Corriere della Sera 3.1.11
Fine vita, blitz sulla legge per stanare Udc e futuristi
La centrista Binetti: dobbiamo approvarla a ogni costo. Lupi accusa: finora Fini ha frenato l’iter
di Monica Guerzoni
ROMA — Sul testamento biologico la maggioranza fa sul serio. Tra l’ 11 e il 12 gennaio la conferenza dei capigruppo della Camera potrebbe calendarizzare la legge, per approvarla a tempo di record. «L’iter è finito da oltre quattro mesi, non possiamo tenerla ancora lì col rischio di farla morire» accelera il vicepresidente dei deputati del Pdl, il cattolico Maurizio Lupi. A lanciare l’offensiva su temi etici e fine vita è stato nei giorni scorsi il ministro Maurizio Sacconi, Pdl. Il responsabile del Welfare, con delega alla bioetica, ha chiesto che il ddl Calabrò sia messo all’ordine del giorno e non ha fatto mistero di come, nel governo, si lavori per riunire moderati e cattolici in una nuova e più larga maggioranza. A La Tribuna di Treviso Sacconi ha confermato gli obiettivi della legge: «Evitare l’accanimento terapeutico e garantire sempre, allo stesso tempo, i bisogni vitali come l’idratazione e l’alimentazione» . Il piano di Palazzo Chigi è fin troppo esplicito: usare il grimaldello dei temi sensibili per spaccare il Fli e dividere la strada di Fini da quella di Casini. Come dice Eugenia Roccella, «con l’Udc sulla biopolitica c’è una alleanza naturale, che potrebbe andare ben oltre questi temi» . Il sottosegretario alla Salute è ottimista e ricorda come, con il voto segreto, il governo abbia trovato maggioranze più ampie proprio sulle questioni sensibili: «Questa legge la porteremo a casa, il governo ci tiene molto. Contro il diritto a morire c’è uno schieramento trasversale e finiani come la Moroni o Benedetto Della Vedova dovranno chiedersi se vogliono morire democristiani» . La Roccella punta dritto alle contraddizioni di Fli e ritiene che le divergenze tra laici e cattolici siano destinate a deflagrare in Aula: «Fini non potrà cavarsela con l’escamotage della libertà di coscienza. Certo, il peso del presidente della Camera varrà anche per la calendarizzazione...» . Teme che vorrà frenarne l’iter? «No, ma dico che nel passato lo ha fatto, alcune sue dichiarazioni hanno destato perplessità» . Lupi è ancora più esplicito. Sottolinea «la strana impasse degli ultimi cinque mesi» e rimprovera a Fini di aver «messo un freno» al provvedimento: «Non può dire che il Parlamento non deve affrontare la legge. È l’ennesima questione legata al suo doppio ruolo, ma comunque Gianfranco non potrà che calendarizzarla, se un gruppo lo richiede» . Lupi attacca, ma allo stesso tempo ammonisce la maggioranza: «Non si può discutere un tema così importante per evidenziare la spaccatura dei finiani, sarebbe un insulto per chi crede nel rispetto della vita nel suo momento finale» . Per Paola Binetti, Udc, è la «battaglia» della legislatura: «Dobbiamo approvarla a ogni costo, perché non so cosa potrebbe accadere nella prossima» . Anche a rischio di spaccare il Polo della nazione? «Non succederà e non si spaccherà il Fli, salvo il gruppo di testa sono tutti dalla nostra parte» . Ma il problema esiste e i primi a saperlo sono i finiani. Benedetto Della Vedova non elude la questione: «Io non do per certa una divisione, ma se pure avvenisse non sarà una tragedia. Non stiamo costruendo un partito etico e monoculturale» . Laici e cattolici nella visione del deputato ex radicale possono stare insieme: «Non escludo che dentro Fli si costruisca una posizione comune, come astenersi o votare alcuni emendamenti per cambiare la legge» . Quel che Della Vedova non crede è che Berlusconi riesca ad attrarre a sé Casini con le sirene della bioetica: «Il premier leader del partito dei bacchettoni? Non ce lo vedo, sarebbe grottesco. Una contraddizione ben più grossa di quelle che ci sarebbero dentro Fli, o tra Fini e Casini» . E anche Enzo Carra, Udc, mostra di non temere per la tenuta del nuovo polo: «Berlusconi non riuscirà a prendere Casini all’amo dell’etica. Si tratta di provvedimenti isolati e non facili da portare a casa» .
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