sabato 18 luglio 2009

Intervista a Beppino Englaro

l’Unità 16.7.09
L’Italia sta cambiando, le leggi da «Stato etico» non passeranno
Da Torino a Genova molte città stanno approvando i registri per il testamento biologico
L’opinione pubblica conta sempre di più. Incostituzionale il testo licenziato dal Senato
Intervista a Beppino Englaro di Federica Fantozzi

Neotesserato Pd, Beppino Englaro ieri era a Milano ad un incontro pubblico a sostegno di Ignazio Marino, il “terzo uomo” in pista per il congresso autunnale dei Democratici. E stasera dialogherà di bioetica con Nando Dalla Chiesa e don Paolo Farinella nell’ambito della Settimana dei Diritti che si apre a Genova. Fino a mercoledì 22 luglio, il capoluogo ligure si occuperà di libertà di stampa, vittime di mafia, disabilità, immigrazione. Ad invitare Englaro è stato un gruppo di associazioni impegnate sul fronte della laicità e di docenti universitari, ad accoglierlo il sindaco Marta Vincenzi.
Signor Englaro, è cominciata la discussione sul biotestamento a Montecitorio. Che legge si attende?
«Se non rispettano la Costituzione, come ha rilevato anche Fini, se continuano su posizioni da Stato etico, se non rispettano le libertà fondamentali, c’è poco da dire. Non è possibile invadere il tuo corpo contro la tua volontà. Nessuno ha questo potere. neppure lo Stato. È semplice, quasi banale: una legge uguale a quella uscita dal Senato sarebbe illegittima e incostituzionale».
Ha fiducia nell’azione del presidente della Camera?
«Non solo in lui, anche nei deputati. Vedremo gli sviluppi del dibattito parlamentare».
Lei è stato a Torino per l’istituzione del registro sul biotestamento. Si stanno muovendo così anche Genova, Pisa, Bologna, Roma. La petizione online promossa da Marino e Giuliano Amato ha raccolto 300mila firme. La società civile si muove in direzione diversa dalla politica. Potrà influenzare il dibattito in corso?
«Assolutamente sì. L’opinione pubblica ha fatto passi da da gigante. Noi vogliamo proprio che la società civile si faccia sentire: la gente non si fa più imporre nulla. La mia convinzione è che che questo percorso non potrà non incidere sulla legge in fieri perché il clima culturale sta cambiando».
È stata approvata ieri la mozione Buttiglione che impegna il governo in sede Onu contro l’aborto come contraccettivo. Un altro diritto in pericolo?
«Guardi, non entro in cose che non conosco. Difendo le libertà fondamentali che mi riguardano o possono riguardarmi. Sulla vicenda di Eluana avevo promesso di andare fino in fondo e l’ho fatto. Anche io potrei trovarmi in qualsiasi momento nella stessa situazione, dunque faccio sentire la mia voce. Ma resto in quel campo: non sono un tuttologo».
Lei si è iscritto al Pd in aperto appoggio del terzo candidato, Ignazio Marino, che ha conosciuto durante la sua battaglia per far rispettare la volontà di Eluana. Oltre a essere un medico competente, ritiene che possa essere un valido leader di partito?
«Conoscendo la persona non ho il minimo dubbio. Senza le qualità necessarie non sarebbe sceso in campo. La mia non è idolatria: in 3 anni di conoscenza ho verificato che può affrontare in modo efficiente un problema estremo, figuriamoci gli altri. È un cattolico che rispetta i laici, attenzione però: non identifichiamo Marino solo con laicità e bioetica. Se vince sarà un uomo all’altezza della carica. E io farò di tutto per aiutarlo».
Come procede l’inchiesta giudiziaria che la vede indagato per omicidio insieme al primario anestesista Amato De Monte ed altri componenti dell’équipe medico-infermieristica della clinica udinese dove è morta sua figlia?
«Manca l’ultimo tassello. La fine delle indagini è attesa per fine agosto, inizio settembre. Noi siamo tranquillissimi perché abbiamo sempre operato nella legalità. Non ci aspettiamo qualcosa di diverso dall’archiviazione».

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non solo la vita non ci appartiene, nel senso che non appartiene alla logica del senso comune che ci fa presuntuosamente credere, in virtù di un pseudo libero arbitrio quasi totalmente condizionato, di esserne i legittimi testatori, ma ancor meno può appartenerci quella degli altri laddove, sempre con la medesima logica insana abbiano a disporre il loro suicidio che legalizzato diventa per chi si arroga il diritto di eseguirlo, un omicidio con l’aggravante della premeditazione.