l’Unità 28.8.09
Testamento biologico, resa dei conti contro Fini il laico
L’attacco di Gasparri e Quagliarello a Fini apre ufficialmente le ostilità sul testamento biologico nella maggioranza. È una iniziativa che i finiani leggono come figlia della pressione delle gerarchie cattoliche sul governo dopo quel che Fini ha detto a Genova alla festa del Pd. Certo, Gasparri e Fini avevano sulla questione un conto aperto da quando, dopo la morte di Eluana Englaro, avendo il capogruppo del Pdl dichiarato che aveva pesato nella vicenda la firma non messa da Napolitano in calce al decreto varato dal consiglio dei ministri, Fini lo redarguì dicendo che avrebbe dovuto tacere per rispetto nei confronti della massima autorità della Repubblica. Ma la difesa del lavoro fatto a Palazzo Madama suona soprattutto come un avviso preventivo a chi nella maggioranza mostra dubbi sul ddl: il testo che prevede l’obbligo di idratazione e alimentazione non è figlio di nessuno, è stato anzi per ben due volte approvato dal consiglio dei ministri, prima come decreto e poi come disegno di legge e la linea di governo e maggioranza è quella. Per questo i capigruppo di centro destra daranno indicazione di voto favorevole, pur lasciando la possibilità di votare in dissenso, come già accaduto in Senato. Ma il testo non cambia, soprattutto sull’obbligo di alimentazione e idratazione. Lo ha chiarito il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto ieri, dichiarando che questa non può essere definita un norma clericale e che, per i laici come lui, non c’è una superiore autorità che sancisce quale sia l’ortodossia: allusione che i più hanno letto come rivolta proprio a Fini. L’unica mediazione possibile, se così si può definire, è quella alla quale sta lavorando il ministro Sacconi: appprovare subito il divieto di rinuncia al sondino nasogastrico, impedendo che possano ripetersi in futuro casi come quello di Eluana Englaro, e rimandare la discussione sul resto. Nella maggioranza addirittura qualcuno si dice pronto a scommettere su una dichiarazione in tal senso dello stesso Berlusconi in occasione della sua partecipazione, con il cardinal Bertone, alle celebrazioni della perdonanza celestiniana a L’Aquila, dove attraversando la Porta Santa «sinceramente pentiti e confessati», come recita la Bolla di Papa Celestino V del 1294, si ottiene l’indulgenza plenaria per i propri peccati.
Testamento biologico, resa dei conti contro Fini il laico
L’attacco di Gasparri e Quagliarello a Fini apre ufficialmente le ostilità sul testamento biologico nella maggioranza. È una iniziativa che i finiani leggono come figlia della pressione delle gerarchie cattoliche sul governo dopo quel che Fini ha detto a Genova alla festa del Pd. Certo, Gasparri e Fini avevano sulla questione un conto aperto da quando, dopo la morte di Eluana Englaro, avendo il capogruppo del Pdl dichiarato che aveva pesato nella vicenda la firma non messa da Napolitano in calce al decreto varato dal consiglio dei ministri, Fini lo redarguì dicendo che avrebbe dovuto tacere per rispetto nei confronti della massima autorità della Repubblica. Ma la difesa del lavoro fatto a Palazzo Madama suona soprattutto come un avviso preventivo a chi nella maggioranza mostra dubbi sul ddl: il testo che prevede l’obbligo di idratazione e alimentazione non è figlio di nessuno, è stato anzi per ben due volte approvato dal consiglio dei ministri, prima come decreto e poi come disegno di legge e la linea di governo e maggioranza è quella. Per questo i capigruppo di centro destra daranno indicazione di voto favorevole, pur lasciando la possibilità di votare in dissenso, come già accaduto in Senato. Ma il testo non cambia, soprattutto sull’obbligo di alimentazione e idratazione. Lo ha chiarito il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto ieri, dichiarando che questa non può essere definita un norma clericale e che, per i laici come lui, non c’è una superiore autorità che sancisce quale sia l’ortodossia: allusione che i più hanno letto come rivolta proprio a Fini. L’unica mediazione possibile, se così si può definire, è quella alla quale sta lavorando il ministro Sacconi: appprovare subito il divieto di rinuncia al sondino nasogastrico, impedendo che possano ripetersi in futuro casi come quello di Eluana Englaro, e rimandare la discussione sul resto. Nella maggioranza addirittura qualcuno si dice pronto a scommettere su una dichiarazione in tal senso dello stesso Berlusconi in occasione della sua partecipazione, con il cardinal Bertone, alle celebrazioni della perdonanza celestiniana a L’Aquila, dove attraversando la Porta Santa «sinceramente pentiti e confessati», come recita la Bolla di Papa Celestino V del 1294, si ottiene l’indulgenza plenaria per i propri peccati.