l’Unità 5.4.09
A chi appartiene la vita?
Quella sul testamento biologico è una nuova legge truffa. Lo spiega Paolo Flores d’Arcais in un libro uscito subito dopo il voto in Senato
di Furio Colombo
Non dite «ci penserà la Corte Costituzionale». L’opposizione è un dovere dei parlamentari della minoranza. Esclusi dal potere ma non dall’impegno di dare voce a chi li ha eletti. L’opposizione è un diritto dei cittadini. È vero, la Corte Costituzionale abbatte a una a una le leggi clamorosamente anticostituzionali della maggioranza Berlusconi e del trasversale partito vaticano. Ma ogni sentenza è per forza lontana dal punto in cui entrano in vigore leggi che infettano l’integrità e la coerenza storica, morale, persino logica dell’ordinamento giuridico italiano. Per esempio la legge 40 sulla «procreazione assistita», di fatto impedita, che ha spinto chi poteva a chiedere soccorso nei Paesi normali e ha impedito la tutela della salute delle donne per alcuni anni. La legge è entrata in vigore nel 2004 ed è stata in parte cancellata soltanto ora.
Perciò non dite «ci penserà la Corte Costituzionale». Non solo per il tempo che passa, e i mesi o gli anni di danno irrimediabile. Ma anche perché ci sono materie in cui, una volta che si radica e si allarga lo spazio «Chiesa-Stato» (la Chiesa dispone, lo Stato impone) l’aggressione a diritti fondamentali finisce per invadere gli spazi residui di libertà, per negare ogni legame con il resto del mondo democratico, ma anche con quel che di normale e decente c’è nel nostro passato. Così sta accadendo con il «testamento biologico», una forma inedita di legge-truffa che inganna sul piano giuridico (è una legge fondata sulla menzogna) inganna sul piano politico (nega e cancella ciò che promette nel primo articolo), inganna sul piano morale (vieta la tua libera volontà di decidere). Invano tutti i sondaggi indicano che il 70% degli italiani vuole un vero testamento biologico. La maggioranza parlamentare, credenti e non, ma pur sempre affiliati all’impero celeste di Mediaset (poche e nobili le eccezioni) vota compatta per il biotestamento-truffa. Così è avvenuto in Senato.
Contro questa truffa Paolo Flores d’Arcais ha pubblicato un «instant book» (edito da Ponte alle Grazie) che è lo scatto di indignazione di un cittadino umiliato e offeso e avrebbe dovuto essere lo scatto di indignazione di un Parlamento umiliato e offeso: «Noi tutti siamo contro la pena capitale. Ora, nel caso del malato terminale, abbiamo a che fare con un condannato a morte che non ha commesso alcun delitto ma la condanna si sta eseguendo attraverso indicibili torture. E persino gli Stati ancora a favore della pena capitale da tempo hanno escluso che la pena possa essere eseguita con modalità disumane» (pag. 131).
Ecco ciò che il Senato italiano ha accettato di votare alcuni giorni fa con ben pochi scatti di indignazione (i Radicali, un po’ di Partito Democratico, alcuni obiettori di destra): primo, continuiamo a chiamare «testamento» un documento inutile. I due peggiori tormenti su una vita finita, detti eufemisticamente «nutrizione» e «idratazione», sono imposti per legge, qualunque cosa tu voglia o dica o annunci o prescriva mentre sei lucido e cosciente. Secondo, esprimi pure le tue povere volontà, cittadino-suddito. Il medico, comunque, è autorizzato, e anzi spinto dalla legge, a negare la tua volontà, a non tenerne conto. Al malato terminale vengono tolti «a valle» della sua vita, tutti i diritti e le garanzie perché «a monte», esiste la dottrina della Chiesa cattolica (o meglio, la volontà politica della superiore gerarchia vaticana) che devi accettare anche se non ti riguarda, per decisione dello Stato confessionale che ti governa. Ho riassunto lo stato delle cose, mentre la legge-truffa sul testamento biologico sta per arrivare alla Camera dei deputati. Ma questo è il percorso del lucido intenso libro di Paolo Flores d’Arcais che offre ai deputati che dovranno decidere in coscienza inconfutabili argomenti logici, oltre allo scandalo della truffa.
La truffa ovviamente non consiste nell’aperta e legittima decisione di respingere l’idea di qualunque tipo di testamento biologico. La truffa è nel dirti «sì» per poi abbattere la legge discussa e votata attraverso l’espediente di stabilire, alla fine, che, comunque, la tua volontà non conta.
Per questo Flores d’Arcais chiede, fin dal titolo del suo drammatico saggio sul più penoso evento italiano: «A chi appartiene la tua vita?». Come in una dittatura alla Orwell, la risposta della legge Berlusconi-Vaticano è: «tranquillo, la tua vita appartiene a noi». Quel noi è ripugnante, in parte arrogante in parte servile. Sembra religioso ed è solo illegale. Ecco il momento di non cedere. Ci dà ragione il 70 per cento dei cittadini. E la Costituzione.
