Ravasin lancia il suo grido alle istituzioni
Il Riformista del 22 aprile 2009, pag. 6
A.C.
«Mi viene sottratta l`unica libertà che mi è rimasta: quella di poter decidere sulla mia morte». Il «grido», come lo definisce lui stesso, è di Paolo Ravasin, immobilizzato nel suo letto dalla sclerosi laterale amiotrofica che lo ha registrato in un video rivolto al Presidente della Repubblica e ai presidenti delle Camere. Già lo scorso luglio. Ravasin aveva registrato un video. Si trattava del proprio testamento biologico ed era stato reso pubblico proprio nei giorni in cui il Parlamento decideva di trascinare la Cassazione davanti alla Corte Costituzionale, rea di aver deciso sul caso Englaro e accusata di invasione di campo. Ebbene, dopo l`approvazione in Senato del testo Calabrò, ieri Ravasin è tornato alla carica, stavolta con un appello alle massime cariche dello Stato. Come fece Piergiorgio Welby. Sono proprio di Welby le parole prese a prestito da Ravasin per l`incipit del messaggio, per spiegare che questo suo «grido» non è di «disperazione ma carico di speranza umana e civile per questo nostro Paese». Dopo aver ricordato che tutte le difficoltà non gli hanno tolto la voglia di lottare per sopravvivere, Ravasin ha però aggiunto che «non é facile convivere ogni giorno con dolori continui e crescenti e con la febbre che va e viene periodicamente, con i continui trattamenti antibiotici». «Perciò - ha ricordato - un anno fa ho sentito la necessità di redigere il mio testamento biologico, che poi ho voluto fosse ripreso anche con un video affinché la mia volontà fosse conosciuta e considerata insuperabile: ho stabilito la soglia in cui non ritengo più la mia vita debba essere portata avanti a tutti i costi e ho chiesto che si avesse rispetto della mia decisione». «Con grande tristezza ha detto ancora Ravasin - ho appreso la notizia dell`approvazione al Senato della legge, formalmente sul testamento biologico, ma sostanzialmente contro il testamento biologico, che rende carta straccia le mie direttive anticipate e in particolare la mia decisione di non sottopormi ad alimentazione e nutrizione artificiali quando non sarò più in grado di nutrirmi e bere naturalmente». «Ognuno di noi - ha accusato, allora - alla fine dei suoi giorni è solo di fronte alla morte, ma lo Stato e la Chiesa hanno preteso di sostituirsi a Dio». Quindi, citando ancora Welby, ha concluso: «lo credo che si possa, per ragioni di fede o di potere, giocare con le parole ma non credo che per le stesse ragioni si possa giocare con la vita altrui».
Il Riformista del 22 aprile 2009, pag. 6
A.C.
«Mi viene sottratta l`unica libertà che mi è rimasta: quella di poter decidere sulla mia morte». Il «grido», come lo definisce lui stesso, è di Paolo Ravasin, immobilizzato nel suo letto dalla sclerosi laterale amiotrofica che lo ha registrato in un video rivolto al Presidente della Repubblica e ai presidenti delle Camere. Già lo scorso luglio. Ravasin aveva registrato un video. Si trattava del proprio testamento biologico ed era stato reso pubblico proprio nei giorni in cui il Parlamento decideva di trascinare la Cassazione davanti alla Corte Costituzionale, rea di aver deciso sul caso Englaro e accusata di invasione di campo. Ebbene, dopo l`approvazione in Senato del testo Calabrò, ieri Ravasin è tornato alla carica, stavolta con un appello alle massime cariche dello Stato. Come fece Piergiorgio Welby. Sono proprio di Welby le parole prese a prestito da Ravasin per l`incipit del messaggio, per spiegare che questo suo «grido» non è di «disperazione ma carico di speranza umana e civile per questo nostro Paese». Dopo aver ricordato che tutte le difficoltà non gli hanno tolto la voglia di lottare per sopravvivere, Ravasin ha però aggiunto che «non é facile convivere ogni giorno con dolori continui e crescenti e con la febbre che va e viene periodicamente, con i continui trattamenti antibiotici». «Perciò - ha ricordato - un anno fa ho sentito la necessità di redigere il mio testamento biologico, che poi ho voluto fosse ripreso anche con un video affinché la mia volontà fosse conosciuta e considerata insuperabile: ho stabilito la soglia in cui non ritengo più la mia vita debba essere portata avanti a tutti i costi e ho chiesto che si avesse rispetto della mia decisione». «Con grande tristezza ha detto ancora Ravasin - ho appreso la notizia dell`approvazione al Senato della legge, formalmente sul testamento biologico, ma sostanzialmente contro il testamento biologico, che rende carta straccia le mie direttive anticipate e in particolare la mia decisione di non sottopormi ad alimentazione e nutrizione artificiali quando non sarò più in grado di nutrirmi e bere naturalmente». «Ognuno di noi - ha accusato, allora - alla fine dei suoi giorni è solo di fronte alla morte, ma lo Stato e la Chiesa hanno preteso di sostituirsi a Dio». Quindi, citando ancora Welby, ha concluso: «lo credo che si possa, per ragioni di fede o di potere, giocare con le parole ma non credo che per le stesse ragioni si possa giocare con la vita altrui».
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