Quando "A Sua immagine" rifiutò spazio a Englaro
Francesco Peloso, Il Secolo XIX, il 29/11/10
Domenica 8 febbraio 2009, su Rai Uno a metà mattinata è in onda "A Sua immagine", programma cattolico al 100%: vengono inquadrati pane e acqua, simbolo di idratazione e alimentazione, le funzioni artificiali che tengono in vita Eluana Englaro. Dopo una lunga battaglia, il caso si chiuderà con la morte della ragazza, in stato vegetativo per 16 anni. Le organizzazioni pro-life cattoliche e la Chiesa attaccano il padre di Eluana, Beppino, e quanti sostengono la possibilità di interrompere alimentazione e idratazione, il cardinale Camillo Ruini parla di omicidio.
"A Sua immagine" non fa eccezione, e naturalmente non offre il diritto di replica invocato dopo la puntata di "Vieni via con me" dedicata ai casi Englaro e Welby. E il motivo è semplice: "A Sua immagine" è un programma in convenzione con la Conferenza episcopale dove contenuti e gli ospiti sono decisi dalla Cei. Per altro nel contenitore cattolico della domenica mattina viene sempre trasmesso, in diretta l’Angelus del Papa. Dunque la richiesta del diritto di replica, sventolata in questi giorni da Avvenire, politici e leader di organizzazioni cattoliche, non sembra argomento imbattibile: i precedenti sono imbarazzanti.
Ma c’è anche un altro caso, recentissimo. Raiuno alla fine di ottobre trasmette la fiction su Pio XII. Il film, prodotto dalla Lux Vide, vicina all’Opus Dei, viene criticato dalle comunità ebraiche. È agiografica, dicono, e poi accusano: non racconta la verità sulle responsabilità della Chiesa nelle deportazioni e sul ruolo di Pacelli. Anche in questo caso viene evocato il ruolo del servizio pubblico. Nessun diritto di replica, ovviamente, viene rispettato.
Ieri "A Sua immagine" ha offerto spazio a storie di malati concluse bene, lo stesso farà "Porta a porta". A irritare la Cei, però, è stata anche la presenza, nel programma di Fazio, di un prete "contro" come don Andrea Gallo, Avvenire l’ha definito "vanitoso". Oggi si replica: a "Vieni via con me" ci sarà don Luigi Ciotti, altro sacerdote non troppo amato dalle gerarchie ecclesiastiche ma che gode di ampio seguito: si parlerà di legalità e volontariato.
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