A chi appartiene la vita?
Quella sul testamento biologico è una nuova legge truffa. Lo spiega Paolo Flores d’Arcais in un libro uscito subito dopo il voto in Senato
di Furio Colombo
Non dite «ci penserà la Corte Costituzionale». L’opposizione è un dovere dei parlamentari della minoranza. Esclusi dal potere ma non dall’impegno di dare voce a chi li ha eletti. L’opposizione è un diritto dei cittadini. È vero, la Corte Costituzionale abbatte a una a una le leggi clamorosamente anticostituzionali della maggioranza Berlusconi e del trasversale partito vaticano. Ma ogni sentenza è per forza lontana dal punto in cui entrano in vigore leggi che infettano l’integrità e la coerenza storica, morale, persino logica dell’ordinamento giuridico italiano. Per esempio la legge 40 sulla «procreazione assistita», di fatto impedita, che ha spinto chi poteva a chiedere soccorso nei Paesi normali e ha impedito la tutela della salute delle donne per alcuni anni. La legge è entrata in vigore nel 2004 ed è stata in parte cancellata soltanto ora.
Perciò non dite «ci penserà la Corte Costituzionale». Non solo per il tempo che passa, e i mesi o gli anni di danno irrimediabile. Ma anche perché ci sono materie in cui, una volta che si radica e si allarga lo spazio «Chiesa-Stato» (la Chiesa dispone, lo Stato impone) l’aggressione a diritti fondamentali finisce per invadere gli spazi residui di libertà, per negare ogni legame con il resto del mondo democratico, ma anche con quel che di normale e decente c’è nel nostro passato. Così sta accadendo con il «testamento biologico», una forma inedita di legge-truffa che inganna sul piano giuridico (è una legge fondata sulla menzogna) inganna sul piano politico (nega e cancella ciò che promette nel primo articolo), inganna sul piano morale (vieta la tua libera volontà di decidere). Invano tutti i sondaggi indicano che il 70% degli italiani vuole un vero testamento biologico. La maggioranza parlamentare, credenti e non, ma pur sempre affiliati all’impero celeste di Mediaset (poche e nobili le eccezioni) vota compatta per il biotestamento-truffa. Così è avvenuto in Senato.
Contro questa truffa Paolo Flores d’Arcais ha pubblicato un «instant book» (edito da Ponte alle Grazie) che è lo scatto di indignazione di un cittadino umiliato e offeso e avrebbe dovuto essere lo scatto di indignazione di un Parlamento umiliato e offeso: «Noi tutti siamo contro la pena capitale. Ora, nel caso del malato terminale, abbiamo a che fare con un condannato a morte che non ha commesso alcun delitto ma la condanna si sta eseguendo attraverso indicibili torture. E persino gli Stati ancora a favore della pena capitale da tempo hanno escluso che la pena possa essere eseguita con modalità disumane» (pag. 131).
Ecco ciò che il Senato italiano ha accettato di votare alcuni giorni fa con ben pochi scatti di indignazione (i Radicali, un po’ di Partito Democratico, alcuni obiettori di destra): primo, continuiamo a chiamare «testamento» un documento inutile. I due peggiori tormenti su una vita finita, detti eufemisticamente «nutrizione» e «idratazione», sono imposti per legge, qualunque cosa tu voglia o dica o annunci o prescriva mentre sei lucido e cosciente. Secondo, esprimi pure le tue povere volontà, cittadino-suddito. Il medico, comunque, è autorizzato, e anzi spinto dalla legge, a negare la tua volontà, a non tenerne conto. Al malato terminale vengono tolti «a valle» della sua vita, tutti i diritti e le garanzie perché «a monte», esiste la dottrina della Chiesa cattolica (o meglio, la volontà politica della superiore gerarchia vaticana) che devi accettare anche se non ti riguarda, per decisione dello Stato confessionale che ti governa. Ho riassunto lo stato delle cose, mentre la legge-truffa sul testamento biologico sta per arrivare alla Camera dei deputati. Ma questo è il percorso del lucido intenso libro di Paolo Flores d’Arcais che offre ai deputati che dovranno decidere in coscienza inconfutabili argomenti logici, oltre allo scandalo della truffa.
La truffa ovviamente non consiste nell’aperta e legittima decisione di respingere l’idea di qualunque tipo di testamento biologico. La truffa è nel dirti «sì» per poi abbattere la legge discussa e votata attraverso l’espediente di stabilire, alla fine, che, comunque, la tua volontà non conta.
Per questo Flores d’Arcais chiede, fin dal titolo del suo drammatico saggio sul più penoso evento italiano: «A chi appartiene la tua vita?». Come in una dittatura alla Orwell, la risposta della legge Berlusconi-Vaticano è: «tranquillo, la tua vita appartiene a noi». Quel noi è ripugnante, in parte arrogante in parte servile. Sembra religioso ed è solo illegale. Ecco il momento di non cedere. Ci dà ragione il 70 per cento dei cittadini. E la Costituzione.
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