Testamento biologico, ora il Pdl accelera d’intesa con Lega e Casini
Il Manifesto del 26 novembre 2008, pag. 7
di Alessandro Braga
Per carità, nessuno parli di «rincorsa con il caso Englaro», ha precisato subito il relatore della proposta di legge sulle «direttive anticipate di tratta- mento», il senatore del Popolo della libertà Raffaele Calabrò. Certo però, ha aggiunto. «sarebbe bello arrivare prima del suo epilogo perché in questo modo sarebbe la legge, e non la magistratura in assenza della legge, a decidere». E, in ogni caso, bisognerà arrivarci «entro i primi mesi del prossimo anno, entro la primavera». Quale sarà la direzione di questa legge, è abbastanza facile da indovinare. Il ministro Maurizio Sacconi ieri, rispondendo all’attacco di Famiglia Cristiana, che aveva accusato l’esecutivo di non aver preso una posizione chiara sul caso Englaro, ha detto senza troppi giri di parole: «Siamo schierati a favore della vita, credo che non potremo assistere passivamente al venir meno dei diritti fondamentali della persona, come quello all’idratazione e all’alimentazione».
Ieri, proprio nel giorno del trentottesimo compleanno di Eluana, a ribadire l’urgenza di una legge sul testamento biologico, è stato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: un intervento legislativo in materia è «indispensabile e non più procrastinabile», ha scritto il capo dello Stato rispondendo a una lettera del presidente del movimento per la vita Carlo Casini. Aggiungendo anche che è necessario «un ampio consenso, come auspicato anche dalla Corte costituzionale» e che questa legge «deve essere fondata su adeguati punti di equilibrio tra i fondamentali beni costituzionali coinvolti». Un appello, quello di Napolitano, che ha trovato, come ovvio, apprezzamenti bipartisan: dal presidente del Senato Schifani a monsignor Fisichella, da Silvio Viale, membro della direzione nazionale dell’associazione Luca Coscioni a Paola Binetti, fino al senatore del Partito democratico Ignazio Marino, primo firmatario di un disegno di legge sulla materia che raccoglie le firme di 101 senatori di entrambi gli schieramenti, tutti a dar ragione al capo dello Stato.
Ma qualcuno ha addirittura colto l’occasione per fare un passo in più. E il caso di alcuni parlamentari del Pdl che hanno proposto ai colleghi di Udc e Lega un’azione comune. «Si è aperto un confronto e si sono condivise molte delle buone ragioni del disegno di legge Bianconi al Senato e della proposta di legge Cota alla Camera», hanno dichiarato ieri. Che sfocerà nei prossimi giorni in una proposta di legge che «unisca rigore, ragionevolezza alle riflessioni fatte nell’incontro» di ieri. Partendo ovviamente dal ddl Bianconi, che si pone in forte contrasto con ogni forma di eutanasia e testamento biologico. E già questa mattina i rappresentanti del Popolo della libertà nella commissione sanità del Senato insieme ai vertici del gruppo del Pdl Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliarello si riuniranno per «tirare le somme» del dibattito interno e dare il via a «un’accelerazione dell’iter legislativo sulla fine della vita. Insomma, al di là delle ovvie dichiarazioni di circostanza sulla necessità di una soluzione condivisa in materia, il centrodestra sembra voler dare una sterzata e imporre la propria posizione, con la scusa dei tempi stretti. Giocando anche sulle divisioni interne al Pd. Se Ignazio Marino ieri ha stemperato i toni augurandosi un dialogo conciliante tra le parti, i teodem non hanno perso l’occasione per ribadire che il Pd «ha raggiunto un livello di convergenza su quasi tutto». Ma sul quel «quasi» ci sarà sicuramente da battagliare aspramente.
Il Manifesto del 26 novembre 2008, pag. 7
di Alessandro Braga
Per carità, nessuno parli di «rincorsa con il caso Englaro», ha precisato subito il relatore della proposta di legge sulle «direttive anticipate di tratta- mento», il senatore del Popolo della libertà Raffaele Calabrò. Certo però, ha aggiunto. «sarebbe bello arrivare prima del suo epilogo perché in questo modo sarebbe la legge, e non la magistratura in assenza della legge, a decidere». E, in ogni caso, bisognerà arrivarci «entro i primi mesi del prossimo anno, entro la primavera». Quale sarà la direzione di questa legge, è abbastanza facile da indovinare. Il ministro Maurizio Sacconi ieri, rispondendo all’attacco di Famiglia Cristiana, che aveva accusato l’esecutivo di non aver preso una posizione chiara sul caso Englaro, ha detto senza troppi giri di parole: «Siamo schierati a favore della vita, credo che non potremo assistere passivamente al venir meno dei diritti fondamentali della persona, come quello all’idratazione e all’alimentazione».
Ieri, proprio nel giorno del trentottesimo compleanno di Eluana, a ribadire l’urgenza di una legge sul testamento biologico, è stato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: un intervento legislativo in materia è «indispensabile e non più procrastinabile», ha scritto il capo dello Stato rispondendo a una lettera del presidente del movimento per la vita Carlo Casini. Aggiungendo anche che è necessario «un ampio consenso, come auspicato anche dalla Corte costituzionale» e che questa legge «deve essere fondata su adeguati punti di equilibrio tra i fondamentali beni costituzionali coinvolti». Un appello, quello di Napolitano, che ha trovato, come ovvio, apprezzamenti bipartisan: dal presidente del Senato Schifani a monsignor Fisichella, da Silvio Viale, membro della direzione nazionale dell’associazione Luca Coscioni a Paola Binetti, fino al senatore del Partito democratico Ignazio Marino, primo firmatario di un disegno di legge sulla materia che raccoglie le firme di 101 senatori di entrambi gli schieramenti, tutti a dar ragione al capo dello Stato.
Ma qualcuno ha addirittura colto l’occasione per fare un passo in più. E il caso di alcuni parlamentari del Pdl che hanno proposto ai colleghi di Udc e Lega un’azione comune. «Si è aperto un confronto e si sono condivise molte delle buone ragioni del disegno di legge Bianconi al Senato e della proposta di legge Cota alla Camera», hanno dichiarato ieri. Che sfocerà nei prossimi giorni in una proposta di legge che «unisca rigore, ragionevolezza alle riflessioni fatte nell’incontro» di ieri. Partendo ovviamente dal ddl Bianconi, che si pone in forte contrasto con ogni forma di eutanasia e testamento biologico. E già questa mattina i rappresentanti del Popolo della libertà nella commissione sanità del Senato insieme ai vertici del gruppo del Pdl Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliarello si riuniranno per «tirare le somme» del dibattito interno e dare il via a «un’accelerazione dell’iter legislativo sulla fine della vita. Insomma, al di là delle ovvie dichiarazioni di circostanza sulla necessità di una soluzione condivisa in materia, il centrodestra sembra voler dare una sterzata e imporre la propria posizione, con la scusa dei tempi stretti. Giocando anche sulle divisioni interne al Pd. Se Ignazio Marino ieri ha stemperato i toni augurandosi un dialogo conciliante tra le parti, i teodem non hanno perso l’occasione per ribadire che il Pd «ha raggiunto un livello di convergenza su quasi tutto». Ma sul quel «quasi» ci sarà sicuramente da battagliare aspramente.
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