martedì 23 dicembre 2008

Eluana, Strasburgo dice «no» ai ricorsi dei gruppi cattolici. L’ira del Vaticano

l’Unità 23.12.08
Eluana, Strasburgo dice «no» ai ricorsi dei gruppi cattolici. L’ira del Vaticano
di Federica Fantozzi

L’Europa conferma: si tratta di una vicenda privata. Intanto la struttura di Udine conferma la propria disponibilità ad accogliere la ragazza. E anche la Lega friulana dice: il governo stia fuori dalla vicenda.
La Corte Europea per i diritti dell’uomo dà ragione alla famiglia di Eluana Englaro, la donna in stato vegetativo da 16 anni che ha ottenuto il diritto di morire al termine di una decennale battaglia giudiziaria. La Corte ha respinto giudicandolo «irricevibile» perché «totalmente infondato» il ricorso presentato da varie associazioni italiane contro la sentenza della Corte d’Appello di Milano che autorizza l’interruzione dell’alimentazione artificiale.
A fine novembre la Corte europea aveva già bocciato la procedura d’urgenza stabilendo per il caso l’iter normale. Adesso, la storia è finita. «Nessuna sorpresa - dice papà Beppino -. Mi aspettavo che fosse irricevibile da quando è stato presentato».
Dal Vaticano replica il cardinale Javier Lozano Barragan, sorta di “ministro della Salute” d’Oltretevere. L’uomo non può decidere sulla vita, ha detto il porporato, e «ammazzare un innocente è qualcosa di totalmente negativo». Secondo Barragan «Sacconi ha fatto una circolare dicendo che non si deve staccare la spina. La bontà o malignità di una azione non dipende da ciò che un uomo o una collettività decidono, ma da una realtà oggettiva, la vita».
Anche per il ministro degli Esteri Franco Frattini «la posizione del governo è corretta». Il segretario del Pri Francesco Nucara invece invita Sacconi «a ritirare la circolare».
La Corte Europea ha spiegato che la richiesta di discutere il caso è «irricevibile» in quanto «non è sufficiente che una legge o una sentenza violi di per sé i diritti protetti dalla Convenzione per i diritti dell’uomo, ma deve essere stata applicata a detrimento» della Convenzione stessa. Inoltre, si legge nel provvedimento, «i ricorrenti non hanno nessun legame diretto con Eluana» e quindi non possono «essere considerati vittime dirette della sentenza».
L’atto di cui «criticano il risultato e temono le conseguenze» non li tocca direttamente perché la decisione della Corte d’appello riguarda «solo le parti direttamente coinvolte» e «i fatti oggetto» della decisione. L’Europa, insomma, conferma che si tratta di una vicenda privata riguardante Eluana e i suoi familiari e non chi si senta colpito nella propria sensibilità.
È l’impostazione che sta prevalendo anche in Italia. In Friuli, nella clinica “Città di Udine”, la stanza per Eluana è ancora pronta. Il governatore Renzo Tondo, dopo aver dichiarato che la Regione «si asterrà da atti politici» ha chiarito che non esiste possibilità di revocare la convenzione alla clinica, come ventilato dalla direttiva Sacconi. E ieri, il presidente del consiglio regionale, il leghista Ballaman, si è detto d’accordo: «L’intervento del governo è stato un errore. È un fatto privato: posso auspicare che la ragazza continui a vivere, ma non entrare nelle decisioni del papà». L’Udc, che a parole minaccia la crisi, è rimasto solo.

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