sabato 29 novembre 2008

I Don Chiscotte della sacralità della vita

I Don Chiscotte della sacralità della vita
Liberazione del 27 novembre 2008, pag. 12

di Maurizio Mori
Don Chisciotte è passato alla storia per la pertinacia posta nel negare la realtà. Il suo fedele scudiero Sancho (il senso del reale) lo avvertiva che i mulini a vento non erano affatto giganti dalle braccia smisurate, ma lui si lanciava lancia in resta senza timore. E dopo averle buscate, invece di riconoscere che le cose erano diverse da come le immaginava, diceva che era stato il mago Frestone, suo nemico, a trasformare all'ultimo momento i giganti in mulini a vento. Così sembrano fare oggi quei vitalisti che in tutti i modi fanno ostruzionismo alla sentenza ormai definitiva della corte d'Appello di Milano sul caso Eluana.
A luglio hanno cominciato col conflitto d'attribuzione che ha tenuto fermo per settimane il Parlamento su un tema che si è rivelato essere una mera operazione di bassa propaganda, visto che la Corte Costituzionale neanche ne ha ravvisato l'ammissibilità. Invece di riflettere, si è ribadita la tesi di un presunto "complotto" dei giudici contro il Parlamento! Poi c'è stato il ricorso della procura generale di Milano, con motivazioni risibili perché dopo quasi diciassette anni di Stato vegetativo permanente anche Don Chisciotte avrebbe riconosciuto che il "risveglio" è impossibile. Ma è stato sostenuto da "luminari" della neurologia che ancora credono in ataviche concezioni vitaliste che nulla hanno di scientifico: pazienza. Ma è stato bocciato anche quello. E ancora una volta la colpa è sempre dei giudici, sicuramente manovrati da un qualche sostituto del mago Frestone. Ieri l'altro c'è stato il ricorso d'urgenza alla corte europea di giustizia. Avvenire informa che sarà un professore dell'università (cattolica) di Lovanio a decidere se ammettere o no il ricorso. E intanto ci si affretta a sottolineare con enfasi ottimistica che «l'importante è che il ricorso ora è registrato dalla Corte. Chiederemo la fissazione il prima possibile di un'udienza e una comunicazione ufficiale da parte di Strasburgo sul caso al governo italiano». La semplice apertura di un fascicolo - un atto dovuto in un ordinamento civile - è subito annunciato come se già comportasse l'accettazione dello stesso. Peccato che, proprio quel professore cattolico abbia respinto il ricorso: si vede che in Europa non vale il "tengo famiglia …" ancora tanto diffuso da noi.
Non sarà il caso che i vitalisti nostrani facciano una pausa di riflessione? La realtà è diversa da quella prospettata dalla sacralità della vita, perché la rivoluzione biomedica ci obbliga a fare scelte e prendere decisioni sulla vita. Continuare a dire che «la vita è nelle mani di Dio e solo lui può decidere» è un bel modo di dire che può anche rassicurare gli animi sbigottiti o impauriti del nuovo, ma che non corrisponde più alla realtà dei nostri ospedali. Di questo devono prendere atto gli oppositori alla conclusione della vicenda Eluana, compresi quei politici nostrani dell'opposizione, sempre pronti ad accordi da sagrestia.

NOTE

Presidente della Consulta di Bioetica Onlus, Università di Torino

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