martedì 7 aprile 2009

Non aggredite il mio corpo in nome di una politica sciagurata

Non aggredite il mio corpo in nome di una politica sciagurata*
L’appello di un malato mentre il Parlamento discute di testamento biologico

di Paolo Ravasin**

Mi chiamo Paolo Ravasin. Il 4 aprile compirò 49 anni. Vivo a Monastier, Treviso, in una casa-soggiorno per disabili. Sono gravemente malato, da molto anni, di sclerosi laterale amiotrofica (Sla), la stessa malattia di cui soffriva Luca Coscioni, nel cui nome vive e lotta l’associazione della quale io mi considero un militante. Il 21 luglio scorso ho espresso chiaramente le mie volontà, in un video-testamento che si può facilmente trovare su internet, digitando il mio nome.

Ancora oggi voglio ripetere che, nel caso in cui le mie condizioni si aggravassero e non fossi più in grado di nutrirmi in via ordinaria, oppongo il mio netto rifiuto a ogni forma di idratazione e alimentazione artificiali, sostitutive della modalità naturale. Tale rifiuto deve essere considerato efficace, anche nel caso in cui dovessi perdere la capacità di esprimere e confermare la mia volontà. Inoltre, da quel momento, rifiuto qualsiasi terapia medica per la mia malattia, o per eventuali complicazioni che dovessero insorgere, ad esclusione dei farmaci necessari ad alleviare la mia sofferenza, derivante in particolare dalla disidratazione. Infine, oppongo il mio rifiuto ad ogni trasferimento in strutture ospedaliere. Sono perfettamente informato, e dunque pienamente consapevole, delle conseguenze cui vado incontro con queste decisioni, che ancora una volta confermo.

Ma adesso ho paura. Giovedì scorso il Senato ha approvato un testo di legge che rappresenta per me – ma in realtà per tutti gli italiani - una minaccia grave e intollerabile. La mia volontà, secondo i fautori di questa politica sciagurata, non conta nulla. Se non sarò più in grado di esprimermi, verrò aggredito in nome della legge. Lo Stato intende arrogarsi il diritto d’ufficio di bucare il mio stomaco per introdurvi acqua e cibo; oppure, in alternativa, di inserirmi un sondino nel naso, attraverso il quale iniettare allo stomaco il nutrimento, con l’ausilio di una “nutri-pompa”. Io ribadisco che non voglio, assolutamente non voglio essere sottoposto a questi trattamenti. Eppure non potrei impedirlo, perchè la “mia” vita e il “mio” corpo, dicono i sostenitori di questa legge, non sono veramente miei. (E di chi sono, allora?). Dicono anche che idratazione e alimentazione artificiali non sono terapie, neppure se somministrate in questa forma, contro ogni evidenza e nonostante il parere opposto di tutta la comunità scientifica internazionale. Perciò la vita artificiale potrebbe venirmi imposta, se necessario con la forza, in nome di un principio pseudo-religioso, oscurantista e dogmatico.

E’ in corso il tentativo di trasformare l’Italia in uno Stato confessionale, o addirittura teocratico, sulla pelle dei tanti che si trovano nella mia stessa condizione. Ebbene, io non ci sto. Non ho intenzione di sottostare a questo malvagio arbitrio. Se questa legge contro il testamento biologico - dunque contro tutti gli italiani - dovesse essere approvata in via definitiva, mi opporrò in tutte le sedi possibili, con le mie poche forze e l’aiuto dei miei cari, per rivendicare il rispetto della mia volontà. Intendo sottrarmi a questa violenza inaudita e gratuita, a qualsiasi costo, sino alle estreme conseguenze. Mi auguro che tanti cittadini, di tutti gli orientamenti politici o religiosi, facciano sentire nei prossimo giorni la loro voce, affinché non venga portato a termine questo scempio contro lo Stato laico e di diritto.

NOTE

*da “Vanity Fair
** Malato di sclerosi laterale amiotrofica (Sla), 49 anni, lotta per non essere alimentato artificialmente se le sue condizioni si aggraveranno.

Nessun commento: