Corriere della Sera 2.11.10
E il testamento biologico? Una legge finita nel cassetto
di Mario Pappagallo
Ma che fine ha fatto la legge sul testamento biologico? Approvata in commissione, il suo iter si è insabbiato. In quale cassetto è finita? Andrà al voto o finirà nel dimenticatoio fino a quando non scoppierà un nuovo caso Eluana Englaro? Sotto i riflettori mediatici, mentre il padre di Eluana si batteva perché la figlia dopo 17 anni di coma fosse «lasciata andare» in pace, sembrava una legge fatta. Urgentissima, perché avrebbe impedito al signor Englaro l’applicazione di quanto riconosciuto dai giudici. Poi, a circa due anni dalla morte della ragazza (9 febbraio 2009), della legge sul testamento biologico non parla più nessuno. Sul diritto di scegliere, in vita e in lucidità, di non essere sottoposti ad accanimento terapeutico nel caso che...
Non si tratta di eutanasia, anche se per la sensibilità di molti lo è. È un’indicazione ai medici di lasciar fare, di non usare macchine, di limitarsi a cure palliative senza eccedere in medicalizzazioni estreme. Sembra però impossibile in Italia, dopo quasi 17 anni di discussioni e tre proposte di legge già «insabbiate», arrivare a un’approvazione parlamentare di un provvedimento che riguarda la vita di ciascun cittadino. Forse qualcuno sperava nell’eutanasia, ma solo per la legge. Ed ecco che torna d’attualità. Una donna veneta di 57 anni è dovuta «emigrare» in Olanda per potere veder rispettata la sua volontà di non essere mantenuta a tutti i costi in vita. Che cosa farà il Parlamento? Farà «rivivere» quanto approvato in commissione? Difficile fare previsioni, ma vale la pena ricordare un sondaggio Eurispes sull’eutanasia (scelta ben più controversa): tra i cattolici 38% favorevoli e 48% contrari, tra i non cattolici 69% favorevoli e 18,6% contrari.
Il testamento biologico non è però l’eutanasia, che è invece la richiesta esplicita e cosciente del malato di porre fine a un’esistenza diventata insopportabile. Il testamento biologico è una decisione che poi, da incoscienti (in coma per esempio), non si può prendere: sì o no a un eventuale accanimento terapeutico. Per molti un diritto costituzionale da applicare comunque.
Nessun commento:
Posta un commento