Biotestamento approvato! In Svizzera*
di Gugliemo Pepe
Se capita di citare, a mo’ di esempio positivo, alcune iniziative prese dai governi di altri paesi democratici occidentali, non è per esterofilia o senso di inferiorità. Tutt’altro: è per amore verso il nostro il nostro Paese. Che vorremmo migliore di quel che è e di quel che appare. E perché sui temi etici, ambientali, sociali, può essere in linea con la cultura europea, senza però rinunciare alle specificità e peculiarità nazionali. L’ultimo caso da menzionare riguarda la Svizzera, dove è stato appena riformato l’articolo 370 del codice civile, che prevede il Testamento biologico. In alcuni Cantoni “le direttive anticipate” erano già in vigore dal 1995. Dal 2012 saranno attuate nell’intera Confederazione elvetica.
Stupiscono due aspetti della riforma approvata. Uno è la semplicità del testo, che mette al primo posto l’autonomia del paziente, la sua volontà. Si sancisce infatti che “chi è capace di discernimento, può designare i provvedimenti medici ai quali accetta o rifiuta di essere sottoposto nel caso in cui divenga incapace di discernimento”. In concreto, il malato può rifiutare idratazione e alimentazione artificiali, e il medico deve rispettarne la volontà. C’è però un limite: non si può chiedere l’eutanasia.
Il secondo aspetto, ancor più stupefacente, è il via libera della Chiesa cattolica. Vescovi e sacerdoti svizzeri hanno accettato le dichiarazioni di fine vita, pur ribadendo che idratazione e alimentazione non rappresentano accanimento terapeutico. Una convinzione che non si è tramutata in ostacolo insormontabile. Come è avvenuto in Italia, creando una profonda frattura nel mondo politico e nella società. Da noi la contrapposizione tra cattolici e laici, esplosa in altre occasioni recenti (la legge 40 sulla fecondazione assistita, la ricerca sulle cellule staminali embrionali), sembra infatti insanabili. Eppure se di Biotestamento, dopo il via libera del Senato, ora non si parla più (intanto migliaia di cittadini lo hanno sottoscritto e altri continueranno a farlo), quando ne discuterà la Camera sarà necessaria una sintesi non “punitiva” né offensiva per nessuno. Ma questo è un auspicio, una speranza. Ora siamo al muro ideologico che, lo ha ricordato Fini, condiziona le legge etiche sotto il segno della morale cattolica.
(...)
NOTE
* da “Salute Repubblica”
di Gugliemo Pepe
Se capita di citare, a mo’ di esempio positivo, alcune iniziative prese dai governi di altri paesi democratici occidentali, non è per esterofilia o senso di inferiorità. Tutt’altro: è per amore verso il nostro il nostro Paese. Che vorremmo migliore di quel che è e di quel che appare. E perché sui temi etici, ambientali, sociali, può essere in linea con la cultura europea, senza però rinunciare alle specificità e peculiarità nazionali. L’ultimo caso da menzionare riguarda la Svizzera, dove è stato appena riformato l’articolo 370 del codice civile, che prevede il Testamento biologico. In alcuni Cantoni “le direttive anticipate” erano già in vigore dal 1995. Dal 2012 saranno attuate nell’intera Confederazione elvetica.
Stupiscono due aspetti della riforma approvata. Uno è la semplicità del testo, che mette al primo posto l’autonomia del paziente, la sua volontà. Si sancisce infatti che “chi è capace di discernimento, può designare i provvedimenti medici ai quali accetta o rifiuta di essere sottoposto nel caso in cui divenga incapace di discernimento”. In concreto, il malato può rifiutare idratazione e alimentazione artificiali, e il medico deve rispettarne la volontà. C’è però un limite: non si può chiedere l’eutanasia.
Il secondo aspetto, ancor più stupefacente, è il via libera della Chiesa cattolica. Vescovi e sacerdoti svizzeri hanno accettato le dichiarazioni di fine vita, pur ribadendo che idratazione e alimentazione non rappresentano accanimento terapeutico. Una convinzione che non si è tramutata in ostacolo insormontabile. Come è avvenuto in Italia, creando una profonda frattura nel mondo politico e nella società. Da noi la contrapposizione tra cattolici e laici, esplosa in altre occasioni recenti (la legge 40 sulla fecondazione assistita, la ricerca sulle cellule staminali embrionali), sembra infatti insanabili. Eppure se di Biotestamento, dopo il via libera del Senato, ora non si parla più (intanto migliaia di cittadini lo hanno sottoscritto e altri continueranno a farlo), quando ne discuterà la Camera sarà necessaria una sintesi non “punitiva” né offensiva per nessuno. Ma questo è un auspicio, una speranza. Ora siamo al muro ideologico che, lo ha ricordato Fini, condiziona le legge etiche sotto il segno della morale cattolica.
(...)
NOTE
* da “Salute Repubblica”
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