo. Nonostante i 3mila emendamenti e l`ostruzionismo dei radicali, l`aula di Palazzo Madama ha ingranato la quarta e già in una settimana, giovedì prossimo, licenzierà il testo. A questo punto la palla tocca a Montecitorio, dove il calendario d`aula prevede l`approvazione dei provvedimenti sulle quote latte, sulle intercettazioni e sulla sicurezza. Ma l`appello di Massimo D`Alema, «Fermate il parlamento. Facciamo una pausa di riflessione e apriamo un dibattito nel paese», lanciato martedì sera al convegno di Italianieuropei e diretto soprattutto ai molti malpancisti del Pdl (ce n`è ancora molti: non a caso ieri il premier ha inviato ai suoi un avvertimento a`votare bene`) non è caduto nel vuoto. Intanto fra i democratici. Meglio sarebbe stato, per il Pd, scegliere da subito di rallentare la corsa del ddl Calabrò. Aderendo alla moratoria firmata, a fine febbraio, da Pietro Ichino e Emma Borino, a cui avevano detto sì anche alcuni esponenti del Pdl e della Lega. Ma l`iniziativa è stata stroncata sul nascere: perché in una turbolenta riunione dei capigruppo svoltasi la notte stessa della morte di Eluana, il 10 febbraio, la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro aveva ottenuto il ritiro del decreto Englaro solo grazie alla promessa di una rapida approvazione di un ddl. Del resto, con rara cecità politica, proprio i senatori Pd avevano proposto e fatto approvare, nell`agosto 2008 in piena via crucis del caso Englaro una mozione che impegnava il governo a legiferare sul fine vita. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, scritti nero su bianco sul ddl oggi al senato. Ma ieri, in aula, Umberto Veronesi ha rilanciato «Meglio nessuna legge. O come in Germania, dove il medico deve tener conto delle volontà precedentemente chieste». Stessa cosa Emma Bonino, «Fermatevi». Stessa cosa stavolta anche Anna Finocchiaro.
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