l’Unità 29.3.11
Il pressing del cardinal Bagnasco che non vuole si verifichi un altro caso Eluana Englaro
La leader radicale invita alla mobilitazione per difendere il diritto a decidere della propria vita
Cei: subito la legge sul fine vita Bonino: meglio niente che questa
Legge subito per fermare la «giurisprudenza creativa» sul fine vita.È il richiamo del presidente della Cei cardinale Bagnasco a governo e maggioranza.«Meglio nessuna legge che questa» rispondono Bonino e Veronesi.
di Roberto Monteforte
Una legge sul fine vita è necessaria e urgente e va approvata dalla Camere. Non se ne può fare a meno. Lancia il suo affondo il presidente della Cei, cardinale Bagnasco che ieri ha aperto i lavori del Consiglio permanente dei vescovi. Trattando dei temi etici, non poteva mancare il capitolo dedicato alle «dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat)». La gerarchia non vuole che ci possano verificare altri casi «Eluana Englaro», la giovane donna in coma irreversibile da anni e alimentata artificialmente, cui con l’autorizzazione di un magistrato è stata sospesa l’alimentazione e l’idradazione forzata. Un «omicidio» per la Chiesa e un pericoloso cedimento verso l’«eutanasia». Da allora gerarchie e movimento cattolico spingono per la definizione di una legge che regolamenti tale materia.
NO ALLA GIURISPRUDENZA CREATIVA
Il dibattito sul testo giunto all’esame delle Camere su cui le perplessità, le critiche e i dubbi sono trasversali è in fase di stallo. Una situazione che preoccupa le gerarchie che puntavano su una sua rapida approvazione. Così era stato loro assicurato dal governo. Così ieri è arrivato il richiamo del presidente dei vescovi. Bagnasco premette che non è suo compito «suggerire spinte di tipo politico», ma il suo messaggio è chiarissimo. Chiede «di porre limiti e vincoli precisi a quella “giurisprudenza creativa” che osserva sta già introducendo autorizzazioni per comportamenti e scelte che, riguardando la vita e la morte, non possono restare affidate all’arbitrarietà di alcuno». Richiama l’esigenza di «regolare intrusioni già sperimentate, per le quali è stato possibile interrompere il sostegno vitale del cibo e dell’acqua». È un punto di principio. «Chi non comprende che il rischio di avallare anche un solo caso abuso, poiché la vita è un bene non ripristinabile, non può non indurre tutti a molta, molta cautela?». Per questo chiede «regole che siano di garanzia per persone fatalmente indifese, e la cui presa in carico potrebbe un domani aggiunge nel contesto di una società materialista e individualista, risultare scomoda». Vi è modo con la medicina «palliativa» di affrontare il «dolore soggettivo» e poi il punto per Bagnasco è la condizione di solitudine e di abbandono cui spesso i malati sono condannati, a cui rispondere accompagnando sino alla fine il congiunto ammalato. Per la Chiesa, conclude Bagnasco, «la vita di ciascuno non è solo bene dell’individuo, ma bene comune».
La replica, indiretta, non si è fatta attendere. Proprio sulla tutela del diritto individuale a decidere sulla vita ieri sono intervenuti Emma Bonino e Umberto Veronesi invitando ad una mobilitazione in difesa dell’inviolabi-
lità di tale diritto. «È meglio nessuna legge che quella ora in discussione ha detto Bonino. Deve essere chiaro che noi non vogliamo imporre niente a nessuno, ma ognuno deve essere libero di scegliere ciò che vuole: è importante fermare quella legge e aprire i registri del testamento biologico in tutti i Comuni dove ancora non ci sono». «La legge in discussione non è sul, ma contro il testamento biologico ha aggiunto Veronesi -. Noi invece vogliamo lasciare libertà a tutti, quindi anche chi vuole essere mantenuto in vita ha il diritto di esigerlo». Pronta la replica del sottosegretario alla Salute Roccella che ha messo in guardia dagli «slittamenti verso l’eutanasia».
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