giovedì 18 dicembre 2008

Mille casi di eutanasia clandestina, ma ora i malati avranno paura

Mille casi di eutanasia clandestina, ma ora i malati avranno paura

L'Unità del 18 dicembre 2008, pag. 17

di Giuseppe Vittori

Due anni fa, il 20 dicembre, è morto Piergiorgio Welby dopo una dura lotta per il diritto ad esprimere la sua volontà di fine vita. Sabato prossimo in tutt’Italia si raccoglieranno le firme su una petizione al Parlamento che chiede l’autodeterminazione della persona sulle scelte di fine vita. Le firme si raccolgono anche online sul sito www.associazionelucacoscioni.it. Dove è possibile scaricare anche un modulo di testamento biologico (redatto dall’associazione A buon diritto e dall’associazione Luca Coscioni) compilabile anche online.



E’ l’Istat a valutare che nel 2007 mille malati terminali si sono suicidati e almeno ottanta hanno tentato di farlo. Tremila persone, che non hanno avuto la possibilità di decidere il loro percorso di fine vita, sono in stato vegetativo permanente, come Eluana Englaro. E da anni indagini demoscopiche mostrano che una larghissima maggioranza di italiani sono favorevoli a testamento biologico e eutanasia, mentre un numero crescente di medici pratica l’eutanasia clandestina. E’ forte il rischio che l’eutanasia clandestina resti l’unica possibilità di familiari disperati e soli, non tanto dalla difficoltà delle cure quanto dalla mancanza di risposte.



Quel che avviene in Parlamento, infatti, non è rassicurante. Il Presidente del Senato Renato Schifani ha ripetuto, ieri al Quirinale, che «tempi sono maturi per una compiuta discussione parlamentare» sul testamento biologico «dove il dibattito sulle disposizioni anticipate di volontà si è arricchito dell’impegno di tutte le componenti politiche. Non è possibile, su temi di valore istituzionale e di alto contenuto morale, non confrontarsi con chi ha visioni diverse». Ma, dopo la carota, il bastone: «Salvo il diritto della maggioranza, al termine del percorso, di poter decidere».



A considerare urgente una legge sul testamento biologico che sancisca la libertà individuale di cura, è anche il Direttore della I Cattedra di Cardiologia della "Sapienza" di Roma, Francesco Fedele, dopo che dal 69esimo Congresso della Società di Cardiologia (Sic) 8 cardiologi su 10 si sono pronunciati a favore del testamento biologico. «Ovvio che noi ci siamo riferiti - spiega Fedele - al nostro specifico lavoro di cardiologi avendo precisi parametri per dire se il paziente è a fine corso o meno. Senza entrare nel merito del "caso Eluana", ravvedo l’urgenza di una legge che riconosca con la libertà individuale di cura anche l’affidamento al medico della tecnica da usare nei casi accertati di "non ritorno" ad una vita dignitosa, di qualità».



Non dev’essere dunque «la magistratura con le sentenze, né la politica con atti d’indirizzo a trattare e gestire la delicata materia ma una legge dello Stato condivisa con il contributo di tutti ed in particolare delle Società Scientifiche». Alla corretta impostazione del senatore Ignazio Marino, Fedele aggiungerebbe « l’affidamento al medico, che ne può essere anche destinatario, dell’attuazione del testamento biologico».

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