venerdì 7 novembre 2008

Testamento biologico «Sì anche senza malattie»

Testamento biologico «Sì anche senza malattie»

Corriere della Sera del 6 novembre 2008, pag. 26

di Francesco Alberti

Ha una cinquantina di anni. Gode ottima salute. E non vuole «fare la fine di Eluana Englaro». Un modenese, che vuole restare rigorosamente anonimo, ha ottenuto da un giudice, tramite decreto, la certezza matematica che, in caso di malattia terminale odi lesioni cerebrali irreversibili, nessun medico potrà sottoporlo a terapie invasive «con macchine e sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione». Spetterà alla moglie, nel ruolo di amministratore di sostegno, essere garante delle sue volontà di fine vita. È un altro passo verso il testamento biologico, che in Italia ufficialmente non esiste (in Parlamento si accapigliano da anni), ma che a Modena un giudice e un avvocato stanno di fatto applicando. Il signore in questione è da ieri il primo cittadino italiano ad ottenere per legge la possibilità di fare testamento biologico, pur godendo di ottima salute. Qualche mese fa, sempre a Modena, una signora malata di sclerosi laterale amiotrofica (la terribile Sla) aveva anche lei ottenuto per decreto la possibilità di rifiutare una tracheotomia e di essere collegata al polmone artificiale. Ma si trattava di una malata terminale.



Due casi. Entrambi all’ombra della Ghirlandina. E non è una coincidenza.



Tutto nasce da una sorta di gioco di squadra, sul filo di codici e interpretazioni giuridiche, tra un giudice tutelare (Guido Stanzani) e un’avvocatessa (Maria Grazia Scacchetti). Sono stati infatti loro a scoprire tra le pieghe di una legge del’94 (la Cendon, varata dopo la chiusura dei manicomi) la possibilità di nominare un amministratore di sostegno, non solo a tutela dei malati di mente, ma anche di chi è temporaneamente incapace di intendere: una legge che di fatto produce gli stessi effetti di un testamento biologico. «Rispetto al caso della signora malata di Sla - spiega l’avvocatessa Scacchetti - stavolta è stato fatto un passo in più, riconoscendo anche a chi è in perfetta salute il diritto di rifiutare un eventuale accanimento terapeutico». Nel decreto del giudice vengono minuziosamente elencati gli interventi sanitari ai quali il modenese non intende sottoporsi: «Rianimazione cardiopolmonare, dialisi, trasfusione, terapia antibiotica, ventilazione, idratazione o alimentazione forzata e artificiale», Inevitabili le polemiche. Il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, è critica: «Non mi convince l’uso dell’amministratore di sostegno». Pdl e Pd chiedono una legge.



Intanto sul tavolo del giudice Stanzani le richieste di testamento biologico rischiano di aumentare. L’iter è semplice: «Basta registrare le proprie volontà da un notaio e poi ricorrere al giudice». La spesa non supera i 200 euro. E se uno poi cambia idea, magari perché scopre che una terapia ieri invasiva, oggi non lo è più, «deve solo avvertire il giudice, basta un sms».

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