mercoledì 1 aprile 2009

Quando il prolungamento della vita - non vita è un atto di violenza

Quando il prolungamento della vita - non vita è un atto di violenza

La Voce Repubblicana del 1 aprile 2009, pag. 3

di Gian Piero Calchetti

Confessiamo che, se non si trattasse di cosa assai seria e delicata, saremmo portati a pensare che lo "scivolone" del Senato in merito al provvedimento di legge relativo al "Testamento Biologico", allorché, svilendone completamente le motivazioni d`origine, ha voluto introdurre la "sacconiana" variante che fa obbligo ai sanitari, al di là della interruzione delle cure, di provvedere, comunque, alla nutrizione ed alla idratazione del paziente in stato di coma vegetativo irreversibile, sia stato concepito all`unico scopo di far finalmente desistere Marco Pannella dalla prassi, ormai stantia e scontata, di ricattare moralmente gli italiani con lo sciopero della fame e della sete. In verità, l`obbligo a somministrare nutrimenti ed acqua al malato in consolidata fase terminale irreversibile, al di là dell`impatto traumatico e violento che, comunque, avrà rispetto alla volontà ed alla determinazione dell`immarcescibile deputato radicale, cui, in qualche modo, in caso di imminente rischio di vita, magari con un imbuto, come si faceva ai tempi della Santa inquisizione per la tortura dell`acqua o, in tempi più recenti, con il Fascismo per far ingurgitare olio di ricino, qualcuno dovrà pur provvedere, apre una serie di problematiche di caratura istituzionale e religiosa che il Senato, consapevolmente o inconsapevolmente non fa differenza, ha del tutto ignorato.

Ossequio

Problematiche che, invece, a nostro parere, per l`alta valenza socio-economica e politico-giuridica, non potevano e non dovevano essere ignorate e che, se i senatori, invece di piegarsi, del tutto ossequiosi ed imbelli, ai desiderata della Chiesa di Roma, avessero solo minimamente preso in considerazione, avrebbero certamente evitato che il nostro Paese, fosse additato, a livello del più ampio consesso mondiale delle nazioni avanzate, come civilmente ed eticamente arretrato ed oscurantista. Ci spieghiamo muovendoci su più fronti: quello del diritto naturale, quello costituzionale, quello della libertà religiosa e quello economico, rapportato, quest`ultimo, alla condizione di sostanziale default amministrativo che, da anni, connota "parenchimaticamente" ormai il bilancio italiano. Nella fattispecie, il provvedimento adottato, facendo obbligo al cittadino, che si trova in stato di costrizione sanitaria ed in condizioni di totale impotenza, è, di fatto, costretto, non ostante l`espressa volontà d`essere lasciato morire in pace, a subire un forzoso prolungamento della sua vita-non vita, e, quindi, a subire un atto di vera e propria violenza.

Diritto naturale

Questo grave vulnus confligge apertamente con il Diritto Naturale. don la Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo, promulgata, il 10 Gennaio 1948 a Parigi, e con la nostra stessa Costituzione che pongono, in maniera formale, a base dell`intera "costellazione" dei diritti del cittadino, il libero arbitrio, la inviolabilità della persona e la libertà di disporre, naturalmente senza arrecare danno al prossimo, della "sorte" del proprio corpo, ovvero di decidere, in piena libertà ed autonomia, se vivere o morire, se curarsi o non curarsi, se nutrirsi o meno. Se, poi, trasferiamo l`impatto di questa decisione coattiva al cospetto dei postulati delle diverse religioni professate, tra cui, in primis. quella coranica, talmente cogente nelle sue "prescrizioni" al punto d`essersi costituita presso diversi stati islamici, attraverso la Sharia, quale legge fondamentale, che regola in ogni minima sfaccettatura la vita morale, sociale, politica e civile degli adepti, ci troviamo, inevitabilmente, a fare i conti, ad esempio con la "regola" che impone al musulmano di non mangiare carne di porco (non sembri questa una forzatura od una boutade, perché possiamo ben testimoniare, grazie l`esperienza fatta, come volontari, presso la mensa, per i rifugiati politici, di Via degli Astalli, a Roma, quante e quante volte i commensali di fede musulmana, ci abbiano esplicitamente domandato quale tipo di carne mettessimo a tavola). Ebbene, di fronte ad una realtà italiana sempre più multietnica e ad una molteplicità, crescente, di soggetti in stato di coma vegetativo irreversibile (alcune migliaia) che, allo stato delle cose, caratterizzano la situazione sanitaria del nostro Paese, a meno di non voler provocare, anche in questo campo, per motivi di discriminazione razziale e religiosa, l`insorgenza di qualche disordine, gli ospedali e le cliniche specializzate nella gestione di questi casi, senza voler aggiungere la specificità dei "vegetariani" e della compatibilità dei diversi tipi di nutrizione da "approntare" con il bisogno di tenere, in vita, ad ogni costo, i pazienti loro affidati, dovranno certamente operare ben al di sopra di ogni "sospetto". Per ultimo, ma non ultimo per importanza, ci sovviene, infine, il problema dei costi, per le Casse dello Stato, già indebitato fin oltre il 106% del Prodotto interno lordo (P.I.L.), per il sostegno di questa crociata, di stampo prettamente fondamentalista, atta a tenere in vita, ad ogni costo e malgrado ogni espressa e documentata volontà contraria, rilasciata a futura memoria, il cittadino irreversibilmente comatoso Ebbene, si dà il caso che ogni giorno di ricovero in ospedale, allo stato attuale dei costi, pesi sul Sistema Sanitario Nazionale per almeno 7/800 curo. E questo, prescindendo totalmente dall` onere delle medicine, degli interventi chirurgici, di terapie più o meno complesse e dell`uso di macchinari. Purtroppo, il calcolo globale dei costi della legge in specie, anche se riteniamo sia dell`ordine, per anno, di diverse centinaia di milioni di curo, non siamo in grado di farlo. Non siamo in gradi di farlo perché sostanzialmente impossibilitati ad effettuare una rilevazione statistica attendibile, in quanto, a meno che non si provveda ad emendarla, è più che probabile che pochissimi saranno quelli che procederanno alla redazione di un Testamento Biologico.

Sottrazione

Pochissimi perché, in fondo, come molti commentatori hanno tenuto a sottolineare, la "stesura" formale del Testamento Biologico non ha più ragion d`essere, essendo venute a mancare, anche in termini strettamente giuridici, le ragioni che presiedevano all`atto dispositivo del finis vitae, in quanto l`oggetto della disposizione è stato "autoritativamente" sottratto alla potestà del singolo cittadino che, fino ad oggi, a partire, come abbiamo visto, dal Diritto naturale, per salire, su su, fino alla Costituzione Repubblicana, era universalmente ritenuto del tutto autocrate in materia.

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