l’Unità 22.1.09
Sacconi insiste, Bresso attacca: La legge vale più di una circolare
di Federica Fantozzi
Botta e risposta tra Bresso e Sacconi. Appello di Radicali e Sd ai presidenti di Regione: «Attuare la sentenza è responsabilità vostra». Oggi il Tar discute il veto di Formigoni a tutte le strutture lombarde.
Botta e risposta tra la presidente del Piemonte Mercedes Bresso, che ha ufficializzato la disponibilità della sua regione ad accogliere Eluana Englaro, e il ministro Sacconi, autore della circolare che vieta a tutte le regioni lo stop all’alimentazione artificiale per la ragazza in coma da 17 anni.
Bresso aveva precisato che l’eventuale ricovero avverrebbe «ovviamente in una struttura pubblica perché quelle private sono sotto scacco del ministro». Ieri la replica del titolare del Welfare: «Non metto sotto scacco nessuno, ho fatto solo una ricognizione delle leggi da applicare». Ribatte il governatore del Piemonte: «Sacconi sa come me che una circolare non sostituisce la legge e solo la magistratura può interpretarla».
Oggi intanto ci sarà a Milano l’udienza del Tar contro la Regione Lombardia che ha diffidato tutte le strutture sul suo territorio dall’ospitare gli ultimi giorni di Eluana. I legali della famiglia chiedono ai giudici amministrativi un atto d’urgenza che annullerebbe il veto di Formigoni, il quale si troverebbe così il «problema» in casa propria. Eluana, ora ricoverata a Lecco, «è una cittadina a carico di questo servizio sanitario regionale - dicono gli avvocati - e quindi questo deve farsi carico di applicare l'ordinanza di interruzione dell'alimentazione».
Il sottosegretario Eugenia Roccella sostiene invece che «eseguire la sentenza non è compito del servizio sanitario nazionale che deve curare, rispettando così la sua legge istitutiva». La sentenza è attesa nei prossimi giorni, forse già domani. Solo dopo quel momento Beppino Englaro deciderà se muoversi con una richiesta specifica di ricovero e dove. Contatti già esistono, al fine di valutare la concretezza delle disponibilità offerte in Piemonte, Emilia, Campania e non solo. L’équipe di medici è pronta da tempo: tutto sta a ricevere luce verde da un ospedale o una clinica.
Sul versante politico, i Radicali e Sinistra Democratica scrivono una lettera aperta «alla Conferenza delle Regioni, al suo presidente Vasco Errani e a tutti i governatori delle Regioni italiane» affinché la sentenza che autorizza lo stop alle terapie sia applicata. «Noi - scrivono i politici tra cui Claudio Fava e Gloria Buffo (Sd), Marco Cappato e Antonella Casu (Radicali) - vi interpelliamo perché è vostra precisa responsabilità, delle Regioni e non più dello Stato come invece abusivamente il ministro Sacconi ha affermato, il funzionamento del servizio sanitario nazionale. Che deve essere in grado di far rispettare i diritti delle persone nell'accesso al sistema sanitario, i doveri dei medici e delle strutture sanitarie nei confronti dei pazienti, e dunque deve applicare una sentenza definitiva che tutela la libertà di scelta delle persone».
E ieri tredici eurodeputati italiani hanno presentato un'interrogazione alla Commissione europea sulla circolare di Sacconi.
Sacconi insiste, Bresso attacca: La legge vale più di una circolare
di Federica Fantozzi
Botta e risposta tra Bresso e Sacconi. Appello di Radicali e Sd ai presidenti di Regione: «Attuare la sentenza è responsabilità vostra». Oggi il Tar discute il veto di Formigoni a tutte le strutture lombarde.
Botta e risposta tra la presidente del Piemonte Mercedes Bresso, che ha ufficializzato la disponibilità della sua regione ad accogliere Eluana Englaro, e il ministro Sacconi, autore della circolare che vieta a tutte le regioni lo stop all’alimentazione artificiale per la ragazza in coma da 17 anni.
Bresso aveva precisato che l’eventuale ricovero avverrebbe «ovviamente in una struttura pubblica perché quelle private sono sotto scacco del ministro». Ieri la replica del titolare del Welfare: «Non metto sotto scacco nessuno, ho fatto solo una ricognizione delle leggi da applicare». Ribatte il governatore del Piemonte: «Sacconi sa come me che una circolare non sostituisce la legge e solo la magistratura può interpretarla».
Oggi intanto ci sarà a Milano l’udienza del Tar contro la Regione Lombardia che ha diffidato tutte le strutture sul suo territorio dall’ospitare gli ultimi giorni di Eluana. I legali della famiglia chiedono ai giudici amministrativi un atto d’urgenza che annullerebbe il veto di Formigoni, il quale si troverebbe così il «problema» in casa propria. Eluana, ora ricoverata a Lecco, «è una cittadina a carico di questo servizio sanitario regionale - dicono gli avvocati - e quindi questo deve farsi carico di applicare l'ordinanza di interruzione dell'alimentazione».
Il sottosegretario Eugenia Roccella sostiene invece che «eseguire la sentenza non è compito del servizio sanitario nazionale che deve curare, rispettando così la sua legge istitutiva». La sentenza è attesa nei prossimi giorni, forse già domani. Solo dopo quel momento Beppino Englaro deciderà se muoversi con una richiesta specifica di ricovero e dove. Contatti già esistono, al fine di valutare la concretezza delle disponibilità offerte in Piemonte, Emilia, Campania e non solo. L’équipe di medici è pronta da tempo: tutto sta a ricevere luce verde da un ospedale o una clinica.
Sul versante politico, i Radicali e Sinistra Democratica scrivono una lettera aperta «alla Conferenza delle Regioni, al suo presidente Vasco Errani e a tutti i governatori delle Regioni italiane» affinché la sentenza che autorizza lo stop alle terapie sia applicata. «Noi - scrivono i politici tra cui Claudio Fava e Gloria Buffo (Sd), Marco Cappato e Antonella Casu (Radicali) - vi interpelliamo perché è vostra precisa responsabilità, delle Regioni e non più dello Stato come invece abusivamente il ministro Sacconi ha affermato, il funzionamento del servizio sanitario nazionale. Che deve essere in grado di far rispettare i diritti delle persone nell'accesso al sistema sanitario, i doveri dei medici e delle strutture sanitarie nei confronti dei pazienti, e dunque deve applicare una sentenza definitiva che tutela la libertà di scelta delle persone».
E ieri tredici eurodeputati italiani hanno presentato un'interrogazione alla Commissione europea sulla circolare di Sacconi.
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