La Repubblica 15.7.09
Noi medici tra legge e volontà del paziente
risponde Corrado Augias
C aro Augias, nella nostra storia medica ci sono stati in passato numerosi momenti di sintesi fra evidenze scientifiche, principi dell'ordinamento, differenti visioni etiche. Questo ha consentito la stesura di ottime leggi che noi medici applichiamo in piena coerenza. Ad esempio la legge 194/78 sull'interruzione di gravidanza, la legge 578/95 sull'accertamento della morte. Negli ultimi anni questa armonizzazione è venuta meno con preoccupante crescendo. Presupposti ideologici, in cui ha avuto un peso il magistero Cattolico, sono stati presentati come certezze «non negoziabili», giustificando scelte politiche in contrasto con l'oggettività delle evidenze scientifiche. Così la Legge 40/04 sulla procreazione assistita per la cui stesura non è stata tenuta in alcun conto né l'opinione delle società scientifiche né quella dei giuristi che vi scorgevano un impianto anticostituzionale. Infatti una sentenza della Corte Costituzionale ha poi affermato che «in materia di pratica terapeutica la regola di fondo deve essere la autonomia e la responsabilità del medico che, con il consenso del paziente, opera le necessarie scelte professionali». La stessa linea scientificamente errata informa ora il disegno di legge detto 'testamento biologico' approvato al Senato e tra poco in discussione alla Camera. I cittadini sempre più spesso chiedono di conciliare le possibilità del progresso scientifico con le proprie scelte esistenziali, in un contesto di pluralismo etico e culturale. Saremo capaci di corrispondevi?
Davide Mazzon Direttore Dipartimento Chirurgico Ospedale di Belluno
N on lo so. Sul testamento biologico (dichiarazione anticipata di volontà sul proprio fine vita) s'è scatenata una guerra di religione. La Chiesa vuole dimostrare la forza con la quale sa condizionare le scelte legislative; il capo del Governo potrebbe usare il provvedimento come moneta di scambio, dopo le note oscenità, per recuperare favore nelle gerarchie vaticane. In una parte della lettera che ho dovuto tagliare, il professor Mazzon elencava le numerose società scientifiche e mediche, oltre al Codice di deontologia medica, che hanno affermato, più volte, «che il paziente può rifiutare qualsiasi trattamento, compresi quelli che il medico ritenesse proporzionati». Tra le numerose mostruosità contenute nel progetto di legge c'è quella di cui all'art. 3 comma 6 dove si afferma con assoluta antiscientificità che la Nutrizione artificiale forzata non è trattamento medico bensì «sostegno vitale destinato ad alleviare la sofferenza». Chiede il professor Mazzon, e io con lui: si può immaginare il sollievo di un morente nell'essere ingozzato per legge? Meglio non immaginare, il solo pensiero è raccapricciante.
Noi medici tra legge e volontà del paziente
risponde Corrado Augias
C aro Augias, nella nostra storia medica ci sono stati in passato numerosi momenti di sintesi fra evidenze scientifiche, principi dell'ordinamento, differenti visioni etiche. Questo ha consentito la stesura di ottime leggi che noi medici applichiamo in piena coerenza. Ad esempio la legge 194/78 sull'interruzione di gravidanza, la legge 578/95 sull'accertamento della morte. Negli ultimi anni questa armonizzazione è venuta meno con preoccupante crescendo. Presupposti ideologici, in cui ha avuto un peso il magistero Cattolico, sono stati presentati come certezze «non negoziabili», giustificando scelte politiche in contrasto con l'oggettività delle evidenze scientifiche. Così la Legge 40/04 sulla procreazione assistita per la cui stesura non è stata tenuta in alcun conto né l'opinione delle società scientifiche né quella dei giuristi che vi scorgevano un impianto anticostituzionale. Infatti una sentenza della Corte Costituzionale ha poi affermato che «in materia di pratica terapeutica la regola di fondo deve essere la autonomia e la responsabilità del medico che, con il consenso del paziente, opera le necessarie scelte professionali». La stessa linea scientificamente errata informa ora il disegno di legge detto 'testamento biologico' approvato al Senato e tra poco in discussione alla Camera. I cittadini sempre più spesso chiedono di conciliare le possibilità del progresso scientifico con le proprie scelte esistenziali, in un contesto di pluralismo etico e culturale. Saremo capaci di corrispondevi?
Davide Mazzon Direttore Dipartimento Chirurgico Ospedale di Belluno
N on lo so. Sul testamento biologico (dichiarazione anticipata di volontà sul proprio fine vita) s'è scatenata una guerra di religione. La Chiesa vuole dimostrare la forza con la quale sa condizionare le scelte legislative; il capo del Governo potrebbe usare il provvedimento come moneta di scambio, dopo le note oscenità, per recuperare favore nelle gerarchie vaticane. In una parte della lettera che ho dovuto tagliare, il professor Mazzon elencava le numerose società scientifiche e mediche, oltre al Codice di deontologia medica, che hanno affermato, più volte, «che il paziente può rifiutare qualsiasi trattamento, compresi quelli che il medico ritenesse proporzionati». Tra le numerose mostruosità contenute nel progetto di legge c'è quella di cui all'art. 3 comma 6 dove si afferma con assoluta antiscientificità che la Nutrizione artificiale forzata non è trattamento medico bensì «sostegno vitale destinato ad alleviare la sofferenza». Chiede il professor Mazzon, e io con lui: si può immaginare il sollievo di un morente nell'essere ingozzato per legge? Meglio non immaginare, il solo pensiero è raccapricciante.
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