mercoledì 21 gennaio 2009

Testamento biologico, il Pd si spacca e non vota

La Repubblica 21.1.09
Testamento biologico, il Pd si spacca e non vota
di Giovanna Casadio

Accordo senza conta su una "posizione prevalente" espressa in quindici punti. Marino: ci serviva un sì o un no, il resto è del diavolo
Partito strattonato fra teodem e laici Conflitto su alimentazione e idratazione

ROMA - Non è mai stata facile la discussione sulla bioetica nel Pd; ora lo è ancora meno, poiché crescono i sospetti di spaccature più per ragioni di resa dei conti interna che di merito. Il merito è il testamento biologico, su cui si è tenuta ieri l´assemblea di tutti i parlamentari democratici. Strattonato dai teodem, i cattolici integralisti, da un lato, e dai Radicali e dai laici oltranzisti dall´altro, il partito ha deciso di rinviare la conta. Quindi non si è votato sulla questione che divide, ovvero se l´alimentazione e l´idratazione artificiale possano essere rifiutate nella dichiarazione anticipata di trattamento. Fare chiarezza su questo punto è la cosa più importante, perché impedirebbe altri "casi Eluana". Un non-voto scandaloso per i Radicali, Emma Bonino in testa, per i quali si è trattato di una «soluzione pilatesca». E votare avrebbero voluto Gianni Cuperlo e Barbara Pollastrini, l´ex ministro delle Pari Opportunità, che è andata all´attacco: «O si fa una buona legge o è meglio nessuna legge».
Sul fronte cattolico i teodem si irrigidiscono. Paola Binetti più di tutti: «Interrompere idratazione e nutrizione significa di fatto introdurre l´eutanasia per sete e per fame», e dichiara di essere pronta a sottoscrivere la proposta di legge di Rocco Buttiglione, il leader dell´Udc che fu "bocciato" come commissario Ue per le sue posizioni arretrate sui diritti civili e i gay. Un annuncio di strappo dal Pd? Lei replica: «Fioroni mi ha detto di essere d´accordo con noi», e ringrazia Rosy Bindi. È la Bindi a cercare di trovare il bandolo della matassa e ad appoggiare la mediazione raggiunta con il "documento Sereni": quindici punti (si possono leggere su www.marinasereni.it) che indicano «la posizione prevalente» del Pd sul testamento biologico, senza bisogno di decidere subito a maggioranza. Sereni, che ha coordinato il gruppo di lavoro sul tema, ripete: «Vogliamo fare o no una legge giusta e umana? Allora nessuno pianti bandierine, ma teniamo insieme libertà di scelta e tutela della vita». Binetti insiste: «L´orientamento del Pd è minoritario nel paese».
Bindi s´inalbera con i Radicali: «Non è lesa maestà non votare, ci si assume ugualmente le proprie responsabilità. Cerchiamo di dare una lezione di laicità e di buona politica». Assist raccolto da Dario Franceschini e perciò nessuna conta. Ma anche Ignazio Marino, autore del primo ddl sul testamento biologico del Pd, è duro sul non-voto e cita il Vangelo di Marco: «Al Pd serviva un sì o un no, tutto il resto è del diavolo». Confronto teso e appassionato, tuttavia. Umberto Veronesi racconta le esperienze della sua vita di oncologo. I Democratici non possono permettersi di giocare di rimessa, attendendo cioè che sia il centrodestra a dettare legge su una questione che tocca profondamente l´opinione pubblica scossa dal drammatico rimpallo sul diritto di Eluana a morire con dignità. E il Pd si divide anche sull´offerta di Mercedes Bresso di accogliere in un ospedale piemontese Eluana. Marco Calgaro è tra i più critici.

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