Corriere della Sera 5.8.08
Scienza e Vita. Dietrofront sul testamento biologico
di M.D.B.
ROMA — Corregge il tiro per la seconda volta in pochi giorni, l'associazione Scienza e Vita. Dopo le forti critiche rivolte da alcuni esponenti dell'esecutivo, la presidenza ha fatto marcia indietro ribadendo: «Mai una legge sul testamento biologico. Prendiamo atto del dibattito riportato dai media e dal disappunto di alcuni membri del consiglio confermiamo la nostra posizione: netto rifiuto di una ipotesi di legge sul testamento biologico». Il comunicato è firmato dai presidenti Bruno Dallapiccola e Maria Luisa Di Pietro che solo l'altro giorno avevano annunciato l'apertura dell'associazione a un provvedimento che regolasse le dichiarazioni anticipate di volontà sulle cure da ricevere, o rifiutare, alla fine della vita. Un cambiamento di rotta rispetto alle posizioni storiche di «Scienza e Vita» che aveva determinato le dimissioni di Adriano Pessina, direttore del centro di bioetica dell'università Cattolica. Criticato soprattutto il metodo, la mancanza cioè di un confronto con il consiglio esecutivo. Sul sito web è stata pubblicata due giorni fa l'inchiesta svolta tra i medici che condividono le idee elaborate dal «pensatoio» di bioeticisti soprattutto cattolici: un corale schieramento contro il testamento biologico. Per una legge di fine vita «bisogna mettere in campo la trasversalità dei cattolici — afferma Savino Pezzotta (Udc)— dovrà ruotare attorno a due concetti di base: no all'accanimento terapeutico, no all'eutanasia».
Scienza e Vita. Dietrofront sul testamento biologico
di M.D.B.
ROMA — Corregge il tiro per la seconda volta in pochi giorni, l'associazione Scienza e Vita. Dopo le forti critiche rivolte da alcuni esponenti dell'esecutivo, la presidenza ha fatto marcia indietro ribadendo: «Mai una legge sul testamento biologico. Prendiamo atto del dibattito riportato dai media e dal disappunto di alcuni membri del consiglio confermiamo la nostra posizione: netto rifiuto di una ipotesi di legge sul testamento biologico». Il comunicato è firmato dai presidenti Bruno Dallapiccola e Maria Luisa Di Pietro che solo l'altro giorno avevano annunciato l'apertura dell'associazione a un provvedimento che regolasse le dichiarazioni anticipate di volontà sulle cure da ricevere, o rifiutare, alla fine della vita. Un cambiamento di rotta rispetto alle posizioni storiche di «Scienza e Vita» che aveva determinato le dimissioni di Adriano Pessina, direttore del centro di bioetica dell'università Cattolica. Criticato soprattutto il metodo, la mancanza cioè di un confronto con il consiglio esecutivo. Sul sito web è stata pubblicata due giorni fa l'inchiesta svolta tra i medici che condividono le idee elaborate dal «pensatoio» di bioeticisti soprattutto cattolici: un corale schieramento contro il testamento biologico. Per una legge di fine vita «bisogna mettere in campo la trasversalità dei cattolici — afferma Savino Pezzotta (Udc)— dovrà ruotare attorno a due concetti di base: no all'accanimento terapeutico, no all'eutanasia».
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