mercoledì 15 dicembre 2010

«Vogliono negare legittimità a Englaro»

«Vogliono negare legittimità a Englaro»

Maurizio Mori, L'Unità, il 29/11/10

La presenza di Beppino Englaro e Mina Welby alla trasmissione di Fazio e Saviano lunedì 15 novembre ha scatenato un putiferio: dal 17 Avvenire pubblica in prima pagina un memo «Lasciateli parlare» adeguandosi ad una tecnica di lobbying mediatica ormai di moda. Il giornale dei vescovi cattolici sostiene che l’intervento avrebbe ferito quei familiari che assistono i pazienti in stato vegetativo e chiede una replica per dire che l’assistenza è un «atto d’amore in nome di una vita degna di essere vissuta a pieno titolo» e non una scelta fatta in base ad «una fede oscurantista».

Ma chi è contento della scelta celibataria o di fedeltà al proprio partner, non si sente ferito nell’intimo se la televisione presenta storie di personaggi illustri adulteri o dediti alla promiscuità. E chi è felice di dedicare la propria vita allo studio, non è offeso dal Grande Fratello, né chiede contro-trasmissioni per mostrare il bello dello studio. Allo stesso modo, chi è dedito all’assistenza del familiare in stato vegetativo non dovrebbe sentirsi offeso dalle scelte di Englaro/Welby. Questi hanno solo ricordato la possibilità di un’opzione diversa rispetto a quella dell’assistenza: se l’interessato lo vuole, ha titolo di chiudere la partita; se non vuole è ben libero di tenerla aperta e richiedere il sacrosanto diritto all’assistenza. Per questo la richiesta di replica è priva di senso e di fondamento.

Perché allora tanto putiferio? Perché sul fine-vita il vitalismo ippocratico si sta sgretolando, nonostante i puntelli tesi a ridefinire lo Stato Vegetativo Permanente come «grave disabilità», a negare che la nutrizione artificiale è una «terapia» e a rassicurare che tutto è sotto controllo. I vitalisti hanno paura di Beppino perché la sua voce è come quella del bambino che esclama: «Ma il re è nudo!», rivelando che la realtà è diversa da come Roccella e Co. la dipingono. Diversamente dalle roboanti dichiarazioni ufficiali, le persone si interrogano e moltissime ritengono sia giusto rispettare la volontà di chi sceglie come Eluana.

L’insistente richiesta di replica è il segno che i vitalisti si sentono nel bunker e accerchiati. Dichiarano di appellarsi alla "par condicio", ma in realtà vogliono parlare solo per negare legittimità e valore morale alla scelta di Englaro. Vogliono riaffermare che l’assistenza è l’unica scelta etica e degna nel tentativo di creare le condizioni per imporla a tutti per legge col ddl Calabrò iniquo e liberticida.

Bravo Fazio! resistendo alla richiesta di replica hai dato un esempio di laicità rispettosa del pluralismo etico e contrastato il mono-pensiero vitalista difeso (ahimè!) dal cattolicesimo ufficiale.

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