martedì 23 dicembre 2008

Eluana, scontro tra Corte Europea e Vaticano

Eluana, scontro tra Corte Europea e Vaticano

Secolo XIX del 23 dicembre 2008, pag. 2

di Luca De Carolis

Un secco no, che irrita il governo e il Vaticano, concordi nel ribadire l’appoggio al ministro del Welfare Sacconi. "Sconfitto", anche se indirettamente, dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che ieri ha respinto il ricorso di diversi gruppi cattolici italiani contro la sentenza con cui nel giugno scorso la Corte d’Appello di Milano ha autorizzato la sospensione dell’alimentazione artificiale per Eluana Englaro.



Un’istanza presentata un mese fa, «irricevibile» secondo i giudici europei. Che motivano così la bocciatura: «Perché venga abolita, non è sufficiente che una sentenza o una legge violi di per sé la Convenzione dei diritti dell’uomo, ma è necessario che sia stata applicata a detrimento della Convenzione stessa». Non solo. La Corte sottolinea anche che i ricorrenti «non hanno nessun legame diretto con Eluana, quindi non possono essere considerati vittime dirette della sentenza, atto che per sua natura riguarda solo le parti direttamente coinvolte e i fatti in oggetto». Porta chiusa, quindi, al ricorso delle associazioni cattoliche, che replicano: «Prendiamo atto che la Corte non è entrata nel merito, ma va sottolineato che nelle motivazioni si dice chiaramente che quanto disposto dai giudici di Milano non obbliga nessuno alla sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione artificiale». Serafico invece Beppino Englaro: «Nessuna sorpresa, sapevo che il ricorso era irricevibile già quando è stato presentato». Mentre il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ribadisce: «La posizione del governo italiano sul caso di Eluana è quella corretta. La direttiva di Sacconi? Quello che ha detto lo ha detto non per piacere, ma perché ne è profondamente convinto».



L’esecutivo quindi, pur tra qualche imbarazzo (e i distinguo dei laici) difende l’atto di indirizzo con cui il ministro del Welfare proibisce a tutte le strutture sanitarie, pubbliche e private, di staccare il sondino alla donna di Lecco. Un provvedimento richiamato ieri sera dal Vaticano che si è espresso per bocca del cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, (una sorta di ministro della Salute d’Oltrevere): «Ammazzare un innocente è qualcosa di totalmente negativo. La settimana scorsa il ministro Sacconi ha emesso una circolare dicendo che non si deve staccare la spina: la bontà o la malignità di un’azione non dipende da quello che decidono un uomo o una collettività, ma da una realtà oggettiva. E la realtà oggettiva è la vita».



La linea del Vaticano, insomma, è chiara: appoggiare Sacconi e la sua direttiva, a cui la Santa Sede si aggrappa come ultimo baluardo contro la sentenza della Corte d’Appello di Milano, poi confermata dalla Cassazione. Il professore Antonio Spagnolo, membro dell’Accademia pontificia per la vita, precisa: «I medici sono tenuti a non fare atti che possano anticipare la morte di una persona e possono esercitare il legittimo diritto all’obiezione di coscienza . Nella vicenda di Eluana ci si trova di fronte al paradosso di voler dare corso a un’azione prima ancora che vi sia una legge in materia».



Il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ha annunciato il testo sul testamento biologico per la prossima primavera. Nell’attesa, il caso Englaro continua a combattersi nelle aule di giustizia. Gran parte del centrodestra protesta per la decisione di Strasburgo. «Per la Corte Ue contano i cavilli e non la vita delle persone» si lamenta il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano. Durissimo Luca Volontè (Udc): «Quella di Strasburgo è una sentenza nazista».



Esultano invece il centrosinistra e i Radicali, che chiedono a Sacconi di ritirare la direttiva. Guido Viale, dell’associazione Luca Coscioni, sostiene: «Bocciando il ricorso la Corte europea ha bocciato i suggeritori occulti delle intimidazioni di Sacconi. Mi auguro che ora il ministro faccia un passo indietro, ritirando l’atto di indirizzo». Mentre Anna Finocchiaro (Pd) precisa: «Commentare la sentenza mi sembra davvero fuori luogo. Ora bisogna smetterla con le polemiche e arrivare a una legge sul testamento biologico».



Si continua a discutere anche in Friuli Venezia Giulia, dove una clinica di Udine dovrebbe ospitare le ultime ore di Eluana. «L’intervento del governo sul caso è sbagliato, perché si tratta di un fatto privato» sostiene il presidente del Consiglio regionale friulano, Eduardo Ballaman (Lega Nord), secondo cui «Roccella non doveva dire alla Regione di seguire l’atto di indirizzo di Sacconi». Stasera a Udine si terrà una proiezione promossa dall’associazione cattolica Scienza e Vita, a cui parteciperà l’arcivescovo, «per riflettere sulla condizione di massima fragilità di Eluana».

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