La Repubblica 28.10.08
Eutanasia per neonati, guerra a Firenze
An contro un convegno: quel medico olandese la pratica, non parli
Uno degli organizzatori: "Vogliamo solo sentire cosa ha da dirci"
di Michele Bocci
FIRENZE - No al convegno sull´eutanasia infantile. E soprattutto no all´arrivo del medico olandese noto per aver messo a punto un protocollo sulla «buona morte» per i neonati portatori di malattie incurabili e dolorosissime. Il parlamentare e coordinatore toscano di Alleanza Nazionale, Riccardo Migliori, si scaglia in un´interrogazione al presidente del Consiglio contro un incontro scientifico che si svolgerà giovedì e venerdì prossimi all´ospedale Meyer di Firenze, una delle strutture di avanguardia per la pediatria. «Vorrei sapere se il Comune e la Regione patrocinano un incontro del genere», attacca Migliori. Dall´ospedale rispondono che si tratta di un incontro scientifico, dove verrà discussa e forse aggiornata la cosiddetta Carta di Firenze, un documento a cui hanno lavorato trenta tra neonatologi ed esperti di bioetica e che tratta la rianimazione dei neonati prematuri. La linea di demarcazione è quella delle nascite dopo le 23 e le 24 settimane di gestazione. Per la Carta di Firenze in quei casi la rianimazione deve avvenire di comune accordo tra il neonatologo e i genitori. Prima di quel limite non ha mai senso farla, dopo va comunque affrontata perché quel bambino ha speranze di sopravvivere in condizioni di salute accettabili.
Migliori attacca la Carta dicendo che le tesi contenute sono state smentite dalla Società italiana di neonatologia e dal Consiglio superiore di sanità. L´affondo arriva però per la presenza «del medico olandese Eduard Verhagen, ideatore del protocollo di Groningen, contenente le linee guida per l´eutanasia dei bambini la cui futura qualità della vita sarà molto bassa e senza possibilità di miglioramento». La risposta a questa affermazione arriva da Giampaolo Donzelli, neonatologo che ha contribuito alla Carta ed organizza l´incontro. «Invitare un rappresentante della comunità scientifica internazionale per farsi esporre le sue tesi non vuol dire sposarle. Verhagen opera in un paese dove l´eutanasia è ammessa dalla legge, in casi specifici, e vogliamo sentire su cosa basa le sue convinzioni. Ha lavorato a lungo sulle cure di fine vita dei neonati terminali, cioè che nascono malati e sono condannati a morire rapidamente. Per lui assisterli cercando di evitare loro il massimo di sofferenze è come assistere in una analoga situazione qualsiasi altro malato, ad esempio un anziano. Inoltre per casi selezionatissimi, come l´ittiosi, una malattia dolorosissima che non dà scampo e uccide in pochi giorni, Verhagen pratica una forma di eutanasia. Noi non siamo d´accordo su questo: nella carta di Firenze c´è scritto che i firmatari sono completamente estranei da ogni forma di eutanasia pediatrica e neonatale. Non per questo rifiutiamo il confronto con la realtà olandese».
Al convegno parteciperanno vari rappresentanti delle università italiane e della Consulta di bioetica, tra cui il ginecologo Carlo Flamigni. L´intervento di Verhagen si intitola: «Perché decisioni di fine vita all´inizio della vita?». Regione Toscana e Comune di Firenze hanno dato il loro patrocinio.
Eutanasia per neonati, guerra a Firenze
An contro un convegno: quel medico olandese la pratica, non parli
Uno degli organizzatori: "Vogliamo solo sentire cosa ha da dirci"
di Michele Bocci
FIRENZE - No al convegno sull´eutanasia infantile. E soprattutto no all´arrivo del medico olandese noto per aver messo a punto un protocollo sulla «buona morte» per i neonati portatori di malattie incurabili e dolorosissime. Il parlamentare e coordinatore toscano di Alleanza Nazionale, Riccardo Migliori, si scaglia in un´interrogazione al presidente del Consiglio contro un incontro scientifico che si svolgerà giovedì e venerdì prossimi all´ospedale Meyer di Firenze, una delle strutture di avanguardia per la pediatria. «Vorrei sapere se il Comune e la Regione patrocinano un incontro del genere», attacca Migliori. Dall´ospedale rispondono che si tratta di un incontro scientifico, dove verrà discussa e forse aggiornata la cosiddetta Carta di Firenze, un documento a cui hanno lavorato trenta tra neonatologi ed esperti di bioetica e che tratta la rianimazione dei neonati prematuri. La linea di demarcazione è quella delle nascite dopo le 23 e le 24 settimane di gestazione. Per la Carta di Firenze in quei casi la rianimazione deve avvenire di comune accordo tra il neonatologo e i genitori. Prima di quel limite non ha mai senso farla, dopo va comunque affrontata perché quel bambino ha speranze di sopravvivere in condizioni di salute accettabili.
Migliori attacca la Carta dicendo che le tesi contenute sono state smentite dalla Società italiana di neonatologia e dal Consiglio superiore di sanità. L´affondo arriva però per la presenza «del medico olandese Eduard Verhagen, ideatore del protocollo di Groningen, contenente le linee guida per l´eutanasia dei bambini la cui futura qualità della vita sarà molto bassa e senza possibilità di miglioramento». La risposta a questa affermazione arriva da Giampaolo Donzelli, neonatologo che ha contribuito alla Carta ed organizza l´incontro. «Invitare un rappresentante della comunità scientifica internazionale per farsi esporre le sue tesi non vuol dire sposarle. Verhagen opera in un paese dove l´eutanasia è ammessa dalla legge, in casi specifici, e vogliamo sentire su cosa basa le sue convinzioni. Ha lavorato a lungo sulle cure di fine vita dei neonati terminali, cioè che nascono malati e sono condannati a morire rapidamente. Per lui assisterli cercando di evitare loro il massimo di sofferenze è come assistere in una analoga situazione qualsiasi altro malato, ad esempio un anziano. Inoltre per casi selezionatissimi, come l´ittiosi, una malattia dolorosissima che non dà scampo e uccide in pochi giorni, Verhagen pratica una forma di eutanasia. Noi non siamo d´accordo su questo: nella carta di Firenze c´è scritto che i firmatari sono completamente estranei da ogni forma di eutanasia pediatrica e neonatale. Non per questo rifiutiamo il confronto con la realtà olandese».
Al convegno parteciperanno vari rappresentanti delle università italiane e della Consulta di bioetica, tra cui il ginecologo Carlo Flamigni. L´intervento di Verhagen si intitola: «Perché decisioni di fine vita all´inizio della vita?». Regione Toscana e Comune di Firenze hanno dato il loro patrocinio.
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