lunedì 1 agosto 2011

gli accordi per ottenere il plauso della Chiesa contano più delle persone

La Repubblica 8.7.11
Mina Welby: gli accordi per ottenere il plauso della Chiesa contano più delle persone
"Raccoglieremo firme per il referendum e da martedì partiranno i primi ricorsi"
di Caterina Pasolini

«Sono inorridita» dice Mina Welby. È lapidaria la moglie di Piergiorgio che per anni ha seguito l´avanzare della malattia che ha trasformato il suo compagno da un uomo pieno di interessi e di passioni nel sognatore imprigionato in un corpo immobile, violato dai tubi per nutrirlo e farlo respirare.
Legge sbagliata?
«Chiedevamo solo di poter scegliere: se continuare a vivere ad ogni costo o smettere le cure e morire in pace. Volevamo la possibilità di lasciar scritte le nostre volontà per quando non avremmo avuto le parole per affermarle. Invece con questa legge ci hanno trattato come merce di scambio: le nostre vite, il nostro diritto sembra valere poco o nulla per questo governo».
Governo disattento?
«Contano più gli accordi per ottenere il plauso della chiesa e nuove maggioranze. E così sulla nostra fine, sui nostri ultimi istanti, ora decideranno altri. Hanno tolto la libertà di scelta a noi, ma anche ai medici sui quali pende il codice penale».
Ora che farete?
«Da martedì come associazione Luca Coscioni andremo in piazza, raccoglieremo firme per un referendum che cancelli questa vergogna, organizzeremo ricorsi. E tutti i cittadini di buona volontà andranno dai notai a lasciare i loro testamento come segno di protesta. Perché questa è una scelta di vita non di morte».
Scelta di vita?
«Sì. Piero poteva muovere solo gli occhi, era nutrito da un sondino nella pancia, respirava con ventilatore automatico. Per lui che amava la vita quella non era più un´esistenza degna di essere vissuta. Io avrei voluto tenerlo accanto a me per sempre. Ma il mio era egoismo, la vita era sua, lui doveva decidere non altri. Così il mio più grande atto d´amore è stato lasciarlo andare».
Come?
«Per ottenere il diritto a staccare il ventilatore, nel dicembre del 2006, ci siamo rivolti ai giudici, ai tribunali, perché chi lo aiutava non venisse accusato di omicidio. Se ci fosse stata una legge sul testamento biologico come esiste negli altri paesi, Piero se ne sarebbe andato prima e con meno sofferenza. Con mio grande dolore, ma nel rispetto della sua volontà».

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