martedì 8 giugno 2010

Stato vegetativo, critiche bipartisan

La Repubblica 8.6.10

Stato vegetativo, critiche bipartisan

Dubbi anche nel governo. Ma Roccella insiste: "Nelle diagnosi il 40% di errori"

Presentato il rapporto degli esperti del ministero dopo il caso Eluana

Protestano le associazioni: si pensa all´etica ma si tagliano i fondi all´assistenza

di Alberto Custodero


ROMA - «Concentrarsi sulle questioni etiche sposta l´attenzione dal vero problema che riguarda i pazienti in stato vegetativo: la carenza assistenziale». Il documento redatto dal ministero della Salute dopo il caso Englaro - che denuncia oltre il 40 % di errori di diagnosi - suscita le proteste delle associazioni dei malati. E solleva polemiche bipartisan nel mondo politico. È Rita Formisano, fondatrice dell´associazione Arco e primario dell´unità post coma dell´Irccs Santa Lucia, a denunciare «la grande ipocrisia» sorta dopo il caso Englaro». «Da una parte - sostiene Formisano - il gruppo di lavoro presieduto dal sottosegretario Eugenia Roccella stabilisce che non si deve più parlare di persone in stato vegetativo, ma di pazienti in "gravissima disabilità". E definisce i protocolli per le loro cure. Dall´altra, le Regioni tagliano i fondi ai centri di eccellenza che li hanno in carico da anni e abbandonano a se stesse, psicologicamente, economicamente e socialmente le loro famiglie». È il caso, ad esempio, dell´Irccs Santa Lucia, centro di riferimento per le neuroscienze che, complice la crisi e il disavanzo regionale, rischia di dover licenziare il personale e di non erogare più le prestazioni a causa di un credito non pagato dalla Regione Lazio di 50 milioni. «Se sono in difficoltà finanziarie centri di eccellenza - ha aggiunto Formisano - figuriamoci come tutto il percorso sia in condizioni di criticità».

Sul fronte politico, non tutti, nella maggioranza, condividono la conclusione del documento-Roccella («Non si può escludere la presenza di coscienza in pazienti in stato vegetativo»). Ne prende le distanze la deputata del Pdl Melania Rizzoli, medico e componente della commissione parlamentare Errori sanitari. «Non sono d´accordo - sostiene l´onorevole Rizzoli - che ci sia "coscienza" in questi malati. Sono persone "create" da noi medici che, grazie al progresso tecnologico, ormai siamo in grado di rianimare i morti. Una volta riportati in "vita" questi pazienti, tuttavia, non siamo in grado di restituire loro la coscienza, ma non possiamo certo sopprimerli. L´errore, dunque, se così si può dire, sta a monte: non tutti dovrebbero essere rianimati. Una scelta medica difficilissima. Allora per me, anziché fare una legge per regolare l´eutanasia, bisognerebbe farne una per regolare la rianimazione».

La bocciatura del documento arriva dall´opposizione. «Roccella sbaglia dal punto di vista medico-scientifico perché i medici per primi indicano le incertezze nella definizione di stato vegetativo. E anche dal punto di vista politico». Livia Turco, l´ex ministro della Salute del Pd è durissima. I Democratici danno l´altolà alla proposta del governo che cancella per sempre la possibilità di "sospendere l´alimentazione" in casi come quello di Eluana Englaro. E anche se la sensibilità di alcuni cattolici del Pd - Beppe Fioroni, Andrea Sarubbi - è più ricca di distinguo, la presa di posizione della Roccella è considerata una chiusura che renderà ancora più aspro il muro contro muro in Parlamento sul testamento biologico. Turco sbotta: «Sarà stata imbeccata dal Vaticano. Il Pdl in commissione Affari sociali ha avuto un atteggiamento grottesco. E comunque questo irrigidimento provocherà più problemi al centrodestra che a noi».

E anche se non dà sponda alla Roccella, Fioroni, leader ex Ppi, rivendica libertà di coscienza all´interno del partito. Lui del caso Eluana pensa che non andassero sospese alimentazione e idratazione artificiale. Per Sarubbi, cattolico del Pd, «con le chiusure ideologiche non si dialoga, è caricaturale fare i cani da guardia dei valori cattolici».

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